4a Domenica di Avvento, 22 Dicembre 2019

La Liturgia ci fa
accompagnare al Natale, ormai vicino,
da Giuseppe, uomo giusto e di fede,
per volerci difendere dal pericolo delle
distrazioni e preoccupazioni che possono
essere di impedimento e d’inciampo all’incontro con
Gesù, ‘Emanuele-Dio con Noi!’
Bisogna
svegliarsi dal sonno: la Salvezza è vicina!
Accogliamola, con e come Maria e
Giuseppe, che rinunciano ai loro sogni e progetti,
consacrando tutta la loro esistenza al Suo Disegno
Salvifico universale. Ciascuno di noi si lasci
prendere dal Vangelo della gioia e della novità!
Abbandoni e si liberi dall'egocentrismo sterile dei
propri piccoli sogni e interessate aspirazioni.
A Natale si deve sognare il sogno di Dio,
si deve prendere ‘con sé’ il grande disegno d’amore
che Dio ha tracciato per le Sue creature! Dio ha
parlato a Giuseppe ‘in sogno’, a noi parla
attraverso la Parola, i silenzi, i dubbi più
strazianti, le situazioni, gli incontri, le domande
più profonde e più intime del cuore, i desideri più
veri, i sogni più grandi.
La fede è ricerca e lotta! Non è
comodo rifugio consolatorio per anime deboli e
incostanti: è, invece, avventura grande per
coraggiosi e forti!
È proprio in quella ‘notte
oscura’ che Giuseppe si dibatte nel conflitto
tra cuore e ragione, tra amore per la sposa e
giustizia rigida; è nella sua angoscia che Dio gli
parla e lo sposo turbato e disorientato, accogliendo
la Parola, comincia a vedere la propria storia con
gli occhi di Dio e a pensarla nell’ambito della Sua
volontà.
‘Prende’ Maria e il Suo mistero,
antepone il grande sogno di Dio ai suoi piccoli
sogni, l’amore alla generazione, sceglie di fidarsi
di Dio e non essere schiavo del sospetto, della
calunnia, del facile scandalismo e giustizialismo.
Egli non accampa diritti, non chiede prove
rassicuranti, sceglie di amare di più: tocca il
vertice massimo della libertà che si raggiunge solo
quando si fa amore.
Giuseppe, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, il Bambino
che è generato in lei viene dallo Spirito Santo, Dio
è con noi, è il segno che, rifiutato da Acaz, viene
annunciato (prima Lettura) e realizzato dal
Signore stesso nel Vangelo, anche attraverso
Giuseppe, l’uomo giusto, che accetta
l’incomprensibile, superando ogni dubbio e ricevendo
ogni risposta alle sue considerazioni e conseguenti
sue decisioni, fino a lasciarsi illuminare dalla Sua
Parola che lo scioglie da tutti dubbi e gli fa
superare ogni timore umano, e rendersi disponibile
totalmente e incondizionatamente al Suo progetto di
amore di salvezza, ‘prendendo con sé la sua sposa’.
Paolo, servo di Cristo Gesù e ‘Apostolo
per chiamata’ nella seconda Lettura, predica e
annuncia che il Figlio di Dio che si incarna nella
nostra fragilità e mortalità, segna il Suo
compimento definitivo della Sua Lui si lasciano
redimere e salvare (seconda Lettura).?
QUARTA FIAMMA DELL’AVVENTO‘
Accendi, Spirito di Dio, per noi questo quarto e ultimo cero dell’Attesa. Illumina e rischiara le nostre notti inquiete, come a Giuseppe, perché apprendiamo e compiamo il Tuo gran

Ultimo aggiornamento 20/12/2019 - 19:57
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