5a Domenica di Quaresima, 29 Marzo 2020

Aprirò le vostre tombe, farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete
Il Cammino quaresimale e battesimale continua e progredisce, di Domenica in Domenica, accrescendosi di nuovi contenuti di fede e impegni di conversione. Oggi, siamo introdotti, in modo efficace, nel Mistero della Pasqua di Gesù nel ‘segno’ della vita ridonata a Lazzaro, che è morto e sepolto da quattro giorni e già ‘manda cattivo odore’. Dal monte Tabor, dove volevamo restare, siamo dovuti scendere a valle e ci ha sorpreso il peccato e la morte.
Abbiamo cercato acqua per la nostra sete inestinguibile e che sempre rinasce e Gesù ci ha proposto la Sua Persona dalla Quale attingere acqua che zampilla per la vita eterna, ma siamo ancora assetati, perché continuiamo a bere ai nostri pozzi. Noi che credevamo di vedere tutto con i nostri occhi, ci siamo scoperti ciechi sin dalla nascita, e Gesù, Luce del mondo, ci ha ridonato nel Battesimo la grazia di vedere e di credere. Anche in questo nostro ‘oggi’ miserevole e pietoso, Gesù si ferma davanti alle nostre tombe chiuse, dove da tempo giaciamo morti alla Sua grazia, e grida, con profonda compassione, per farci arrivare e udire la Sua Voce che ci richiama a vita nuova e, liberandoci dal peccato e dalla morte, ci apre alla gioia della Sua Pasqua, con la Domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa, che culminerà con il Triduo Pasquale.
Quest’anno dovremo celebrare la Pasqua nel nostro deserto arido e insidioso, abbandonandoci alla misericordia di Dio Onnipotente, fiduciosi e sicuri che ci farà ‘uscire’ dalle tenebre di peccato e di morte che ci stanno avvolgendo, togliendoci il respiro di speranza, e, per mezzo del Figlio Amato, Luce del mondo e ‘la Risurrezione e la Vita’, ci strapperà dalle mani della morte, aprendo i nostri sepolcri e facendoci ‘venire fuori’ verso la luce della Sua misericordia, che non distrugge, ma ridona nuove possibilità di vita migliore e più saggia.
Ma per poter rinascere
, dobbiamo lasciar morire il nostro io, superbo e autoreferenziale, nel suo modo di pensare e di agire e conformarci in tutto al Vangelo di Gesù Cristo, che morendo ‘ha tolto’ il peccato e distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita eterna insieme con Lui. Mai, come in questi giorni, Gesù, che identifica Se Stesso come la Risurrezione e la Vita, vuole farci capire che la vita e la morte non sono termini astratti, ma ci sono persone che vivono e persone che muoiono e chi incontra Lui, partecipa già alla Sua risurrezione.
Nel Vangelo, Gesù
rianima’ l’amico Lazzaro, che era morto e che tornerà a morire, per rivelarsi Datore di vita eterna a tutti coloro che credono e aderiscono alla Sua persona. Anche la prima Lettura annuncia che la vera rinascita dell’uomo avviene perché il Signore Dio comunica il Suo Spirito. È l’inizio della grande speranza e del progressivo comprendere che Dio è Principio e Fonte di vita: “Riconoscerete che Io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri”.
Il Salmo 129
, De Profundis, lungi dall’essere ancora pensato triste canto funebre, è inno di vita e non lamento di morte, fonte di gioia e di fiducia, perché ci assicura che Dio ascolta il grido di coloro che confidano in Lui e, nel Suo amore misericordioso, ridona vita perché Egli è più grande e più forte del nostro peccato, causa della nostra morte. La seconda Lettura fonda la verità di fede nel professare che lo Spirito di Dio abita, già, in noi e ci fa figli adottivi nello Spirito del Figlio, facendoci vivere, sin d’ora, da risorti in Cristo.
Ci commuove e ci incoraggia
il fatto che Gesù non si ferma né davanti alla grande pietra posta davanti ai nostri sepolcri, né quando sente il cattivo odore dei nostri putridumi nascosti e segreti, né che siamo già morti da tanto tempo: per Lui non siamo morti, ma dormiamo e Lui può e vuole svegliarci e vuole che anche da morti, come Lazzaro, udiamo la Sua Voce ed eseguiamo il Suo grido: ‘Vieni fuori’ e accogli la possibilità di una nuova vita.
Se Tu fossi stato qui
’! Così incolpiamo Dio di assenteismo, mentre siamo noi sempre più assenti alla Sua compassione e alla Sua misericordia. A noi interessa più un dio tappabuchi che il Dio che ha fatto morire il Figlio e Lo ha risorto per dare senso alla nostra morte, quale passaggio da questa vita terrena alla vita eterna.
Noi, oggi, Marta e Maria
, che vedendo morire ogni giorno tantissimi nostri fratelli, tanti che i nostri camposanti non riescono più a contenere, noi che li vediamo morire senza conforto umano e familiare, privati anche dai conforti religiosi e delle esequie in Chiesa, e dire a Gesù: dove sei?
Se Tu fossi stato qui
, questo non sarebbe successo! In verità, dovremmo prendercela con noi stessi e non con Dio e dovremmo dirci scambievolmente: se non avessimo abbandonato Dio Padre e Creatore e la persona del Figlio Suo Gesù Cristo, Luce del mondo, Vita e Risurrezione, non saremmo arrivati a questo punto, a questi pianti, a questa terribile pandemia.
Riconosciamo che senza Dio
siamo niente, solo polvere dispersa dal vento, cadaveri imputriditi e ossa ammassate e inaridite e lasciamo che Dio apra i nostri sepolcri e permettiamo a Gesù di farci uscire dalle nostre tombe e allo Spirito del Padre e del Figlio di riplasmare la nostra vita e riconvertirci al Dio misericordioso in Cristo compassionevole Salvatore e nello Spirito Santo, Redentore e Santificatore.

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Ultimo aggiornamento 27/03/2020 - 17:33

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