31a Domenica Ordinaria, 3 Novembre 2019

Perciò la Parola di questa domenica ci propone questo itinerario di ascolto e di fede: l’autore del libro della Sapienza, vuole convincere i credenti Ebrei che si lasciavano contaminare e confondere dai Greci di Alessandria, che rappresentavano Dio come un Creatore severo ed esigente, a scoprire e ad aderire alla vera immagine di Dio che è “il Signore, amante della vita, perché ama tutte le cose che esistono… ed è indulgente con tutte le cose, perché sono Sue” (prima Lettura). Con il Salmo responsoriale che canta questa infinita bontà di Dio, “misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore”, noi ringraziamo per la tanta tenerezza e per l’infinita pazienza di Dio verso ciascuno di noi e tutti noi. Ai cristiani di Tessalonica, che rischiano di lasciarsi fuorviare dalle voci circolanti in comunità circa l’imminente ritorno del Signore, Paolo chiede di vivere questo tempo dell’attesa come grazia divina, nella preghiera e nella fede per permettere che Cristo “porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede” (seconda Lettura).
Nella persona di Zaccheo, Gesù vuole incontrare ciascuno di noi per rivelarci tutta la potenza della misericordia del Padre, il significato e il fine per cui è stato mandato ed è venuto nel mondo, non per giudicare e condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui, per cercare e salvare chi era perduto e donare vita a chi era morto a causa del suo peccato. Egli viene anche oggi per provocare in noi, quel cambiamento offerto al capo dei pubblicani: ‘Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua’ (Vangelo).
La Storia della Salvezza è operata dalla Sapienza di Dio, con il Suo amore e la Sua misericordia: ha compassione di tutti noi che davanti a Lui siamo ‘come polvere’ e ‘rugiada mattutina’, ma Egli ci ama, siamo Sue creature e vuole che ‘messa da parte ogni malizia, crediamo in Lui’, che è nostro Creatore e Signore (prima Lettura). Noi riconosciamo la bontà di Dio, che sostiene e soccorre l’uomo e vogliamo esaltarLo e benedirLo ogni giorno (Salmo responsoriale). È il Cristo che ‘ci rende degni della Sua chiamata’ e porterà a compimento ogni proposito di bene, nell’attesa della Sua venuta, senza farci ‘confondere’ e ‘deviare’ dai falsi predicatori: Egli realizzerà la promessa di salvezza, ma, nel tempo stabilito dal Padre Suo e Padre nostro (seconda Lettura). Zaccheo, il capo dei pubblicani di Gerico, perché vuole cambiare vita, sta cercando di vedere ad ogni costo quel Gesù, che, in realtà, lo sta cercando da tempo e, dopo averlo ‘guardato’, come Egli soltanto sa fare, sorprendentemente, si auto-invita a casa sua, perché vuole entrare nel suo cuore e donargli pienezza di misericordia e salvezza (Vangelo).
La Parola anche in questa domenica rivela e annuncia l’amore misericordioso di Dio per gli uomini; Dio amore non si stanca mai di sperare che l’uomo si lasci raggiungere e ricondurre sul retto cammino, concedendogli sempre il tempo per credere in Lui e rinnegare la sua infedeltà e convertirsi al Suo amore (prima Lettura). L’amore di Dio si rivela nel dono della fede e della Sua chiamata.
“Zaccheo, scendi subito, perché oggi, devo fermarmi a casa tua”! Lo ha guardato con amore, lo ha chiamato per nome, per dirgli che lo conosceva già e quindi gli interessava, offrendogli la nuova strategia salvifica. Perciò, scendi subito, perché “oggi”, “devo”, “bisogna” che mi fe

Ultimo aggiornamento 04/11/2019 - 11:09
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