14a Domenica Ordinaria, 4 Luglio 2020

Il mio gioco è dolce e il peso leggero
Gesù, mite ed umiledi cuore
, invita tutti coloro che si sentono affaticati e oppressi ad andare da Lui, alla scuola ardua ed esigente del Suo cuore, unica via per assicurare pace, ‘riposo’ e ‘ristoro’ al nostro cuore inquieto e turbato (vv 28-30).
Cosa ci chiede,
o meglio, ci comanda, oggi, Gesù?
Farsi ‘piccoli’ e ritornare ad essere ‘semplici’ per accogliere e comprendere la profondità e fecondità della rivelazione di Dio Padre e della Sua Volontà.  
Venite a Me, Prendete il Mio giogo, Imparate da Me’! Sono tre verbi al modo imperativo da non disattendere assolutamente.
Venite voi tutti che siete affaticati e oppressi: è il verbo che chiama alla sequela; non è un semplice invito ad avvicinarsi soltanto a Gesù ma a seguirLo a prendere il Suogiogo con tutte le conseguenze che ne derivano e ad imparare tutto da Lui.
Zaccaria
, nella prima Lettura, annuncia alla figlia di Sion, invitandola ad esultare, la venuta del suo Re, Messia, mite e povero, che porterà pace a tutte le nazioni. È il vero Principe di pace che porrà fine all’oppressore e al suo distruttivo apparato bellico di carri, cavalli e arco di guerra.
L’Apostolo
approfondisce il Mistero Trinitario in rapporto al cristiano. Lo Spirito di Dio, mediante il Battesimo, ‘abita’ e ‘dimora’ in noi, e ci fa appartenere totalmente a Cristo.
Perciò, noi non siamo più debitori verso la carne (desideri ‘carnali’ e dominio del peccato), ma verso lo Spirito e, quindi, verso Cristo e verso Dio: perché il vivere secondo la carne conduce alla morte, mentre è l’apertura allo Spirito a donarci la vita! Vivere secondo lo Spirito, nella libertà di figli e rinunciare alla schiavitù della carneche conduce alla morte.
Gesù conosce tutto di noi
, vede i nostri smarrimenti, le nostre angosce, le nostre paure, le nostre stanchezze e scoraggiamenti e vuole che attingiamo dal Suo cuore speranza, forza, sollievo e coraggio, indicandoci anche il modo per trovare e ritrovare ristoro per la nostra vita: imparare da Lui la mitezza e l’umiltà e accogliere il Suo giogo, che non è pesante e soffocante, ma ‘dolce’ e ‘leggero’, insieme con Lui, sempre al nostro fianco, nel nostro faticoso e gravoso cammino della vita, per ristorarci nelle nostre fatiche e liberarci dalle nostre quotidiane oppressioni.  
Il Suo ‘giogo’
corrisponde alla Volontà salvifica del Padre, rivelata, non più attraverso la Legge, ma mediante il Cristo, Suo Figlio.
Prendere il Suo giogo
, perciò, è accogliere la Volontà del Padre e compierla nel seguire Gesù, Suo Figlio e Mediatore (Figlio dell’Uomo) unico di salvezza per l’uomo.  
Il giogo di Gesù
è ‘leggero e soave’, non è ‘gravoso’ (1 Gv 5,3), perché è offerta di libertà, via e strada di liberazione e perché è il ‘giogo’ che Gesù ha portato per primo, per amore e obbedienza, l’ha vissuto con fedeltà e fino in fondo, e, perciò, Egli ci chiama e ci chiede di imparare da Lui a portare questo ‘giogo’ di amore e libertà, come Lui e insieme con Lui!
Tutto, infatti, insieme con Lui, diventa leggero, soave, sopportabile e fecondo
!

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Ultimo aggiornamento 04/07/2020 - 11:44

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