2a Domenica di Quaresima, 17 Marzo 2019

Ascoltatelo
Dio grande e fedele, che riveli il Tuo volto a chi Ti cerca con cuore sincero, rinsalda la nostra fede nel mistero della croce e donaci un cuore docile, perché nell’adesione amorosa alla Tua volontà seguiamo come discepoli il Cristo Tuo Figlio. (Seconda Colletta)
Ascoltatelo
, imperativo divino, pregnante e vitale, dinamico ed essenziale: ascoltare è obbedire, lasciarsi coinvolgere, mettersi alla sequela del Figlio, condividere la Sua Missione e collaborarvi, lasciarsi assimilare dalla Sua Persona e rendersi partecipi della Sua gloria e lasciarsi rivestire della Sua ‘veste candida e sfolgorante’, segno della nostra figliolanza divina nel Figlio Suo, l’eletto.
Quel giorno
, sul quel monte, Gesù, volendo preparare i Suoi discepoli ad affrontare la ‘prova’ suprema della Sua passione e morte (‘il suo esodo’), ‘mentre pregava, il Suo volto cambiò d’aspetto e la Sua veste divenne candida e sfolgorante’; Pietro, Giovanni e Giacomo, dopo essersi svegliati dal sonno che li opprimeva, ‘videro la Sua Gloria’ e, dalla nube che li ‘coprì con la Sua ombra’, uscì la Voce, quella del Padre: ‘Questi è il Figlio Mio, l’Eletto; Ascoltatelo’.
Abramo, obbedendo
al comando del Signore Dio, ha lasciato la sua terra e, fidandosi di Lui, si incammina verso la terra che Egli vorrà indicargli. Nonostante la sua fiducia e fede, egli, però, è anche provato umanamente e avvilito dal fatto di essere ‘un patriarca senza figli’, e, perciò, senza futuro, ed è anche sconfortato dal procrastinarsi della realizzazione della Promessa. Dio lo riassicura e rinnova la promessa di una discendenza incalcolabile più delle stelle del cielo e lo invita e lo sollecita a credere alla Sua promessa, attraverso un rito antico di contratto (Alleanza), e che viene completamente rinnovata e arricchita di nuovi contenuti e significati (prima Lettura).
Paolo
, che non solo ha imitato Cristo ma anche da Lui si è lasciato assimilare, ci ricorda che siamo pellegrini e viandanti verso la patria celeste, animati, guidati e sorretti da questa nostra fondata speranza: Cristo trasfigurerà il nostro corpo, misero e mortale, e lo conformerà al Suo Corpo, risorto e glorioso. Nella attesa dobbiamo rimanere saldi nella fede in Lui e farci Suoi imitatori e non comportarci da ‘nemici della croce di Cristo’ (seconda Lettura).
Abramo, uomo di fede, anch’egli è provato e saggiato nel crogiuolo di due dubbi assillanti: ‘come potrò sapere che ne avrò il possesso’ e quando questo avverrà, se ne constato da tempo il suo continuo procrastinarsi?
Il tempo dell’attesa
del compimento della Sua promessa, non solo può inquietare e logorare, ma mette a dura prova la qualità della nostra fede in Dio, che è sempre fedele e mai viene meno alla Sue promesse, nonostante il nostro sonno-torpore e la nostra fragile e incostante perseveranza e la nostra ansiosa fretta a voler noi sostituirci e risolvere e velocizzare la realizzazione di quanto Egli promette, a modo nostro, secondo i nostri schemi e parametri, corrispondenti solo ai nostri principi e interessi privati ed egocentrici.
Con Abramo
, padre nella fede, anche noi dobbiamo imparare a fidarci di Dio, anche quando le Sue promesse ci sembrano ritardare nel realizzarsi, perché tutto quello che ha promesso, Egli lo ha sempre realizzato fedelmente con i Suoi tempi e Sue modalità, che non sempre corrispondono con i nostri. Dio dona la Sua Parola e non la ritira mai!
Dobbiamo fidarci di Dio, dunque, ascoltare, credere e seguire la Sua Parola per poter attraversare, superare e vincere le insidie e i pericoli del deserto della nostra storia e ricevere in dono la terra promessa a noi, chiamati ad ‘uscire’ dalla nostra e dirigerci dove Egli ci indica e ci conduce. Fidarsi, credere, lasciarsi purificare, nel setaccio della prova e della tribolazione della croce quotidiana e confidare sempre in Dio che mantiene le promesse e ci conduce certamente al ‘possesso’ della Sua terra.
Ora, devo fermarmi un po’ e, nella preghiera e nel raccoglimento, voglio cercare di rispondere personalmente alla Parola e mi chiedo: come lasciarmi ‘trasfigurare’ il mio volto e cambiare il mio cuore? Come farmi convertire dalle mie scelte e dai miei comportamenti da ‘nemico della croce di Cristo’? Come vivere qui in terra e ‘comportarsi da cittadini del cielo’? Come posso ‘uscire’ da me stesso, dal mio torpore spirituale e dalle oscurità e ambiguità delle mie presunte certezze e sicurezze, per fidarmi e credere nel Signore, ascoltarLo, seguirLo nella fedeltà per essere reso partecipe della luminosità e gloria del Suo Volto?

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Ultimo aggiornamento 15/03/2019 - 10:50