Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

2a Domenica dopo Natale, 3 Gernnaio 2021

A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare Figli di Dio
Questa Domenica, la seconda dopo Natale, costituisce una salutare ‘sosta’ per poter contemplare e interiorizzare il Mistero dell’Incarnazione: Dio si avvicina all’uomo che può, così, partecipare e condividere la Sua stessa Vita divina mediante Gesù Cristo, il Logòs-Parola definitiva di Dio all’Umanità, che viene ad ‘abitare’ e ‘piantare la Sua tenda’ nel deserto del nostro pellegrinaggio terreno ed umano. L’Incarnazione’ del Figlio di Dio è: Mistero, non perché è oscuro e incomprensibile, ma perché è troppo grande e bello per “Noi” per comprenderlo in pienezza e per contemplarlo in tutta la sua smisurata ricchezza ed armonia. C’è un Dio che si fa Uomo e diventa Uno di noi: accetta la nostra carne, il nostro corpo, vive, come noi, le stesse tappe della vita. C’è un Dio che viene per abitare: ‘pianta’ la Sua tenda tra le nostre ‘tende’. Viene per restare, condividere la nostra vita e partecipare in tutto, fuorché il peccato, alla nostra natura umana.
C’è una nuova Storia
, ora, tra Dio e l’Uomo: la prima Alleanza, tra Dio e Israele, trova in Gesù Cristo compimento visibile, udibile, tangibile… con Lui, ora, si può stare insieme, si può parlare, si può vivere, perché in Lui abbiamo visto la Gloria e il Volto del Padre, pieno di tenerezza e di amore per Noi. C’è un Dio che non può essere più considerato irraggiungibile perché nel Verbo Incarnato ha colmato ogni distanza; un Dio che non è più estraneo perché ha ‘piantato la Sua tenda’ nella nostra Storia che non può più ignorare la Sua presenza: può solo accoglierLo o rifiutarLo!
Il Verbo
che era presso Dio ed era Dio si fece carne e ha posto la Sua tenda in mezzo a noi. ‘Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio Unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che Lo ha rivelato’ (Gv 1,18). Il Lògos, il Verbo, Gesù Figlio di Dio ha preso e ha assunto la nostra carne e si è immerso nella nostra storia per farci partecipi della stessa Sua luce e della stessa vita e rivelarci il Padre Dio (Vangelo).
Nella prima Lettura, la Sapienza ‘loda’ Se stessa, non per autocelebrarsi ma per affermare la Sua identificazione con il Logos-Dio. Infatti, rivelando la Sua origine, la Sapienza si identifica con la Parola (Logos) del Creatore e con il Suo Spirito che aleggia sulle acque e viene presentata come intermediaria tra il Creatore e le creature! Paolo, nel suo Inno di Lode e Benedizione (seconda Lettura), contempla il Disegno di amore di Dio, che, cominciando da Israele, raggiunge tutti i Popoli, chiamati nel Figlio ad ‘essere santi e immacolati, di fronte a Lui, nella carità’ e predestinati ‘ad essere per Lui, figli adottivi mediante Gesù Cristo … a lode della Sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio Suo amato’.
Cos’è e chi è la sapienza?
Il Siracide ci corregge e chiarisce che la Sapienza non è solo qualcosa da possedere, ma Qualcuno da cercare perché si lascia trovare.
L’Inno alla Sapienza presenta, dunque, in modo tipologico, la figura di Gesù Cristo, Verbo Incarnato, Sapienza, Luce e Vita di Dio. Le caratteristiche della Sapienza ‘inviata tra gli uomini’ e che ‘pianta la tenda tra gli uomini’, infatti, si realizzano nel Verbo giovanneo: la Sapienza è la Parola, il Verbo. Dalla Sapienza, personificata in una figura femminile (Sir 24), a Logos Verbo di Dio (Gv 1).
La relazione tra Sir 24 e Gv 1 viene espressa sinteticamente da Paolo in 1 Cor 1,24,30: Cristo, ‘diventato per noi Sapienza, Giustizia, Santificazione e Redenzione’ è ‘Potenza di Dio e Sapienza di Dio’.
La Sapienza di Dio
incarnata in Gesù di Nazareth, il Figlio Unigenito, il Quale, perché in relazione intima con il Padre, solo Egli può rivelare il Suo volto misericordioso e pietoso (Vangelo) in Lui e mediante Lui ci ha fatti eredi e figli. Perciò d’ora in poi possiamo dirci Suoi figli nel Figlio amato e possiamo rivolgerci a Lui chiamandoLo Padre (seconda Lettura).
È Vita
, il Verbo di Dio, la stessa Vita di Dio, che si è immerso nella nostra misera esistenza a rigenerarci e ricrearci in Lui, Figlio amato, figli e figlie di Dio Padre e fratelli e sorelle tra di noi.
Nel suo Prologo Giovanni, quando parla del “Verbo”, riferisce la teologia della Parola e della Sapienza, come Forza che crea, come Rivelazione che illumina, come Persona che vivifica e salva. Gesù, il Verbo, è, infatti, la Parola piena e definitiva di Dio, la Sapienza resa visibile, la Persona inviata a noi, come Figlio Unigenito del Padre! In Lui era la Vita e la Vita era la Luce degli uomini: Gloria a Te, o Cristo, Luce, Splendore della Verità di Dio e Vita di ogni credente!

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Ultimo aggiornamento 02/01/2021 - 12:22

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