4a Domenica di Quaresima, 31 Marzo 2019

Così, anche il Popolo Eletto non deve dimenticare e deve ricordare, celebrando la Pasqua, che il Signore li ha liberati e li ha fatti uscire dall’infamia dell’Egitto, li ha condotti nella Terra di Canaan, dove scorre latte e miele, per farli nutrire dei suoi frutti (prima Lettura). Nella seconda Lettura, Paolo ci mostra quanto è misericordioso questo nostro Dio, il Padre che ci ha riconciliati a Sé, mediante il Figlio, che ‘lo fece peccato in nostro favore’, perché, in Lui, noi potessimo diventare figli Suoi (‘Giustizia di Dio’). Vivere da riconciliati da Dio e con i fratelli. Riconciliati ‘in Cristo’ per diventare ‘giustizia di Dio’, cioè, essere salvati e quindi riconciliati, per esercitare il Ministero della Riconciliazione ed essere ‘Ambasciatori’ che supplicano, ‘in Nome di Cristo’, i fratelli: ‘lasciatevi riconciliare con Dio’ per diventare ed essere nuove creature’.
Celebriamo la Domenica della Gioia, ‘in Laetare’, quella gioia della vera Festa Pasquale, che deve diventare ed essere il pane quotidiano di noi Cristiani, perche fondata e sgorgata dalla Pasqua del Signore, morto e risorto per noi, Gesù Cristo, la nostra Pasqua, che ogni giorno celebriamo.
La gioia dei figli di Israele che celebrano la Pasqua e mangiano i frutti della terra promessa avuta in dono e offrono le sue primizie, a Dio liberatore e datore di ogni bene (prima Lettura). La gioia di dire grazie al Signore perché è misericordioso, buono, mi ascolta e mi risponde, che cerco e si fa trovare, che mi libera e mi salva da tutte le mie angosce (Salmo 33).
La gioia intima di chi si lascia riconciliare con Dio, mediante Cristo, e si lascia trasformare in nuova creatura, accoglie il dono e la responsabilità di essere ministro e ambasciatore della Sua riconciliazione (seconda Lettura).
La gioia del Padre che può riabbracciare un figlio, che si era perduto e che era morto ed è stato ritrovato ed è tornato in vita! La gioia che il Padre misericordioso e paziente vuole offrire al figlio maggiore incupito, invidioso e rancoroso. La mia gioia, quella che provo nel far ritorno a casa e trovare il padre che mi sta aspettando da sempre, la gioia intima del suo abbraccio e dei suoi baci materni, del suo perdono (Vangelo). La gioia inestinguibile della vita nuova, che il Padre vuole riversare nei cuori dei Suoi figli, noi che ritorniamo nella Sua casa a celebrare ogni giorno e ogni Domenica l’Eucaristia, Memoriale per eccellenza della Pasqua del Signore.
La gioia del perdono, quella che gusta il figlio che ritorna nelle sue braccia e riesce solo a balbettare: Abbà, Padre, Papà, abbandonandosi al Suo amore che si fa festa per tutti.
La gioia, quella vera e che nessuno, mai, potrà toglierci, la gioia infinita di questa Mensa, la Cena del Signore, il Banchetto della vera festa, la Festa pasquale che è Cristo immolato, offerto, donato per noi! La gioia e la festa che il Padre vuole far gustare anche a quanti di noi, come il figlio maggiore, non vuole ‘entrare’ e non vuole abbracciare e riconoscere, come fratello e figlio Suo, chi ha tradito il Suo ‘amore, ma, poi, pentitosi è tornato nella Sua casa e nelle Sue braccia di misericordia e di amore fedele.
Ma, come si può essere infelici perché Dio perdona sempre e sempre aspetta e corre incontro al

Ma, questo figlio maggiore, che si è perduto ‘in casa’, si deciderà ad entrare in casa e partecipare alla festa voluta dal Padre per suo fratello, che era morto ed è tornato in vita? Riconoscerà che quel ‘padrone’, che dice di ‘aver servito’ fin’ora, è suo Padre e colui che ha sperperato tutto con le prostitute, ed è ritornato a casa dal loro Padre, è suo Fratello? Si lascerà incontrare e anch’egli abbracciare e perdonare da suo Padre, nell’amore che mai è venuto meno né verso di lui né verso il fratello minore?
Ultimo aggiornamento
30/03/2019 - 09:00