Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

Domenica di Pasqua in Albis e della Divina Misericordia, 11 Aprile 2021

Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
A questa II Domenica di Pasqua, detta anche in Albis, Papa Giovanni Paolo II, nel 2000, ha voluto aggiungere la ricchezza teologica della ‘Divina Misericordia’, cuore del Vangelo della Pace e della Riconciliazione delle Quali la Chiesa deve essere Custode fedele, Testimone coerente e Ministra amorevole. Così, la istituisce come 'Domenica della Divina Misericordia', la 'Festa di vita nuova', perché l'uomo peccatore possa comprendere, accogliere e affidarsi alla misericordia di Dio, implorata per noi tutti dallo stesso Gesù Cristo dalla croce: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. Noi, Misericordes Sicut Pater!
Gesù Cristo è ‘Il Volto della Misericordia del Padre’, ‘Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà’ (Es 34,6).
Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Misericordia è il Suo Nome! (Papa Francesco, Misericordiae Vultus nn 1-2).
La Pasqua del Signore
è sempre e per sempre! Non basta la sola ‘lezione’ del Giorno di Pasqua, occorre ‘andare a scuola’ dal Risorto, per tutta la vita, per renderla pienamente ‘pasquale’! L’esperienza di fede, infatti, non si fa una volta per sempre! È una esperienza permanente, attraverso la via tortuosa e faticosa del cuore e della mente: è quella ’esperienza di fede’ che tu puoi fare solo a contatto diretto con Lui, il Signore: devi incontrarLo e a Lui devi relazionarti! Non ti può bastare che altri ti parlino di Lui! È strada in salita, insidiosa per l’incredulità, ma luminosa per chi si lascia attrarre dal Risorto e condurre dallo Spirito Santo alla piena verità!
A scuola del Risorto, dunque, a tempo pieno!

Giovanni, ci presenta la comunità dei Discepoli incapace e impreparata a dare testimonianza della Risurrezione di Gesù ed Egli lo sa benissimo, per questo, la sera del primo giorno della settimana, ‘venne’ nel luogo dove si trovavano ed avevano sbarrato le porte per paura dei Giudei, ‘Stette in mezzo a loro’ e disse ‘Pace a voi’! (v 19). “
Venne”: verbo che descrive, in Giovanni, le rivelazioni pasquali di Gesù risorto che compie la promessa fatta nell’ultima Cena, “ritornerò a voi” (Gv 14,18-19): Cristo, il Risorto, cuore e centro della Storia e del Tempo!  “Stette”: verbo che indica e richiama la Risurrezione, evoca posizione eretta di chi riesce a stare ritto in piedi, di Colui che è vivo da sempre e per sempre, ieri, oggi e domani! “Pace a voi!” è il saluto del ‘Vivente’ ai Suoi di una pace già promessa (Gv 14,27;16,33). I Suoi gesti: “mostrò” le Sue mani ‘trapassate’ da chiodi e il Suo costato ‘trafitto’, sgorgante sangue ed acqua! ‘Mostrare’, verbo che ‘rivela’ ed introduce i Discepoli a ‘comprendere’ il Mistero profondo dei ‘segni’ del Suo amore e della Sua vittoria! Gesù richiama lo sguardo dei Suoi sui segni della Sua passione e morte per far loro comprendere che la pace offerta loro è frutto della Sua Vita donata per amore. È in quelle mani ferite che il Padre ha messo tutto e da queste mani nessuno sarà escluso, respinto o strappato!
Dal costato trafitto
, sorgente di ‘sangue e d’acqua’, lo Spirito diffonde Pace piena e Vita eterna e fa nascere ed edifica la Chiesa. L’incontro con il Crocifisso Risorto determina il ‘passaggio’ da parte dei discepoli dalla paura incontrollata, alla gioia più fondata e fa scaturire la fede pasquale che permette loro di incominciare a ‘vedere’ e ‘comprendere’ la Sua Morte e la Sua Risurrezione, i due aspetti dell’unico Mistero pasquale.
Alitò” su di loro! Il secondo gesto che Gesù compie sui Suoi discepoli, riattualizza ‘quel’ gesto della prima creazione del Padre che “soffiò” sull’uomo, plasmato dalla povere, l“alito” di vita e questi divenne essere vivente (Gen 2,7).
Otto giorni dopo, ‘venne’ di nuovo Gesù, le porte sono ancora chiuse e i, discepoli che, otto giorni prima, avevano ricevuto il dono della Sua pace, il ‘soffio’ dello Spirito, la missione e la responsabilità del ministero del perdono, sono ancora dentro e con loro c’è anche Tommaso (v 26).
Il Risorto ritorna, allora, non solo per Tommaso, ma anche per sollecitare tutta la Comunità ad aprire il cuore e la mente alla Sua risurrezione per credere in Lui ed avere la vita nuova ‘nel Suo nome’.

La mente e il cuore, la ragione e i sentimenti
devono ‘aprirsi’ al mistero di Dio, nella luce della verità della Parola vivente del Figlio incarnato, crocifisso, morto e risuscitato per dare a noi vita piena e salvezza eterna.
Beati coloro che hanno creduto senza vedere! Costituisce una delle più significative e consolanti beatitudini evangeliche: siamo beati Noi e tutti quelli che verranno dopo di noi, se crediamo senza pretendere di vedere, di toccare, di scrutare, se ci fidiamo e crediamo alla Parola. Beati Noi, allora, che non abbiamo visto e crediamo!

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Ultimo aggiornamento 10/04/2021 - 08:
58

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