Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
33a Domenica Ordinaria, 15 Novembre 2020
Nell'attesa della Sua venuta
Come vivere l’attesa e
preparare l’incontro con il Signore? Non in modo
passivo, rimandando sempre al domani, ciò che
dobbiamo ‘compiere’ oggi, e impegnandoci,
nella fedeltà operosa e
perseverante, ad amministrare e a far
fruttificare i Doni di grazia, affidati da
Dio a ciascuno di noi, con fiducia e ‘secondo’
le nostre capacità e possibilità.
La prima Lettura presenta l’esempio armonioso
di una donna, forte e laboriosa, ‘che teme Dio’ e
che, con la sua operosità, rende felice ed
orgoglioso il cuore del marito, che a lei si affida
e in lei confida, con riconoscenza, per ‘il
frutto delle sue mani’ e con la lode ‘per le
sue opere’. L’Apostolo, nella seconda
Lettura, di fronte alla ‘certezza’ della
Parusia (il Ritorno del Signore) e di fronte
all’incertezza del ‘quando’ il Signore verrà, esorta
i Tessalonicesi a non addormentarsi, a vivere nella
vigilanza e ‘a comportarsi da figli della luce e
figli del giorno’ perché noi non siamo nelle
tenebre e ‘non apparteniamo alla notte né alle
tenebre’. Nel Vangelo, siamo chiamati a
riflettere su quanto Gesù ci insegna e ci chiede:
rispondere alla fiducia che Dio ha riposto in noi,
affidandoci i Suoi doni di grazia per farli
fruttificare e prendere parte alla Sua gioia, che è
infinitamente superiore alle nostre
fatiche e impegno.
Tutta la nostra vita
è dono di Dio, da far fruttificare e, perciò,
richiede grande e coerente responsabilità a
corrispondervi, con impegno operoso, saggio,
sapiente e fiducioso, nella certezza che, se Dio ci
chiama ad una missione da realizzare, non ci lascia
mai soli e ci dona sempre, nella Sua grazia, tutti i
mezzi per farla fruttificare, secondo i Suoi voleri,
rivelati a noi nel Figlio e nel Suo Vangelo.
La Parabola, dunque, vuole indicare il
modo e dettare le disposizioni alla
Comunità, che attende il Signore, per saper
rispondere alla fiducia che Egli ha dimostrato,
affidando a ciascuno di noi l’immenso dono del Suo
Vangelo da vivere pienamente, rispondendo con
fedeltà ai compiti assegnati secondo ‘le capacità di
ciascuno’. Tutto ci è stato donato e affidato dal
Signore per farlo fruttificare, fino a raddoppiarlo,
per il bene di tutti e, così, corrispondere alla
grande fiducia riposta in ciascuno di noi dal Datore
di tutto, il Signore, e raggiungere il fine per cui
tutto ci è stato affidato, nell’attesa della Sua
venuta. Di tutto questo ci sarà chiesto conto dal
Signore quando tornerà.
L’Anno Liturgico,
già volge al suo compimento e ci vuole ricordare che
anche la nostra vita terrena avrà un suo
compimento. Non sciupiamo, perciò, il dono
del ‘tempo’, che si fa sempre più breve, ma
viviamolo come
Kairòs, occasione favorevole e unica
possibilità da non perdere assolutamente, per
far fruttificare i doni di grazia che Dio, con
fiducia, ha affidato a ciascuno di noi, ‘secondo
le nostre capacità’. In parole semplici, a
ognuno di noi il Signore ha affidato con fiducia
tutti i Suoi beni: il Figlio, la Sua Parola, la vita
e tutti i mezzi e la Sua grazia per accoglierli, con
responsabilità e farli ‘fruttificare’, perseguendo
il fine per cui ci sono stati affidati: collaborare
attivamente e vitalmente, al Suo universale Disegno
di amore e di salvezza, ‘raddoppiando’ quanto
Egli ci ha consegnato e affidato, e
per corrispondere alla Sua fiducia in noi riposta e
per partecipare per sempre alla Sua gioia! Ecco,
come la Parola
ci insegna ad attendere il Giorno del Signore.
Il Vangelo
ci dice, nel Giudizio finale, chi ha agito con
responsabilità e ha corrisposto alla fiducia del
Padrone, facendo fruttificare i Suoi beni come i
primi due servi che con solerzia, costante impegno e
fedeltà li hanno fatti raddoppiare, ricevono
‘potere su molto’ e partecipano ‘alla gioia del loro
Padrone’; mentre, all’altro, ‘servo malvagio e
pigro’, che ha avuto
paura, che è il contrario della fiducia, e ha
imbucato sottoterra il talento, affidatogli con la
stessa fiducia dal Padrone, gli viene tolto il
talento, che viene affidato ai due fedeli servitori,
e viene ‘gettato fuori nelle tenebre; là sarà
pianto e stridore di denti’! Il vero, più
prezioso e ed insostituibile ‘Talento’ è la
Sua Parola, il
Vangelo, il Bene Sommo che deve essere assolutamente
ascoltato, accolto, vissuto, annunciato e
testimoniato ai fratelli e da tutti deve essere
diffuso e propagato, ‘secondo le capacità di
ciascuno’, in tutto il mondo, con le parole e
con le opere, in modo che arrivi e conquisti tutti e
tutti prepari all’incontro con il Signore, che viene
per farci partecipi della Sua gioia e salvezza
eterna.
Ultimo aggiornamento 14/11/2020 - 07:53
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