32a Domenica Ordinaria, 10 Novembre 2019

Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui
La Parola di queste ultime due Domeniche dell’Anno Liturgico presenta i contenuti salvifici della Morte e Risurrezione di Gesù Cristo e l’ultima Venuta del Signore, l’ultimo Giudizio e la Vita Eterna.
La fede in Dio
, ‘il Re dell’universo’, che ci risusciterà a vita nuova ed eterna’ dopo/oltre la morte è, così, radicata nei Sette Fratelli, guidati e accompagnati dagli insegnamenti ed esempi della madre, da far affrontare loro, con coraggio e fiducia incondizionata, la morte, attraverso crudeli torture, senza esitazioni, incertezze e paure, pur di restare fedeli ai comandi del Signore: ‘siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri’.
È la fede nella vita, oltre la morte, che sostiene i sette fratelli e la madre e si fonda nella potenza del ‘Re dell’universo’ che è più ‘potente’ del re terreno (v 9), in quanto, questi può dare la morte (ma solo corporale), Quegli, invece, ci risusciterà a vita nuova ed eterna. Questi sette fratelli e la madre, non si pongono il problema di sapere come la risurrezione avverrà, ma la loro convinzione, che il Re dell’Universo li risusciterà a vita nuova ed eterna, è consolidata dal sostenerli nella fedeltà alle Sue Leggi, affrontando e superando tutte le torture e la morte violenta e cruenta (Prima Lettura).
La Risurrezione
, però, non va intesa come un proseguimento della nostra vita terrena! Certamente l’individualità dei singoli non viene soppressa, ma si verificherà un salto di qualità, grazie al quale tutti noi vivremo in uno stato di pace e felicità piena, che non c’è dato ancora conoscere, né possiamo immaginare.
Il mistero della Risurrezione è il cuore dell’annuncio della Parola di questa domenica e di tutta la nostra Fede e Speranza! Nella nostra cultura, Dio sembra essere ‘morto’ ed essere il Dio dei morti! Il Vangelo, invece, proclama che Dio è il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe e Dio di tutti i Viventi e che ci ha creati per la vita e non vuole la morte dell’uomo, ma che sia vivo, anche, dopo e oltre la morte (Vangelo).
Nella seconda Lettura
, oggi, Paolo prega, invita, esorta la comunità a vivere con fedeltà e fecondità il ‘tempo presente’, senza lasciarsi turbare da false profezie e previsioni sul futuro, vivendo l’attesa di Cristo nell’operosità dell’amore e nella pazienza, senza pretendere di conoscere i modi e senza voler anticipare i tempi in cui Dio vorrà portare a pieno compimento la storia della salvezza, ma convinta e fiduciosa della fedeltà di Dio che mantiene e realizza le Sue promesse oltre ogni nostra attesa e modalità. Paolo chiede ai fedeli di Tessalonica di non disperare, di essere più forti, di essere più fermi, certi che Cristo è in mezzo a loro per guidare i loro cuori all’amore di Dio e nella pazienza fiduciosa dell’attesa della Sua ultima venuta.
Per questo Paolo ci esorta, ad essere persuasi e sicuri che il Suo amore vince ogni male e anche la morte, a fidarci e a affidarci a Dio e riporre in Lui tutte le nostre speranze nella convinzione intima che ci ha creati per la vita e non per la morte, dalla quale ci ha liberati mediante la Risurrezione del Figlio, il Quale morendo ha distrutto la morte e ridona a noi la vita.
Ogni domenica è la Domenica
di Risurrezione: la comunione al Suo corpo e Suo sangue è segno e pegno della Pasqua eterna nel nostro annunciare la Sua morte, proclamare la Sua risurrezione e nell’attesa della Sua venuta gloriosa. L’incontro quotidiano e domenicale con Cristo, risorto dai morti, la comunione al Suo corpo spezzato e sangue versato per la nostra salvezza ci fa crescere nella fede, nella speranza e nell’amore, che è più forte della morte. Se, infatti, la morte sembra avere il sopravvento sulla vita terrena, contro l’amore nulla può fare: l’amore è più forte della morte! Infatti, solo l’amore resterà in eterno, perché Dio dei vivi è amore e chi ama è in Dio e Dio in lui.
Uniti, dunque, a Cristo risorto, anche noi risorgeremo per mezzo di Lui e per vivere per sempre con Lui; in Lui, per mezzo di Lui e, come Lui vorrà, potremo anche ‘abbracciare’ e ritrovare le persone care che hanno segnato la nostra esistenza terrena. È la fede nella beata Risurrezione che nutre l’attesa fervorosa e feconda di testimonianza coerente e fedele.
Senza la Risurrezione, infatti, vana è la nostra fede!
Se Cristo non fosse risorto, la nostra predicazione sarebbe senza fondamento e vana la nostra fede
’ (1 Cor. 15,14).
69ª GIORNATA NAZIONALE DEL RINGRAZIAMENTO
Dalla terra e dal lavoro: PANE per la vita

Il PANE che sostiene il cuore’; pane spezzato perla fraternità
e la pace; pane di vita, pane di giustizia.
Il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo,
diventi alimento di vita, di dignità e di solidarietà.

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Ultimo aggiornamento 08/11/2019 - 11:00

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