Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Gesù Cristo, Re dell' Universo, 22 Novembre 2020
Cristo Signore, Pastore del suo popolo Re dell’ Universo e giudice dell’amore
Gesù,
Principio e Fine, Alfa e
Omega della Storia Umana, Re dell’Universo,
Pastore messianico, buono e bello
(calòs), Re e Giudice dell’Amore.
La Sua ‘regalità’ si manifesta come servizio d’amore
per il Suo gregge, l’Umanità intera.
La Regalità di Cristo
Signore non è come quella ‘del
mondo’. Egli è Re Pastore che è al servizio del
Suo gregge, il Suo popolo, e lo redime e lo salva.
La Sua è Regalità di servizio e dono di amore e il
Regno si compendia e si concentra tutto nella Sua
persona, nostro Re Pastore e Giudice misericordioso.
Non è come quei pastori d’Israele - della
prima Lettura
- che pascolano se stessi, anziché le pecore,
che sono abbandonate, sbandate, disperse e sbranate
da bestie selvatiche! Di tutto questo dovranno
rendere conto! Il Signore stesso si farà Pastore del
Suo popolo, interverrà personalmente e ‘strapperà
dalle loro bocche le Sue pecore’, le cercherà
tutte e si prenderà cura di tutte e di ciascuna.
Paolo,
nella seconda Lettura, ci porta alla fonte
della Sua regalità: Egli morendo ha distrutto la
morte, ha redento tutte le creature dal peccato,
annienterà definitivamente la morte, l’ultimo
nemico, e riconsegnerà il Regno a Dio Padre al Quale
tutto sarà sottomesso, ‘perché Dio sia tutto in
tutti’.
Il Vangelo
ci annuncia che l’Umanità intera sarà giudicata
su quanto Gesù, oggi, ci rivela e insegna: la
Carità, come amore concreto per ‘i fratelli più
piccoli’, quanti noi emarginiamo e riduciamo ad
ultimi, escludiamo, respingiamo e volutamente
ignoriamo!
Egli, Re che serve,
Pastore buono che guida e si prende cura, Giudice
misericordioso, si identifica con questi ‘fratelli
più piccoli’ e si lascia amare o rifiutare in
questi! Quando il Figlio dell’Uomo verrà a giudicare
il mondo, saremo giudicati sull’amore dato o negato
a questi Suoi ‘fratelli più piccoli’. ‘
In verità Io vi dico: tutto quello che avete
fatto a uno solo di questi
Miei fratelli più
piccoli, l’avete fatto a Me’ (vv 40.45).
Certo che questi gesti concreti di carità devono
essere fondati sull’amore per Dio e, perciò,
costituiscono una particolare ‘imitazione’
del Suo agire misericordioso verso i fratelli “quelli
più piccoli di tutti” e sono risposte concrete
dell’amore reale predicato e testimoniato da Gesù,
fino a donare la Sua vita per noi e per la nostra
salvezza.
Nella Domenica conclusiva dell’Anno
Liturgico, celebriamo Cristo Re
dell’Universo che, indicandoci il Suo Trono, che è
la Croce, da dove regna sulla Umanità, ci rivela
l’essenza della Sua Regalità: il servizio d’amore
fino al dono di Sé!
La Celebrazione,
conclude un tratto di cammino e ci apre il cuore
alla contemplazione del Messia Re Pastore che viene
a giudicarci con misericordia sul criterio
dell’amore, reso o negato, per ‘i più piccoli dei
suo fratelli’, e a rivelarci,
ancora una volta, che la Sua Regalità consiste nel
Regnare dalla Croce per attirare tutti alla
Sua Persona, che si identifica con il fratello
affamato, assetato, straniero,
nudo, malato e carcerato! Solo chi
entra in questa logica, quella dell’amore, sarà
‘benedetto’ e riceverà in eredità il Regno di Dio, ‘gli
altri’, che non avranno seguito il criterio
dell’amore, saranno maledetti e saranno
buttati nel fuoco!
Noi Cristiani
mai dobbiamo disgiungere la nostra fede
dall’amore e, quali discepoli di Cristo Signore, che
regna servendo e serve regnando,
dobbiamo imparare a
credere
amando e ad amare
credendo!
Ultimo aggiornamento 21/11/2020 - 12:35
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