22a Domenica ordinaria, 01 Settembre 2019

Quanto più sei grande, tanto più fatti umile
La Parola di Dio, giorno dopo giorno, ci illumina e ci guida nell’apprendimento e approfondimento dei contenuti della fede e conduce e accompagna la nostra crescita spirituale e umana, nella sequela, sempre più fedele, di Gesù per una relazione sempre più intima con Lui e più fraterna tra di noi. L’ascolto richiede umiltà e docilità del cuore, che, lo educa alla gratitudine e al coraggio della scelta della sequela fedele e perseverante, del Maestro, che libera da ogni schiavitù e dipendenza delle cose del mondo.
Con cuore, umile e mite
, con orecchio attento e pronto, disponiamoci all’ascolto della Parola del Signore, accogliamoLa e lasciamo che ci liberi da ogni superbia e orgoglio, perché ‘Dio rivela i Suoi segreti’ solo agli umili e miti di cuore (prima Lettura), affinché possiamo accostarci a Cristo Gesù, unico Mediatore della Nuova Alleanza (seconda Lettura), il Quale, oggi, vuole insegnarci la strada maestra per passare dalla logica della ricerca affannosa dei primi posti e del contraccambio, al servizio umile e gratuito, perché ‘chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia, sarà esaltato’ e chi dona e invita a pranzo quanti nulla hanno e nulla possono dare in contraccambio, è già beato perché ‘riceverà la sua ricompensa alla risurrezione dei giusti’ (Vangelo).
Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato
(v 11), rivela la logica del capovolgimento operato da Dio, cantato dai Padri e da Maria nel Magnificat, per dichiarare che il culmine supremo dell’Innalzamento e della Esaltazione del Figlio, si è attualizzato nell’abbassamento e umiliazione fino alla morte di Croce (At 2,36; Fil 2,6-10).
Oggi, più che mai, siamo dominati
dalla cultura del contraccambio, del commercio, del compenso, del calcolo, dell’accostarsi all’altro per possederlo, utilizzarlo a proprio vantaggio. Educhiamoci, ed educhiamo i nostri figli, alla gratuità, che produce e dona gioia piena a chi dona e apre allo stupore il destinatario, che non può restituirti quanto gli hai donato, se non con un sorriso e un semplice ‘grazie di cuore’!
La logica arida e infeconda del ‘do ut des
’; il contraccambio e l’opportunismo sono la fine, la ‘tomba’ dell’amore e di ogni autentica relazione umana! Io ti do perché tu mi possa dare di più di quanto ti ho dato! Questa è la logica che domina il mondo e che gli uomini non vogliono mutare e cambiare! Gesù cambia le regole e detta la logica rivoluzionaria dell’amore oblativo: donarsi incondizionatamente, senza alcun contraccambio; donarsi fino a dissolversi, a morire, a ‘dare la propria vita per i propri amici’ (Gv 15,13).
La gratuità
non si insegna, si sperimenta nel verificare che tutto ci è stato dato e lo abbiamo ricevuto gratuitamente! Non siamo vasi vuoti da riempire di cose con il contraccambio! Siamo stati riempiti in eccedenza di doni e dobbiamo riversare gratuitamente sugli altri quello che a nostra volta gratuitamente abbiamo ricevuto! Abbiamo ricevuto molto di più di quanto doniamo! L’esperienza che quel poco che io dono, si moltiplica sul volto e nel cuore di chi lo riceve, genera gioia e sorpresa e stupore nello scoprire che la felicità vera la trovi nell’altro che ami e che ti fa uscire della logica a
vvilente e avvitante su te stesso del freddo tornaconto e calcolato contraccambio! Alla superbia e all’orgoglio, la Sapienza di Dio, nel Siracide (prima Lettura), contrappone l’umiltà e la mitezza: ‘più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore’ e ‘molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i Suoi segreti’ (v 19). La superbia e l’orgoglio sono ostacoli e chiusura alla rivelazione del Mistero di Dio; impediscono di riconoscere e ammettere la propria fragilità, i propri limiti e i propri errori. I superbi e gli orgogliosi non sentono di avere bisogno di alcuno e di nulla; non accolgono i consigli né la correzione fraterna; nella loro pretesa di autosufficienza e autodeterminazione, non si fidano di Dio e confidano solo in loro stessi. In una parola, prendono il posto di Dio, che considerano un nemico e un ostacolo, ardiscono decidere ciò che è bene e ciò che è male! Per questi, conclude il Siracide: ‘non c’è rimedio, perché in loro è radicata la pianta del male’ (v 28).

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Ultimo aggiornamento 30/08/2019 - 11:01

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