14a Domenica Ordinaria, 7 Luglio 2019

Dio manda Isaia, il Suo Profeta a ‘consolare’, a rincuorare e risollevare gli Esuli rimpatriati in Gerusalemme, stimolandoli a credere e sperare in tutto ciò che il Signore ha promesso: Egli, come una madre, vi porta in braccio e vi allatta, facendo gioire il vostro cuore, perché la Sua mano è su di voi (prima Lettura).
Se nelle prove siamo consolati e risollevati dalla potenza del Signore, mai dobbiamo vantarci di quello che il Signore compie per mezzo di noi e che noi siamo tentati di attribuire alle nostre capacità e meriti. Questo, Paolo ci dimostra con la sua vita che l’unico nostro ‘vanto’ deve essere nella croce di Cristo Salvatore per mezzo della quale per noi il mondo deve essere crocifisso e noi per il mondo (Seconda Lettura).
Di fronte alla Croce, tutte le prescrizioni rituali, l’essere circoncisi o il non essere circoncisi, tutte le differenze sociali, tutte le contrapposizioni tra cristiani giudaizzanti e cristiani provenienti dal paganesimo, sono annullati: tutti coloro che credono nel Cristo Crocifisso sono chiamati a vivere la comunione, superiore e prioritaria ad ogni divisione e separazione e a far parte del ‘nuovo Israele di Dio’, la ‘Nuova Creatura’, il vero nuovo Popolo di Dio, la Chiesa, Corpo di Cristo. Questo è l’insegnamento di Paolo: a questo ‘Evangelo’ l’Apostolo ha creduto ed ha aderito, fino a donare la sua esistenza, fino a dichiararsi “crocifisso”.
La Missione è fonte di gioia per chi la compie, con amore e fedeltà, e per chi l’accoglie, con apertura e disponibilità. La gioia cristiana, però, non è euforia per un successo ottenuto, ma, nasce e si radica nella consapevolezza e nell’intimo convincimento di ciascun missionario, che annuncia il Regno e del credente che lo accoglie, che sono amati da Dio. Il vero e autentico rallegrarsi cristiano, dunque, si radica nella certezza, assicurata da Gesù, che il proprio nome è scritto nei cieli.
Gesù non solo chiama, istruisce e invia i missionari del Regno, ma, consegna loro anche le indicazioni e le modalità della missione, insegnando e consegnando un vero e proprio metodo pastorale. I Settantadue sono mandati ‘a due a due’, non da soli: la Missione deve essere, prima di tutto, comunitaria ed è data dalla testimonianza di fraternità, di condivisione, di aiuto e sostegno reciproco, di persone che si amano e si perdonano sempre!
La messe è matura ed è abbondante, ma non ci sono e non bastano i mietitori. La missione riguarda ‘la messe che è molta’ perché il padrone è Dio e, perciò, il frutto è abbondante, mentre, non tutti gli operai, chiamati ad essere Suoi discepoli, hanno voluto ascoltare il Suo invito e non hanno saputo rispondere per tale compito, con prontezza e decisione. Tutti i battezzati sono chiamati ed invitati ad andare a raccogliere la messe. Tutti diciamo ‘Sì’ nel Battesimo, nella Prima Comunione, nella Cresima, nel Matrimonio nell’Ordine Sacro! Poi, timbriamo e andiamo ad occuparci dei fatti e dei comodi nostri!
Tutti siamo stati chiamati, dunque, ma pochi hanno il coraggio di distaccarsi da tutto, per rispondere alla chiamata ad andare a raccogliere la messe che il Padre ha seminato, ha fatto crescere e maturare per noi e ha deciso di affidare il raccolto ad operai come noi! Se non andiamo subito e non arriviamo in tempo, il raccolto (l’abbondante messe) di Dio, andrà tutto perduto! Pregate, liberatevi dalla borsa (denaro) dalla sacca (viveri), dall’eccesivo vestiario (sandali), e andate, non perdete tempo a fermarvi per strada a fare e a ricevere i soliti ‘salamelecchi’, perché ‘Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi’ a portare pace nelle case (famiglie), a guarire i malati e annunciate ‘è vicino a voi il Regno di Dio’ (vv 3-9).
Non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada, portate pace in tutte le case, accontentatevi di quello che vi danno da mangiare, senza passare da casa in casa, alla ricerca di quella che appaghi i vostri desideri. Non siete stati scelti e mandati per soddisfare i vostri desideri e ambizioni personali, né per giudicare, condannare e scomunicare, ma ad annunciare, attraverso la guarigione degli ammalati corporali e spirituali, che ‘è vicino a voi il Regno di Dio’ (v 9).
Il gesto profetico dello ‘scuotere la polvere della Città che si è attaccata ai piedi’, infine, non deve essere inteso come sti

Ultimo aggiornamento
05/07/2019 - 18:21
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