Triduo Pasquale 2019 Giovedì e Venerdì Santo, 18 Aprile 2019

I tre giorni, se pur distinti, costituiscono un’indissolubile unità e non possono essere separati. Il Venerdì è vuoto, triste e tragico, senza l’alba della Risurrezione. Anche il Giovedì santo, nei Doni della Cena del Servizio e del Comandamento Nuovo, dell’Istituzione del Sacerdozio e dell’Eucaristia, rischia di svanire nel puro sentimentalismo e nella teatralità se non ci introduce nel Mistero della Croce del Venerdì. E il Giovedì e il Venerdì svaniscono e non hanno senso compiuto, senza la Domenica della Risurrezione.
Giovedì Santo: il Maestro Gesù, lavandoci i piedi e spezzandoci il pane del Suo Corpo e facendoci bere il Suo Sangue, versato per noi, all’unico Calice della Nuova Alleanza, consegna il Suo Testamento ai Suoi, comandando di fare con gli altri tutto ciò che Egli ha fatto per loro.
Amò i Suoi fino alla fine e prima di passare da questo mondo al Padre, lavò loro i piedi e comandò loro di lavare i piedi gli uni agli altri, imitando il Suo esempio (Vangelo). Proprio ‘in quella notte in cui veniva tradito’, il Signore Gesù, spezzò il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro, dicendo ‘questo è il Mio Corpo che è per voi; fate questo in memoria di Me’ e, ‘allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:’ questo calice è la Nuova Alleanza nel Mio sangue; ‘fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di Me’. ‘Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché Egli venga’ (seconda Lettura).
Nel Venerdì santo, primo giorno del triduo pasquale, noi, attraverso i quattro Momenti celebrativi, Liturgia della Parola, Ascolto della Parola di Dio e Contemplazione del Salvatore nella Sua passione e morte, la Preghiera universale: risposta all’amore del redentore, l’Adorazione-Venerazione della Croce ‘che ha portato la salvezza al mondo’ e la Comunione Eucaristica, che ci fa partecipare al Corpo del Signore crocifisso e risorto, celebriamo l’efficacia salvifica della passione e morte gloriosa di Gesù, il Quale ‘morendo ha distrutto la morte e ha ridato a noi la vita’. Noi cristiani, oggi, facciamo memoria della Sua morte e adoriamo il Piano di Dio nella venerazione della Croce santa.
I vari ‘gesti’ che esprimono la pietà popolare, oggi, non possono e non devono farci deviare dal vero significato dell’azione liturgica, verso la quale devono convergere e a questa devono orientare la pietà popolare. Perciò, siano favoriti e valorizzati i momenti di silenzio, i gesti di contemplazione adorante, il clima di profonda spiritualità nella sobrietà e dignità della celebrazione. Il silenzio è silenzio d’ascolto e contemplazione, non

‘Gesù, portando la croce, si avviò verso il Golgota’ Il Racconto della passione percorre, ora dopo ora, anche cronologicamente, gli eventi del Cristo tradito, rinnegato, lasciato solo, giudicato, flagellato, caricato di croce, crocifisso e morto. ‘Gesù disse: “tutto è compiuto!”E chinato il capo, consegnò lo spirito’ ( Gv 19,30). Tutto ha compiuto, il Figlio, obbediente al Padre fino a donarsi per noi! Egli, Cristo Gesù, ‘Potenza e Sapienza di Dio’, ora, regna dalla croce e attrae a Sé ogni creatura. Gesù disse: ‘È compiuto’!
Per noi Cristo Gesù si è fatto obbediente fino alla morte di croce. Adoriamo la Tua Croce, Signore, dalla quale è venuta, in tutto il mondo, la gioia e la salvezza e volgiamo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto per rispondere al suo amore redentivo e lasciarci riscattare e salvare.
Santa e gioiosa Pasqua per Tutti Voi, Amatissimi!
Ultimo aggiornamento
17/04/2019 - 12:10
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