3a Domenica di Pasqua, 26 Aprile 2020

Mane nobiscum, quoniam advesperascit
Contenuto Cristologico
delle Letture di oggi, è l’Evento della Risurrezione di Gesù di Nazareth, quale compimento del Piano salvifico, prestabilito da Dio Nostro Padre, dall’eternità.
La prima Lettura
, attraverso Pietro, ci fa proclamare Dio che ha risuscitato Gesù Cristo, Suo Figlio, e che, per mezzo dello Spirito, ci fa Suoi figli adottivi e ci abilita ad essere Suoi testimoni gioiosi e fedeli. Voi, miei fratelli Ebrei, avete crocifisso e ucciso, Gesù di Nazareth, consegnandoLo in mani pagani, Dio Lo ha risuscitato, compiendo quanto Davide, il profeta, previde e preannunciò attraverso le parole del Salmo 16,8-11: ‘Questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione’.
La seconda Lettura
descrive la nostra straordinaria ‘liberazione’ da una ‘condotta vuota’ e il nostro riscatto, avvenuto mediante il prezzo altissimo del sangue dell’Agnello innocente che ci abilita a vivere da figli, nel sacro timore di Dio e nella piena fiducia del Suo amore misericordioso che Gesù ci ha rivelato nel dono della Sua vita per la salvezza di tutti gli uomini.
Il Vangelo
, attraverso la ‘storia’ dei due discepoli, ci vuole assicurare che il Risorto Cristo Gesù non ci abbandona mai e sempre è accanto ad ogni uomo, come ha agito con i due discepoli delusi e ‘stolti’, ai quali si accompagna e, inserendosi, con delicato amore nella loro profonda tristezza, riaccende i loro cuori con la Sua Parola che, prima, li fa ardere e, poi, si fa riconoscere nel gesto sacramentale dello spezzare il pane per confermare e celebrare la Sua risurrezione.  
Anche Noi
, oggi, provati, smarriti e disorientati da questa pandemia, dobbiamo cantare la certezza che Dio, Padre che ha sacrificato il Figlio per noi, non ci lascerà e non abbandonerà la nostra vita negli inferi del nostro peccato, ci mostrerà e ricondurrà sui Suoi sentieri della vita nuova e ci ricolmerà della gioia della Sua presenza (prima Lettura e Salmo).
Noi, oggi, feriti e sconcertati
, scoraggiati fino ad essere più stolti nell’ascoltare e più chiusi nel credere la Parola, più lenti e restii nel riconoscere il misterioso Pellegrino, che si fa nostro compagno di viaggio, in questa nostra esistenza, stremata e svuotata dal nostro peccato, dobbiamo sentire il Risorto sui nostri passi e che si è avvicinato a noi, cammina al nostro fianco, ascolta i nostri lamenti e accoglie le nostre delusioni e fallimenti e ci parla per farci ardere di nuovo il cuore ed aprirlo a una speranza viva.  
Vogliamo fermarci
un po’, guardarci negli occhi smarriti e pieni di lacrime e rivolgere a Lui la stessa supplica dei due falliti fuggitivi verso Emmaus: Mane nobiscum, quoniam advesperascit. Anzi, in noi è notte fitta e fonda e sembra non voler finire mai! Vieni, rimani con noi e aprici all’alba gloriosa e vittoriosa della Tua risurrezione e facci far ritorno sui sentieri della vita che Tu ci hai indicato, con più gioia e più fedeltà.
Il Risorto viene incontro
a noi per liberarci dallo scoramento e accenderci al fuoco della Sua luce di vincitore sul peccato e sulla morte. Egli continua a camminare con noi, anche se noi, come i due di ritorno ad Emmaus, siamo chiusi nelle nostre paure e sconvolti dalla delusione e dal muto dolore che ci avvolge e travolge. Egli continua ad ascoltarci, sente la nostra rabbia e ascolta i nostri lamenti, senza alcun spiraglio di speranza! Egli vuole farci capire che non è facile arrivare a sradicare il male oscuro e guarire le ferite del cuore, se esso rimane chiuso nelle proprie convinzioni, indurito dagli avvenimenti contrari e vuoto di luce di speranza!
Se la Quaresima
ci ha preparato e condotto alla Pasqua, il Risorto ci rimette in cammino e si pone affianco di ciascuno di noi, in questo nostro amaro e incerto cammino, per farci leggere questi ‘segni’ dolorosi e penosi del nostro presente, alla luce della Sua Parola, quale fuoco che purifica e fa ardere il cuore dal desiderio vivo di intravedere la luce della fede e la forza della speranza nel riconoscerLo Risorto, Vincitore sul peccato e sulla morte, e convertirci e farci ritornare alla vita bella e buona del Vangelo del Suo amore e della Sua salvezza.
Viandanti, smarriti
e delusi, tristi e senza meta, anche Noi, oggi, siamo raggiunti sulla via del nostro sconsolato smarrimento, e affiancati da Uno che conosce tutto di noi e cosa c’è che agita la nostra vita così tanto inquieta, confusa e depressa, per riaccendere, gradualmente, ma efficacemente, i nostri cuori spenti e aprirli alla luce della comprensione piena della Scrittura e per farsi, poi, riconoscere e rivelarsi nell’entrare nella nostra casa e nello spezzare il pane della nuova vita e rimetterci nel cammino del ritorno verso la Sua persona, morta e risorta, per farci risorgere con Lui a futuro di pace, giustizia e fratellanza universale
.

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Ultimo aggiornamento 25/04/2020 - 11:31

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