SS. Corpo e Sangue di Cristo, 14 Giugno 2020

‘Io sono il Pane vivo disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo Pane vivrà in eterno’
In questa Solennità Celebriamo la Memoria viva della Pasqua del Signore che ci fa passare dalla morte alla vita. Cristo Gesù si presenta come il Pane Vivo che dona la vita eterna nel dono del Suo Corpo spezzato per noi e del Suo Sangue versato per noi.
Noi, oggi, rendiamo grazie
al Padre per il Dono di Suo Figlio, che ha dato la Sua vita sulla croce per dare a noi nuova vita ed è Risorto per donarci la vita eterna. Ogni giorno nell’Eucaristia, Pasqua quotidiana, Egli si dona a noi, nel Suo Corpo e nel Suo Sangue, nei ‘segni sacramentali’ del pane e del vino, per farci vivere per Lui e come Lui, rimanendo in noi e facendoci ‘rimanere’ in Lui e assimilare da Lui e portare frutti di vita eterna.
Oggi celebriamo l’intima relazione
tra Eucaristia e Chiesa, tra Cristo, che si dona nella Sua Carne e nel Suo Sangue e la Comunità dei credenti, Suo Corpo, ‘Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti, infatti, partecipiamo all’unico pane’. Cristo Gesù, Pane vivo disceso dal cielo, nell’Eucaristia, unisce le varie membra della Chiesa, nel Suo Corpo spezzato e nel Suo Sangue versato e li pone in comunione con Lui e tra di loro (seconda Lettura).
È l’Eucaristia, Corpo di Cristo
Signore, infatti, che, assimilandoci a Sé, genera la Chiesa, Suo Corpo, la fa vivere della Sua stessa vita e la fa crescere e maturare nel Suo Santo Spirito. Nella prima Lettura, Il Signore Dio, per quarant’anni, guida e conduce il Suo popolo, nonostante le sue reiterate infedeltà, attraverso il deserto, per farlo entrare in Canaan, la Terra promessa. Durante questo lungo e tormentato cammino, non lo ha mai abbandonato e lasciato solo nelle inevitabili ‘prove’, e lo ha sempre soccorso, rimesso in cammino, nella ritrovata fiducia e certezza che è il Signore a guidarlo ed è proprio il Signore, suo Dio a soccorrerlo e liberarlo nelle prove e difficoltà, e nella mancanza di cibo e di acqua, a nutrirlo e a dissetarlo!
Ricordati
e non dimenticare, perciò, che il Signore, tuo Dio, ti ha condotto nel deserto, ‘grande e spaventoso, pieno di serpenti velenosi’, non per abbandonarti e lasciarti morire, ma, per farti uscire dalla schiavitù egizia e guidarti, ‘con mano potente’, verso la Terra Promessa, attraverso il deserto insidioso, senza acqua e senza cibo, per fare sgorgare per te un’acqua viva dalla roccia durissima (v 15) e per nutrirti di manna sconosciuta a te e ai tuoi padri (v 16).
Il Vangelo, nel brano odierno
, ha per tema centrale l’annuncio della morte di Gesù, voluta e vissuta come ‘dono per la vita del mondo’ assieme con la promessa del dono dell’Eucaristia. Gesù si presenta Pane vivo che discende dal cielo per dare la vita a quanti crederanno in Lui e lo mangeranno. Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue ‘rimane in Me ed Io in lui’, ‘vivrà per Me’, ‘ha la vita eterna ed Io lo risusciterò nell’ultimo giorno’. Dunque, dobbiamo credere che Egli è il Pane vivo disceso dal cielo, che è la Sua carne per la vita del mondo’, ma dobbiamo farne anche esperienza viva e vitale. Tutto quello che Gesù annuncia e promette lo attualizza nell’Eucarestia, Fonte e Culmine della vita della Chiesa e di Sorgente di vita sempre nuova per ogni credente.
Nel dono totale
di Se, nel segno del Pane disceso dal cielo, Sua Carne che sazia pienamente e nel segno del vino, Sangue sgorgato dalla sua Persona, che disseta definitivamente, Cristo morto e risorto, dona vita e comunione, ‘rimane’ in noi e noi siamo in Lui e viviamo ‘per Lui’.
Nell’Eucaristia,
quotidiana e domenicale, Gesù Cristo, morto e risorto, si offre e si dona a noi nel Suo Corpo e nel Suo Sangue. Noi mangiando il Pane che è il Suo Corpo spezzato per noi e bevendo il Vino, che è il Suo Sangue versato per noi, Lo accogliamo in noi, nella fede, vivo e risorto, ed Egli vive in noi e ci fa vivere da figli di Dio, nostro Padre, e da fratelli fra di noi. Il Corpo di Cristo, Pane vivo disceso dal cielo, Dono del Padre, che tanto ci ha amato e ci ama, ci fa vivere, ci sazia, ci assimila a Sé e ci fa Chiesa, il Suo Corpo mistico che prolunga la Sua opera di Redenzione e di Salvezza nella nostra storia.
Infine, è inconcepibile
pensare e credere che si possa celebrare l’Eucaristia nelle divisioni e nelle contrapposizioni; che si possa adorare e ricevere il Signore nel rancore e nell’inimicizia e senza rispetto e amore per i fratelli membri dello stesso Corpo!
Come è impensabile
poter credere di aderire a Cristo senza la ‘mediazione’ della Chiesa, Suo Corpo e Sua Sposa! È senza fondamento teologico lo slogan ricorrente e molto accomodante: ‘io credo Cristo, sono cristiano ma, non credo la Chiesa’! Ecco le chiare e incisive affermazioni S. Cipriano, a proposito: ‘non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre’ (De Catholicae Ecclesiae Unitate, 6).

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Ultimo aggiornamento 13/06/2020 - 10:51

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