5a Domenica Ordinaria, 9 Febbraio 2020
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro
Essere
sale,
essere luce dicono l’identità e la
missione di ogni membro, chiamato, consacrato e
inserito vitalmente nell’unico Corpo di Cristo, che
è la Sua Chiesa.
L’essenza della vita cristiana è essere luce e sale,
cioè, vivere la Parola, la Luce, Sole senza tramonto
Fonte di luce che illumina, riscalda, dona energia,
fa crescere, trasforma e completa il ciclo vitale
d’ogni creatura. I Battezzati, gli ‘Illuminati’
(cfr Omelia della Candelora) sono chiamati ad
esseri fedeli agli impegni e alle promesse assunti
per essere ‘segni’ e portatori di
nuovi sapori e di nuova luce nel
mondo, perché, ardenti di carità, ‘siano luce del
mondo e sale della terra’!
‘Voi
siete luce e sale’! Lo
siamo davvero perché siamo stati ricostituiti tali
ma dobbiamo testimoniarlo con purezza di cuore,
timore del Signore, umiltà, misericordia, fede,
carità operosa e oblativa!
Dio, infatti, non può gradire sacrifici-segni
esteriori e formalistici (prima Lettura), ma
una vita vissuta e donata secondo il Vangelo, che,
oggi, ci vuole ricordare la nostra identità di
cristiani e la nostra missione che ne consegue:
Siete sale
e luce!
Diffondete sulla terra i sapori della vita piena e
illuminate il mondo con la luce della speranza e
della salvezza. Ma se il sale perdesse la sua
efficienza e diventasse scipito? E se la luce
accesa si ponesse sotto il moggio o sotto il
letto? Quando la Comunità (o il singolo Battezzato)
non è più luce e né sale, è in
contraddizione con se stessa e nel suo ‘essere’
e nel suo ‘agire’ (Vangelo). Isaia,
nel nome del Signore, rivela chiaramente
che i riti esteriori e formali, svuotati di
misericordia, di giustizia, senza solidarietà e che
non sono al servizio e a sostegno dei deboli e dei
miseri, e che mantengono le porte e i loro cuori
chiusi ai senza tetto e agli ignudi e senza alcuna
attenzione verso gli oppressi, gli esclusi e
scartati, questi sacrifici formali e ritualistici e
senza misericordia, non possono assolutamente essere
graditi all’Onnipotente Dio giusto, ricco di amore e
il cui Nome è Misericordia.
Il digiuno autentico e gradito a Dio, invece, è
misericordia e chi compie le Sue opere buone verso i
fratelli bisognosi di misericordia, sarà
trasfigurato in luce che brilla nelle tenebre e le
sue ferite saranno guarite (prima Lettura).
Sulla stessa linea il
Salmo, che proclama beato e felice ‘il
giusto che da in prestito e amministra i suoi beni
con giustizia’ e beato chi confida nel Signore
ed è pietoso, misericordioso e compassionevole verso
i miseri. Questo uomo retto e giusto e “che teme
il Signore, spunta nelle tenebre come luce per i
giusti”!
Paolo ricorda ai Corinzi,
che sono divisi e lacerati all’interno della loro
Comunità, che egli ha annunciato, la Croce di
Cristo, quale Strumento di comunione fraterna e di
salvezza universale. L’annuncio del ‘Suo Vangelo’
non è, dunque, fondato sulla sapienza umana, ma
sulla ‘manifestazione dello Spirito e della Sua
potenza’. L’Apostolo null’altro ha predicato e
annunciato, tra loro, se non Gesù Cristo e
Cristo Crocifisso’ (seconda Lettura).
Nel Vangelo,
di oggi, Gesù Maestro, riconsegna ad ognuno di
Noi, che ci diciamo Cristiani e vogliamo
veramente, seguirLo, ascoltandoLo da veri e docili
discepoli, la nostra vera
identità
e missione da compiere ‘Sei
sale: dai sapore! Sei luce: allora, devi
illuminare’. Ma noi, oggi, in questa società
sempre più insipida e sempre più avvolta dalle
tenebre del peccato e della morte, sappiamo donare
sapore e sappiamo testimoniare la nostra luce? Io
sono luce che abbaglia e proietta ombre
disorientanti o sono luce viva che illumina
sentieri di amore, libertà e carità? Sale che
insaporisce e dona sostanza a tutto ciò che
dico e faccio, o genera insipienza e scipitezza su
tutto?
Il Cristiano, invece, deve essere
illuminato da Cristo, Sole senza tramonto e
risplendere della Sua luce, per farla riflettere
sugli altri. Il sale, inoltre, non può e non deve
perdere la capacità di insaporire e condire,
altrimenti non esiste più! La luce che si spegne,
non può illuminare quelli che sono nella casa!
La gioia di essere
stati costituiti
sale della terra e
luce del mondo è
dono gratuito di Dio, Creatore e Padre per mezzo del
Figlio Suo, Salvatore e Redentore nostro, ma è stata
data a noi anche la grande responsabilità e il
comando a non perdere il sapore e a non spegnere la
luce, rispondendo,
così, al fiducioso imperativo di Gesù: ‘Così
risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
Padre vostro che è nei cieli’ (v 16).
In quale casa,
infine, può mancare la luce e in quale pietanza può
mancare il sale? Come potremmo in casa distinguere
le persone e le cose, muoverci e, soprattutto,
guardarci in faccia, senza una fonte di luce? Con
che cosa potremo dare sapore alle nostre pietanze se
mancasse il sale o se il sale dovesse perdere la sua
funzione di rendere gustose e squisite le nostre
vivande.
Ultimo aggiornamento
08/02/2020 - 08:39
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