Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

6a Domenica Ordinaria, 14 Febbraio 2021

Se vuoi, puoi purificarmi!
Solo Gesù può esaudire il nostro bisogno di essere purificati, guariti, sanati e salvati, perciò, dobbiamo cercarLo, andare da Lui, avvicinarci a Lui, con-tattarci con Lui, affidarci e credere in Lui, muoverLo a tenera compassione, tendere la nostra alla Sua mano, lasciarci ‘toccare’ e purificare e diventare primi testimoni e missionari di quanto Egli ha fatto per noi e portare e spingere tutti ad andare da Lui per essere purificati e risanati (Vangelo).
La prima Lettura ci fa conoscere le norme-prescrizioni da rispettare per proteggere la comunità dal contagio della lebbra: chi ne era colpito doveva isolarsi e vivere fuori del contesto sociale e religioso. La diagnosi della malattia e dell’eventuale guarigione era di competenza del Sacerdote. La lebbra, terribile male che sfigurava tutto il corpo fino a renderlo ripugnante, condannava, chi ne fosse stato colpito, al totale isolamento dalla famiglia e dalla comunità e a rompere ogni relazione affettiva e sociale ed era ridotto ad uno stato di morto vivente o cadavere che cammina!
Il Salmo
ci fa cantare la lode e manifestare la nostra gratitudine nell’essere perdonati dal Signore Dio che, con misericordia, sempre ‘toglie’ la nostra ‘colpa’, ‘copre’ il nostro ‘peccato’ e non addebita alcun castigo a quanti, con cuore retto e sincero, a Lui si convertono. Paolo, nella seconda Lettura, dettando alla Comunità il principio che deve animare e guidare ognuno di noi a fare tutto per la gloria di Dio e il bene dei fratelli, invita tutti e ciascuno ad imitarlo perché egli ha imitato Cristo. L’Apostolo, non propone se stesso quale soggetto da imitare, ma come colui che ha imitato Cristo, conformandosi in tutto a Lui e, per questo, vuole condurre tutti alla comunione con Cristo e all’essere di Cristo.
La lebbra, al tempo di Gesù, era una malattia ‘maledetta’ che devastava tutto il corpo e lo sfigurava fino a rendere irriconoscibile e nauseante e ripugnante tutta la persona.
A tutta questa sciagura, seguiva il necessario allontanamento immediato e tragico isolamento dalla propria famiglia e dal proprio villaggio condannandoli a vagare in luoghi solitari, privati da ogni affetto, cura e soccorso fisico e morale, sempre attenti e pronti a gridare per segnalare la propria presenza, a quanti, inconsapevolmente si avvicinavano o passavano accanto a loro.
Cosa può provare una persona come Gesù dinanzi a uno di questi sventurati che, con coraggio và da Lui e, restando in ginocchio, lo supplica umilmente e sinceramente: ‘Se vuoi, puoi purificarmi’? Fremiti di ‘ribellione’ per la sua misera condizione, aggravata dall’isolamento e segregazione obbligate dalla legge che toglie loro ogni possibilità di guarigione e reinserimento nella vita familiare, comunitaria, sociale e religiosa, ma soprattutto una immensa compassione, testimoniata dal Suo tenero gesto di tendergli la mano, toccarlo (con-tattarLo) e subito ‘purificarlo’ al comando delle sue parole di potente efficacia: ‘lo voglio, sii purificato! La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato’! Tendergli la mano e toccarlo, gesti assolutamente proibiti per evitare il contagio e per non diventare ‘impuri’. L’amore di Gesù non può fermarsi davanti a questi rischi, perché è più grande della Legge e di questi rischi reali e possibili! Nulla è impossibile a chi ama!
Noi, imitatori di Gesù
, che si commuove e sente profonda compassione per lo stato miserevole del lebbroso e si indigna contro chi lo ha ridotto in questa situazione di abbandono, esclusione e condannandolo a morte sociale, religiosa e anche corporale.
La lebbra del nostro tempo, questo virus così contagioso e facilmente trasmettibile, come lo combattiamo? Come accogliamo e rispettiamo le necessarie precauzioni, attraverso le strette limitazioni necessarie ed indispensabili? Qual è il nostro senso di responsabilità verso chi ne è colpito? L’indifferenza, l’egoismo, l’emarginazione, l’ingiustizia sociale ed economica non sono questi i componenti della terribile lebbra che inquieta e devasta, oggi, la nostra Umanità? Credevamo di essere onnipotenti, di bastare a noi stessi, c’eravamo illusi che il nostro sistema sanitario fosse perfetto, invincibile, che il denaro fosse la medicina per ogni malattia! Il Covid ci ha smascherato nelle nostre manie di onnipotenza: ci ha riportato indietro ai tempi di Gesù! Dobbiamo mantenere le distanze, rinunciare ai gesti più familiari ed affettivi, siamo costretti a evitare vicinanza, abbracci, tenerezze… Dobbiamo proteggerci con mascherine, guanti, abluzioni continue…! Tutto è stato stravolto e capovolto! Non dobbiamo gridare, dobbiamo fare i tamponi per assicurare gli altri, la quarantena, zone rosse, gialle, arancioni, discussioni contraddittorie e opinioni confusionarie, occasioni di arricchimento per le fabbriche di mascherine, il più delle volte, non sicure e non adatte, di vaccini annunciati e poi dimezzati o ritardati…. indifferenza glaciale per i tanti morti in solitudine, abbandono totale e senza affetti familiari e senza dignità umana…! Chi potrà sentire e avere compassione di Noi? Chi vorrà raggiungerci, tenderci la mano, toccarci il cuore e la coscienza e convertirci per guarirci, purificarci, sanarci e salvarci? È Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, venuto proprio per questo, mosso dalla Sua compassione per la nostra misera condizione! Ora, spetta a ciascuno di noi, scoprirsi ‘lebbrosi’ nel cuore e nell’anima, professare la fiducia in Lui e la sincera disponibilità a lasciarci convertire ed essere purificati!
Noi Cristiani
, sappiamo imitare Gesù nel Suo stile compassionevole e nel Suo amorevole tendere la mano, toccare senza paure la persona infetta dalla lebbra dell’anima per coinvolgerla a fidarsi di Dio, ad abbandonarsi a Lui, pietoso e misericordioso, annunciandogli e testimoniandogli che Egli vuole risanarlo nel Suo amore che è più potente di ogni male o peccato? Il peccato dell’indifferenza, dell’esclusione, dell’egoismo e la mancanza di giustizia e di amore sono la lebbra devastante e contagiosa del nostro tempo che ci allontana e separa da Dio, Creatore e Padre, dal Figlio Suo, mandato a guarirci da ogni male, dai nostri fratelli e dalla nostra comunità. Come uscirne? Assumendo lo stesso stile di Gesù, imitandoLo nel tendere la mano con compassione e misericordia e prendendoci cura della loro malattia e liberandoli dalla emarginazione, esclusione e situazione disumana.

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Ultimo aggiornamento 13/02/2021 - 09:42

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