Domenica delle Palme, 5 Aprile 2020

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Celebriamo questa Pasqua, attraversando questo cupo tempo di sofferenze, inquietudine, di drammatici disorientamenti e di morte disumana, con la fiducia e certezza che Dio, Creatore di vita e Padre misericordioso, non lascia mai soli le Sue creature e mai si dimentica e mai abbandona nella morte i Suoi figli, ma li redime, li ricrea e li fa rivivere, attraverso il Sacrificio, la Passione, la Morte e la Risurrezione del Figlio Suo,  che, nella prima Lettura, è presentato a noi come il ‘Servo del Signore che va incontro alla Sua passione, ‘senza tirarsi indietro’, nella consapevolezza che ‘il Signore lo assiste’ e che, perciò, ‘non resterà confuso’.
Nel Salmo
, il Servo del Signore, come nel Vangelo, il Figlio Suo Gesù, alla domanda iniziale, ‘Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato’? fa seguire la certezza incrollabile: ‘Tu non mi abbandoni mai, mi resti accanto, presto mi libererai dal ‘branco di cani’ dei miei nemici e oppressori.
Nella seconda Lettura, il Figlio di Dio, si svuota della Sua divinità e assume la nostra misera condizione umana, si fa simile (fratello) ad ognuno di noi, umiliando Se Stesso, facendosi obbediente fino alla morte in croce per noi. Matteo, nel suo Racconto della Passione e Morte di Gesù, ha come fine quello di dimostrare che la Missione a Lui affidata, è compiuta nella fedele e assoluta obbedienza al Padre, che Lo ha rivelato Suo Figlio Amato nel Battesimo al Giordano e sul Tabor nella Trasfigurazione (3,17; 17,5).
Insieme a Marco, Matteo, per conseguire questo fine, fa continuamente riferimento ai Salmi di supplica, dove l’orante, che si trova in solitudine, è indifeso, circondato da nemici che vogliono la sua morte, lo deridono, lo scherniscono e, con ironia, lo insultano. Questi non risponde agli avversari inferociti, ma si rivolge unicamente a Dio, domandandoGli perché lo ha lasciato solo e chiedendoGli di ascoltare il suo grido, invocandoLo a non tardare più e a non nascondergli il Suo volto e a non consegnarlo nelle mani dei nemici feroci e assassini (Salmi 10,1: 22,1; 42;10; 43,2; 44,23).
Così, Gesù, durante la Sua passione, nel Getsemani
, è lasciato solo, i Suoi discepoli si lasciano sopraffare dal sonno (6, 40) e, dopo che, tradito da Giuda, gli avversari lo catturano, ‘come se fosse un ladro con spada e bastoni’ (6,55a) ‘tutti i discepoli Lo abbandonarono e fuggirono’ (6,56b). Arriva anche ad avvertire, addirittura, l’abbandono di Dio (27,46) al Quale, con fiducia incondizionata, poi, consegna il Suo spirito, sapendo che Egli ‘non abbandonerà la Sua vita nel sepolcro né lascerà che il Tuo santo veda la corruzione’ (Sal 15,10).
Gesù si consegna liberamente alla morte per la nostra salvezza
, obbediente al Padre, dal Quale tutto si attende e nelle Sue mani si affida e si consegna con amore filiale: così Egli rivela la Sua relazione e testimonia di essere Figlio di Dio. Egli è l’Agnello innocente, coperto di sputi e di scherni, di insulti e sarcasmi, si addossa i nostri peccati e li toglie e li lava nel Suo Sangue, versato per noi. Il Giusto, che è condannato come un assassino! Il Figlio di Dio, svuotato e abbassato, spogliato e flagellato, condannato a portare la croce e coronato di spine ad essere crocifisso tra due malfattori e morire anche per loro e i Suoi crocifissori! È il Buon Pastore che muore per dare la vita alle sue pecore!

COME VIVREMO QUESTA SANTA SETTIMANA?
Certamente dovremo dire e cercare come l’affronteremo e la celebreremo in Famiglia e nella nostra Casa, che dobbiamo riscoprirla come luogo di incontro, di dialogo, di comunione, di preghiera, di ascolto reciproco, di incoraggiamento vicendevole e mutuo sostegno: in una parola, dobbiamo fare della nostra Casa una piccola Chiesa, e della nostra Famiglia una Assemblea liturgica orante e celebrante, perché questi giorni che ci introducono nella Pasqua di Risurrezione, attraverso la Sua passione e la Sua morte, non possiamo sciuparli e perderli. Il tempo tenebroso che stiamo vivendo, esige da parte di noi tutti più responsabilità, e un rapporto più leale e retto con Dio, con i fratelli, soprattutto, con quelli più poveri e disagiati, con noi stessi e con il nostro futuro. Il digiuno delle Celebrazioni Pasquali, deve farci sentire più fame di Cristo e del Suo amore, per ricominciare a vivere una nuova primavera della fede, della speranza e dell’amore fraterno. Come faremo senza le nostre Celebrazioni, le nostre Processioni, le nostre rappresentazioni spettacolari della Passione e Via Crucis, e altre devozioni? Facciamone un DIGIUNO salutare!
È l’occasione da non perdere: digiunare del nostro celebrare, per vivere e celebrare la Pasqua al modo e come Maria, sotto la croce, le pie Donne, che non si allontanano dalla Sua tomba, aspettando, con fede, la Sua gloriosa Risurrezione.
Non ci salvano, infatti,  le nostre celebrazioni virtuali
, fatte su misura e per soddisfare i nostri bisogni di apparire, né i nostro modi spettacolari di rappresentare il Mistero Pasquale della Sua Passione, Morte e Risurrezione, ma l’obbedienza e la relazione intima con la Sua Persona per accedere al Suo cuore e al Suo amore ed  unirci a Lui, patire e sopportare le prove della vita presente e affrontarle con la sua Grazia della Sua morte salvifica e la Luce della Sua Risurrezione.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 04/04/2020 - 12:05

indirizzo email parrocchiale
posta@parrocchiadelrosariofuscaldo.it