33a Domenica Ordinaria, 17 Novembre 2019

Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto
Nell’attesa della Sua Venuta, vivere la grazia del Tempo Intermedio, il Tempo della Chiesa, nella operosità responsabile e doverosa, nella perseveranza e carità, fondati sulla fede vigilante e animati dalla speranza che non delude. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita’. Il Giorno del Signore sta per venire ‘come un forno rovente’ per gli empi, mentre, per i giusti ‘sorgerà con raggi benefici il Sole di giustizia’. Quel giorno, che verrà, sarà rovente come un forno acceso che divora, in un’impietosa combustione, ‘tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia’, i presuntuosi, gli empi, i trasgressori della legge, chi compie delitti, chi fa male al prossimo, ‘come paglia, il fuoco, brucerà’, senza lasciare di loro ‘né radice né germoglio’, nessuna traccia e nessun ricordo! Quel Giorno, invece, per i ‘cultori del nome di Dio’, nonostante l’apparente e momentanea vita tribolata, afflitta e piena di lacrime, sarà il Giorno della Giustizia, della Salvezza e della Gloria! (prima Lettura). Paolo, nella seconda Lettura, ci tiene a differenziarsi dai tanti falsi predicatori, spavaldi e impostori, che circolavano nella Comunità per confondere, per mettere in agitazione e per indurre in errore tanta buona gente, sfruttandone, con furbizia e mala fede, la loro bontà e generosità, facendosi anche pagare per il falso servizio! Egli, invece, rinuncia volontariamente a quei legittimi diritti che potevano provenirgli, come ‘sostentamento’, dal suo servizio e dalla sua missione, ‘lavorando duramente, giorno e notte, per non essere di peso a nessuno’, come fabbricatore di tende e intagliatore di pelli, sia a Tessalonica sia a Corinto (At 18,3). Ora, sul suo esempio, chiede ad ogni cristiano di vivere, con serietà la vita di ogni giorno, li invita a non perdere tempo e a non sciupare energie, in una vita disordinata e irresponsabile, nell’ozio, nella banalità, nell’indifferenza e nel disimpegno, e ‘ordina’ e esorta, nel nome di Gesù Cristo, di impegnare tutta la persona per il bene e l’utilità di tutti e di ‘guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità’ e serenità. Bisogna vigilare continuamente, radicati nella Parola per restare ‘saldi nel Signore’, al di fuori del Quale non c’è alcuna salvezza. Stare saldi nel Signore, anche nelle inevitabili persecuzioni e tribolazioni, perché si appartiene a Cristo, e queste devono essere vissute dal cristiano e dalla comunità ecclesiale, come kairòs, grazia, dono, occasione propizia e tempo fecondo per testimoniare la propria fede in Cristo, Colui che, prima di noi, ha patito tutto questo e per questo è la nostra forza. Vangelo. Quanti ammiravano e si inebriavano e si auto esaltavano per la bellezza delle pietre e dei preziosi ornamenti del Tempio, terrorizzati dalle parole di Gesù, ‘non resterà pietra su pietra’ (vv 5-6), domandano preoccupati e ansiosi sul ‘tempo’ (‘quando’) e sul ‘segno’ (‘come’) della fine del maestoso edificio (v 7). Il Maestro risponde, ma non direttamente alla loro domanda, invitandoli a stare attenti e a guardarsi dai falsi messia, che si spacciano per Lui (v 8), a saper controllare l’ansia apocalittica che rinasce ogni qual volta avvengono fatti catastrofici, causati dall’uomo (guerre, rivoluzioni, persecuzioni (v 9) o eventi naturali (terremoti, carestie, pestilenze…), che sono sempre causate dall’uomo iniquo ed empio. Gesù, poi, passa a descrivere le conseguenze salvifiche della Sua morte e avverte i Suoi sulle inevitabili persecuzioni che si abbatteranno sulla loro vita, per causa del Suo nome (vv 12-17). Ma, questi devono essere certi che mai saranno abbandonati dal loro Maestro (v 18) e quindi, sono sollecitati e invitati a rimanere saldi e perseveranti nella pazienza e perseveranza durante il tempo delle prove, perché, così, non perderanno la loro vita, ma saranno salvati (v 19). Il Salmo, infine, ci invita a cantare inni di esultanza nell’attendere il ‘Giorno del Signore’, non come qualcosa di terrificante, ma come l’inizio della festa, tanto attesa e desiderata, per l’avvento definitivo di Dio che viene a giudicare il mondo con giustizia.

III GIORNATA MONDIALE DEI POVERI:
LA SPERANZA DEI POVERI NON SARÀ MAI DELUSA

Le parole del Salmo (Sal 9,19) manifestano una incredibile attualità. Esprimono una verità profonda che la fede riesce a imprimere soprattutto nel cuore dei più poveri: restituire la speranza perduta dinanzi alle ingiustizie, sofferenze e precarietà della vita’…
I POVERI hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente’…
I POVERI ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo’. (dal Messaggio Papa Francesco 13 giugno 2019).

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Ultimo aggiornamento 14/11/2019 - 19:16

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