4a Domenica di Pasqua, 12 Maggio 2019
Gesù Cristo, Agnello e Pastore e
Porta delle pecore
La
Domenica del Buon Pastore! Nella
spiritualità ebraica, l’unico Pastore è
Dio. Applicando a Sé questo Titolo, Gesù rivela
e riafferma la Sua Identità divina: Egli
è Dio ed è una cosa sola con il Padre (v
30). Perciò, va ascoltato come il Signore
Dio che, da sempre, il Popolo ebraico ha
identificato, ascoltato e seguito come ‘suo
Pastore’: Il Signore è mio Pastore, non manco
di nulla’ (Salmo 22).
È risorto il Buon Pastore, che ha dato la vita per le Sue pecore per condurle e donare loro la Vita eterna. Io sono il vero ed unico Pastore, perché offro la Mia vita per le Mie pecore, le quali ascoltano la Mia voce, perché Io le conosco una per una e le chiamo per nome ed esse Mi seguono.
‘Le Mie pecore ascoltano la Mia voce’: dunque, le pecore ascoltano la voce del loro Pastore, soprattutto e primariamente, perché esse si sentono da Lui ‘riconosciute’, cioè, amate con un amore, così infinito che Lo spinge a dare la Sua vita per esse! ‘Ed esse Mi seguono’: dall’ascolto alla sequela, che è lasciarsi attrarre, porsi a camminare dietro di Lui e lasciarsi guidare con fiducia.
L’Agnello immolato per noi, il Cristo Risorto, è il nostro Pastore: non avremo più fame, né sete, né ci colpirà più il sole, né l’arsura, perché Egli ci guiderà alle fonti delle acque della vita e nessuno delle Sue pecore andrà perduta e nessuno potrà strapparle dalla Sua mano e dalla mano del padre Suo (Gv 10,28-29).
Il Pastore Buono (greco, Kalòs: ‘Bello’, ‘Amabile’) cammina davanti al Suo gregge, lo guida con amore, lo protegge e lo difende con forza, gli rimane sempre vicino, fa sentire e riconoscere tutto il Suo amore nella Sua voce e manifesta a tutte le Sue pecore che Egli è venuto perché mandato dal Padre Suo per cercare e raccogliere in un solo Ovile tutte quelle che abbiamo disperso e che si sono allontanate, per riportarle, con le Sue mani, nella mano del Padre, che vuole che ‘tutti gli uomini siano salvi e che nessuno vada perduto’ (Gv 6,39).
A guidarci nella nostra missione è il Pastore, che ha dato la vita per noi. A ciascuno di noi è richiesto solo di ascoltarLo e seguirLo e riconoscerci Suo popolo e gregge che Egli ama, guida e conduce ai pascoli eterni (Salmo 99).
56a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: ‘Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio’
Pregare per le Vocazioni non è osare chiedere a Dio di riempire i nostri seminari, conventi, ordini religiosi, ma è permettere allo Spirito di farci riscoprire che ogni vocazione sgorga ed è radicata nel Battesimo, che ci ha resi figli di Dio chiamati a vivere da figli. È Dio che chiama e manda, perciò, la vocazione nasce ed è frutto della personale relazione con Dio. Pregare, dunque, è cercare la comunione con Dio, per ascoltare e conoscere cosa Dio ha scelto per ciascuno di noi e convincersi che il Padre sceglie sempre cose grandi per i figli.
La Preghiera ‘per le Vocazioni’, dunque, deve convincerci che Dio ha già chiamato ciascuno di noi al Suo Progetto di Santità Universale, attraverso vocazioni personali e particolari. La meta, dunque, è unica: la Santità; le vie da percorrere da ciascuno di noi per raggiungerla, sono tracciate da Dio, Santo e Misericordioso. La Preghiera, che ristabilisce la comunione con il Padre nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo, deve farci individuare, dunque, qual è la strada da seguire e farci aprire alla Sua grazia per sapere e poter pronunciare il nostro piccolo ‘Sì’, come Maria, nello stesso suo stupore e sua meraviglia che ha pervaso il suo cuore e nella fedeltà assoluta da lei testimoniata, fin sotto la croce.
