13a Domenica Ordinaria, 28 Giugno 2020

Chi ama padre o madre, figlio o figlia più di me non è degno di me.
L’Insegnamento di Gesù
è chiaro e senza equivoci. Mai il Maestro, infatti, ha affermato che i genitori, il padre, la madre, la famiglia, i fratelli e le sorelle, il figlio o la figlia non valgono e non bisogna amarli o, addirittura, bisogna ‘odiarli’ (cfr Lc 14,26), ma dichiara semplicemente che la Sua Persona, la Sua Parola, il Suo amore, la Sua presenza viene ‘prima’, perché vale sopra tutto ed è la relazione con Lui che fonda tutto il resto: la famiglia, il retto rapporto tra genitori e figli, la vocazione, il lavoro. Se riportiamo, perciò, il Signore al ‘primo posto’ nella nostra vita, tutto si riordina e tutto ritorna al posto suo!
È la priorità dell’amore
per Gesù e, quindi, per Dio, che pone ordine e dona sostanza al nostro amore verso i genitori, i figli, gli amici, i parenti e tutti i fratelli e le sorelle del mondo. Nulla e nessuno, dunque, prima di Cristo Gesù nella nostra vita!
Chi accoglie Voi accoglie Me e Colui che mi ha mandato
. L’accoglienza è il distintivo dello stile di vita del cristiano, vero seguace e fedele discepolo di Cristo. Accogliere è più che semplice ospitalità, è condivisione totale e comunione di vita. In realtà, non siamo noi ad accogliere il Padre e il Figlio, ma è il Padre che vuole accoglierci per mezzo del Figlio! A noi è richiesto solo di lasciarci accogliere dal Padre per mezzo del Figlio. Accogliere il Figlio, allora, vuol dire lasciarsi ospitare e abitare dal Figlio e, in Lui e per Lui, accogliere l’amore misericordioso e salvifico del Padre.
Accogliere
o non accogliere i Suoi Apostoli, è accettare o rifiutare lo stesso Gesù, che li ha mandati e il Padre, che Lo ha mandato ed è accogliere o rifiutare, in definitiva, l’amore pietoso e misericordioso del Padre e la redenzione e la salvezza del Figlio.
Altra necessaria precisazione circa la ‘ricompensa’ promessa da Gesù a chi ‘accoglie’ e ‘dona’.
La ‘ricompensa’, di cui parla il Maestro, è la gioia intima della relazione e comunione con Lui e, per mezzo di Lui, con il Padre ed è la grazia di vivere, seguendo il fine per cui abbiamo ricevuto in dono la vita, che è quello di donarsi gratuitamente, seguendo Gesù, con fedeltà, andandoGli ‘dietro’, portando la nostra croce, insieme con Lui. È il dono immenso di poter accogliere, nella nostra vita, Gesù, il Figlio che ci fa accogliere dal Padre, ricco di amore e misericordia, che ci dona vita nuova e gioia eterna, che pregustiamo, qui in terra, quando riponiamo Dio, Uno e Trino, al ‘primo posto’ nella nostra vita, quando prendiamo la nostra croce e la portiamo, con amore e fiducia, seguendo ‘di dietro’ Gesù, e quando accogliamo i Suoi profeti e i giusti, e diamo attenzione e amore ai Suoi piccoli e ai Suoi poveri!
La Prima Lettura ci pone come esempio, una donna di Sunem, benestante ma sterile, che, insieme con il marito, offre e dona generosa accoglienza e gratuita ospitalità al profeta Eliseo, perché ‘uomo di Dio’ e ‘santo’, e da questi riceve la promessa che si realizzerà ‘fra un anno’, quella di poter ‘stringere un figlio tra le sue braccia’.
L’accoglienza ospitale e generosa è fonte di benedizione di Dio, che ‘premia’ e ‘ricompensa’ quella donna, accogliente e ospitale, con il dono, insperato e non richiesto, della fecondità e della maternità che dona vita e assicura discendenza.
Paolo
, nella seconda Lettura, ci consegna una profonda e sintetica catechesi sulla grazia della nostra incorporazione al Mistero Pasquale nel nostro battesimo: sepolti insieme con Cristo nella morte, affinché, come Cristo risorto, anche noi, ‘morti al peccato e viventi per Dio, in Cristo Gesù, possiamo camminare in una vita nuova’.
Nel Battesimo
, ci siamo immersi da peccatori con Cristo nella Sua morte e siamo stati fatti emergere dall’acqua da ‘conrisorti insieme con Lui, siamo chiamati, ora, a ‘vivere per Dio' una vita redenta e rinnovata. Dal Battesimo, dunque, scaturisce uno stile di ‘vita nuova’, la vita in e per Cristo e non più compatibile con il peccato, al quale si deve ‘morire’ per ‘risorgere’ e ‘vivere’ in Cristo.

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Ultimo aggiornamento 27/06/2020 - 11:35

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