24a Domenica ordinaria, 15 Settembre 2019

La gioia del perdono. Il perdono di Dio, facendoci sperimentare la gratuità della Sua misericordia, dandoci una nuova possibilità di vita, può cambiarci dentro e, perciò, convertirci (metanoia) e una volta sperimentata ‘la potenza della Sua misericordia, possiamo dedicarci con tutte le forze al Suo servizio’ (Colletta).
Gesù, accogliendo i peccatori e donando loro nuove possibilità di vita, rivela la ‘gioia’ di Dio nell’offrirci il Suo perdono. La Buona Notizia d’oggi ce la dona Gesù: Dio è Padre buono, con le Sue braccia sempre aperte e gli occhi insonni, sempre puntati all’orizzonte del nostro ritorno nelle Sue braccia! Nella Sua casa c’è posto e spazio sicuro per tutti! Il ricordo, la memoria e il pensiero di questa Bella Notizia ‘riporta’, finalmente, a casa del Padre Suo il figlio ‘che (si) era perduto’.
Cuore del racconto è la gioia e festa di Dio per il ‘cambiamento’, conversione (metanoia) del figlio peccatore! (Vangelo). Anche Mosè (prima Lettura), facendo professione di fede che Dio è fedele, per ottenere il Suo perdono sul popolo corrotto e idolatro, si appella alla fedeltà della Sua stessa Parola: Dio è fedele alla Sua Parola, ai Suoi Progetti e mantiene sempre le Sue Promesse. Questa Parola è sicura e degna di fede: ‘Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io’ (seconda Lettura).
La Misericordia di Dio non si può meritare, comprare, negoziare né procurare con i propri mezzi, ma solo possiamo accoglierla in dono nella fede e nella responsabilità. In Gesù la rivelazione di Dio, Padre misericordioso, buono e pietoso, raggiunge il suo culmine e la sua pienezza definiva attraverso i Suoi insegnamenti e la testimonianza della Sua vita: Egli è venuto ed è stato mandato per i malati e non per i sani, non per i giusti ma per i peccatori, e di questi ‘il primo sono io’, dovremmo riconoscerlo tutti e ciascuno di noi, con S. Paolo! Gesù porta a compimento e rende visibile nel Suo agire misericordioso la verità che Ezechiele proclama nel Primo Testamento: ‘Dio non vuole la morte del peccatore, ma, che si converta e viva’ (Ez 18,23). Solo la certezza di fede che Dio vuole la vita del peccatore e non la sua morte, insieme all’esperienza del perdono, ci muove a vera e radicale conversione.
Dio è Padre, ci ha donato il Figlio, Redentore e Salvatore, non possiamo classificarLo come spietato giustiziere. La Sua Giustizia coincide con la Misericordia che attua il Suo disegno di salvezza per mezzo del Figlio che con il Suo sacrificio giustifica il popolo dalle sue colpe e infedeltà, lavandole nel Suo Sangue. Nel sacrificio della vita del Figlio, il Padre rivela la Sua Giustizia, rendendo giusti, quanti, credendo in Lui, si lasciano giustificare, accogliendo il dono della Sua Misericordia.
La Giustizia di Dio è, dunque, Misericordia: Egli è paziente con i figli che si allontanano da casa e vanno a sperperare il patrimonio dissolutamente, e con i figli che restano a casa e non lo riconoscono come loro padre e padre del fratello che ha sbagliato! Il Padre tutti aspetta e a ciascuno dona il tempo di convertirsi e di decidersi di fare ritorno, non solo alla Sua casa, ma nelle Sue braccia materne, per essere di nuovo purificato e vivificato. Davvero il Nome di questo Padre è Misericordia. ‘
Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua,

Ultimo aggiornamento 13/09/2019 - 18:32
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