2a Domenica Ordinaria, 20 Gennaio 2019

Qualsiasi cosa vi dica, fatela
‘Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; Egli manifestò la Sua Gloria e i Suoi discepoli credettero in Lui’.
Gesù inizia la Sua missione pubblica con il primo segno in uno sposalizio, festa di nozze: in Lui il padre ri - sposa, con un’Alleanza nuova ed eterna, l’intera Umanità.
Maria, la Donna, la Madre!
Con la sua premura materna e sensibilità femminile nel segnalare il problema al Figlio e nelle parole dette ai servitori di mensa ella nulla chiede a Gesù ma vuole insegnare a noi che la vera fede è adesione incondizionata al Figlio Parola di Verità e Vita: ‘qualsiasi cosa vi dica fatela’!
Pensate un po’, a quale fallimento e figuraccia sarebbero andati incontro gli Sposi, se Maria, Donna prudente e Madre previdente, non avesse individuato il rischio concreto della mancanza del vino, nella sua ricca simbologia, e non avesse allertato il Figlio e non avesse raccomandato ai servitori della mensa di ascoltare ed eseguire tutto quello che Egli avrebbe detto di fare in proposito!
E chiediamoci
a quale risultato disastroso sarebbe andato incontro quello sposalizio, se quei responsabili del servizio al banchetto non avessero eseguito tutti i comandi e passaggi, non del tutto comprensibili all’inizio, dati loro da Gesù! Quelle grosse sei anfore sarebbero ancora lì vuote e senza storia e quel banchetto di nozze e di festa sarebbe stato ricordato come un giorno di umiliante fallimento, di tristezza, di critiche e lamentele! Solo Gesù può riempire quelle anfore di gioia pura, vino più buono, perché Maria, la madre ha intuito il pericolo, l’ha esposto con fiducia al Figlio, i servitori hanno ascoltato la madre e il Figlio ha manifestato la Sua gloria e i discepoli cominciano a credere in Lui!
Le riempirono di acqua fino all’orlo
che Gesù trasforma in vino migliore e la festa ricomincia più bella di prima, la gioia vera trionfa, quella che proviene dalla fiducia e obbedienza alla Parola di Gesù, raccomandata e sollecitata dalla Madre: ‘qualsiasi cosa vi dica, fatela’! Così, Gesù può farci riempire le nostre anfore-cuore vuote e assetate, di acqua fino all’orlo, perché Egli la possa trasformare in vino buono di vita nuova e di gioia pura, che mai troveremo nel piacere egoistico, nel denaro che ci possiede, nella droga che ci svilisce e nell’alcool che ci stordisce e altera!
In teoria, tutti noi
ripetiamo e affermiamo che Gesù è la nostra gioia, la nostra pace, la nostra salvezza, che Maria, la Madre Sua e nostra, ogni giorno ci invita a ‘fare qualsiasi cosa ci dice’ e che ogni giorno, nella Celebrazione sponsale dell’Eucaristia, possiamo attingere al Calice, ancora più grande e più immenso delle ‘sei grosse anfore’, la gioia della fede, dell’amore fraterno e della speranza! Ma, in pratica, ci accorgiamo del problema della corruzione generalizzata che ci sta avvilendo e svilendo?
Il problema
, dunque, esiste ed è pericolosamente mortale! Dove, cercare, allora, la soluzione? Andarla a cercare lontano e fuori dal Vangelo, è come voler mantenere quelle grosse anfore sempre più vuote, senza acqua e, perciò, senza la possibilità che Gesù possa trasformarla in vino buono e migliore! Dobbiamo, perciò, cominciare ad annunciare e testimoniare le verità e le certezze del Vangelo, per mettere in crisi le nostre false verità e convertirci dalle nostre sicurezze mondane e carnali.
Quello di Cana
è il primo dei ‘segni’ che Gesù compirà durante la Sua missione pubblica e rimane la chiave di lettura e d’interpretazione dei significati e messaggi che vogliono trasmettere e comunicare quelli che seguiranno. Con questo primo segno Gesù rivela la gloria della Sua vera Identità di Figlio Unigenito che viene dal Padre a donarci ‘grazia su grazia’ (Gv 1,16). Questo primo segno è anche l’inizio del cammino di fede dei Discepoli. Il testo usa il verbo ‘credettero’ (perfetto), ma in realtà si tratta solo di una fede incipiente che, come sappiamo dal Vangelo, segna ed è solo l’inizio di un faticoso percorso e tormentato cammino di fede che, solo dopo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, riuniti attorno a Maria, si realizzerà pienamente e si compirà definitivamente.
Il banchetto nuziale
è continuamente minacciato, nella sua riuscita, dalla mancanza del vino, elemento indispensabile della festa, segno dell’amore sponsale e simbolo della gioia: quando viene a mancare, allora, inesorabilmente, finisce anche la festa.
L’esperienza ci ha insegnato
, tante volte, che la gioia è tanto fragile per la nostra debolezza e vulnerabilità! Basta una prova inaspettata, un dolore imprevisto, un dubbio, un sospetto, una malattia, un evento luttuoso, un fallimento affettivo, economico, relazionale…e le nostre ‘anfre’ si svuotano! Allora, è urgente riempirle di acqua, affinché, ‘facendo tutto ciò che Egli ci dice’, possa essere trasformata in vino buono della gioia piena e della vera festa!
Nell’Eucaristia,
quotidiana e domenicale, celebriamo il Banchetto Nuziale di Cristo Gesù, Sposo dell’Umanità, che dona la Sua Vita per noi, membra del Suo Corpo, la Chiesa, Sua Sposa, e che nell’ascolto e nel fare qualsiasi cosa Egli ci dice, viviamo la promessa della Festa senza fine che ogni giorno, ci fa già realizzare e pregustare.
La gioia della festa
, la pace del cuore dove, dunque, posso cercarle, trovarle e attingerle? Solo dalla fiducia e relazione con la Sua Persona e nell’obbedienza e nella coerenza fedele alla Sua Parola: Qualsiasi cosa vi dica, fatela!

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 18/01/2019 - 11:26