Veglia Pasquale e Domenica di Pasqua, 20 e 21 Aprile 2019

Domenica di Pasqua: Veglia Pasquale
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro

La Notte di Pasqua, culmine del Triduo Pasquale e il centro della fede cristiana. È la Veglia per il Signore, la “Madre di tutte le Veglie” (S. Agostino). Culmine della Veglia Pasquale, costituisce il terzo giorno del Triduo Pasquale, si celebra tra il sabato e la domenica della Risurrezione, ed esprime, anzi, canta la vittoria definitiva sulla morte e sulle forze oscure del male, e dona la speranza a tutti coloro che credono nel Signore Crocifisso e Risorto. Questa Veglia è il ‘momento’ più ricco e solenne di tutta la Liturgia. Si celebra il Memoriale (è Zikkeròn ‘riattualizzazione’) dell’Evento fondante la nostra fede e la nostra speranza: la Morte, la Sepoltura e la Risurrezione di Gesù Cristo nostro Signore!
Le Letture bibliche
ripercorrono la Storia della Salvezza e conducono verso l’annuncio luminoso del Vangelo della Risurrezione: i quattro momenti liturgici, con i loro simboli (Liturgia della Luce, Liturgia della Parola, Liturgia Battesimale, Liturgia Eucaristica), la celebrano, la fanno rivivere e l’attualizzano.
La Luce
: Lucernario “Lumen Christi”! Deo Gratias! La tenebra della notte viene ‘squarciata’ dalla Luce di un fuoco che brucia, purifica e non consuma. Il Nuovo Cero viene acceso al fuoco nuovo e guida il nuovo Popolo nel cammino che vince la notte. Il Popolo ebreo è stato guidato nel deserto dalla Nube luminosa. Il Popolo della Nuova Alleanza cammina al seguito del Risorto! La Parola nella sua feconda attualità, annuncia le ‘meraviglie’ della Storia della Salvezza che culmina e trova il suo compimento nella Risurrezione del Signore che segna per sempre la vita del popolo dei salvati e redenti. Il Battesimo ‘attualizza’ la Pasqua del Cristo nella vita del credente. Le Promesse battesimali sono ‘rinnovate’ con gesti e parole: in piedi, ceri accesi, dialogo, aspersione.
L’Eucaristia
, Culmine e Fonte della Veglia, è il Sacramento Pasquale e memoriale della Morte e Risurrezione del Signore. Tutta la Celebrazione, attraverso i suoi diversi ‘passaggi’ liturgici, deve far percepire il percorso richiesto dal rito stesso: passare dal fuoco acceso, nella notte, alla ‘scoperta’ della tomba vuota, all’Alleluia, il canto festoso che coinvolge la Comunità nell’annuncio della novità pasquale: “Lui è veramente Risorto perché noi vivessimo veramente per Lui’ nel dono della vita nuova che ci è donata.

DOMENICA DI PASQUA: Messa del giorno
Cristo nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore
Alleluia, Alleluia, Alleluia!

Questo è il Giorno che ha fatto il Signore”. Sono Risorto, sono sempre con voi.
Noi i testimoni del Risorto. Noi siamo testimoni di tutte le cose da Lui compiute… Lo uccisero, appendendoLo a una croce, ma Dio Lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione dai morti (prima Lettura).
Oggi, come Maria di Magdala, noi, Sua Chiesa, corriamo verso il sepolcro e, ritornando da un sepolcro vuoto, facciamo ripartire la corsa dei nostri fratelli perché comprendendo la Scrittura, ‘vedano e credano’, che Egli, cioè, doveva risuscitare dai morti’. Noi, Chiesa del Risorto, oggi, abbiamo a dare la migliore delle notizie: il Figlio ha vinto la morte e ci aperto il passaggio alla vita eterna (Colletta).
Il discepolo Giovanni, proprio perché si è lasciato amare più degli altri, riesce a vedere e credere: la sua fede nella Sua Risurrezione, perciò, non scaturisce da una ‘buona vista’ ma dalla sua intima relazione con Lui. Paolo, che ha vissuto il passaggio, sulla strada di Damasco, dal vecchio al nuovo uomo, sa cosa vuol dire perdere tutto per guadagnare Gesù Cristo, perciò, ora, si rivolge a noi e ci invita a vivere da riscattati, rinati e risorti: “se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù! Voi, infatti, siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio” (Col 3, 1-4).
La vita cristiana vive nascosta in Dio
, radicata in Cristo, impegnata a seminare sementi di amore che vengono nascosti nel mondo e nella storia, quali fermento e forza vitale: i frutti saranno pienamente manifesti alla fine. Impegno morale per il cristiano che vuole risorgere: far morire la parte che appartiene alla terra (mondo-carne), svestirsi cioè dell’uomo vecchio dominato da vizi che deturpano e feriscono la dignità umana, e rivestirsi dell’uomo nuovo, cioè realizzare l’immagine di Cristo Risorto e Vincitore del peccato che causa la morte.

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Ultimo aggiornamento 20/04/2019 - 17:03

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