Allora, pregare per le Vocazioni, non è voler suggerire a Dio quello che deve fare, ma è voler capire quello che Dio vuole che io faccia e cosa ha progettato di fare di me, sempre se glieLo permetto e Gli do il mio consenso. Pregare è volerci disporre ad accogliere il Suo amore ed eseguire ciò che Dio vuole da noi, per il nostro bene, affinché possiamo realizzare e raggiungere, con la Sua grazia, il fine per cui siamo stati creati: la comunione con Dio e tra di noi. E questo fine lo possiamo raggiungere, vivendo ciò che preghiamo, seguendo Gesù, il Figlio che ci insegna a pregare e ci consegna la vera Preghiera, ricapitolata in queste Sue parole: ‘Non la Mia, Padre, ma la Tua volontà sia fatta’!
Preghiera è conoscere e fare la Sua volontà e non tentare e pretendere di piegarLo al nostro capriccioso ed egoistico volere! Pregare, infine, vuol dire dare buon esempio, coerenza, fedeltà e perseveranza, perché è la testimonianza luminosa e gioiosa, personale e comunitaria, a suscitare vocazioni! Non ci sono vocazioni perché non ci sono Testimoni credibili, Modelli attraenti da seguire né Valori da perseguire! È vero, infine, che Gesù ci chiede di pregare Dio, Padrone della messe, perché mandi operai alla Sua messe (Lc 10,2), ma Noi siamo pronti ad andarci? Noi preghiamo, e perché Dio non manda gli operai? Perché la nostra preghiera si riduce a delegare ad altri la missione
che
ciascuno di noi ha ricevuto nel Battesimo. Ti
prego, Padrone della messe, manda gli
altri e non scomodare me!
Non è Dio, allora, a non voler mandare operai alla Sua messe, ma è perché non ne trova alcuno, secondo il Suo cuore e conforme al Suo disegno! E quelli che dicono sì, mirano ad impossessarsi della messe e non a raccoglierla, nella fedeltà del servizio, per il Padrone, che li ha mandati!

È risorto il Buon Pastore, che ha dato la vita per le Sue pecore per condurle e donare loro la Vita eterna. Io sono il vero ed unico Pastore, perché offro la Mia vita per le Mie pecore, le quali ascoltano la Mia voce, perché Io le conosco una per una e le chiamo per nome ed esse Mi seguono.
‘Le Mie pecore ascoltano la Mia voce’: dunque, le pecore ascoltano la voce del loro Pastore, soprattutto e primariamente, perché esse si sentono da Lui ‘riconosciute’, cioè, amate con un amore, così infinito che Lo spinge a dare la Sua vita per esse! ‘Ed esse Mi seguono’: dall’ascolto alla sequela, che è lasciarsi attrarre, porsi a camminare dietro di Lui e lasciarsi guidare con fiducia.
L’Agnello immolato per noi, il Cristo Risorto, è il nostro Pastore: non avremo più fame, né sete, né ci colpirà più il sole, né l’arsura, perché Egli ci guiderà alle fonti delle acque della vita e nessuno delle Sue pecore andrà perduta e nessuno potrà strapparle dalla Sua mano e dalla mano del padre Suo (Gv 10,28-29).
Il Pastore Buono (greco, Kalòs: ‘Bello’, ‘Amabile’) cammina davanti al Suo gregge, lo guida con amore, lo protegge e lo difende con forza, gli rimane sempre vicino, fa sentire e riconoscere tutto il Suo amore nella Sua voce e manifesta a tutte le Sue pecore che Egli è venuto perché mandato dal Padre Suo per cercare e raccogliere in un solo Ovile tutte quelle che abbiamo disperso e che si sono allontanate, per riportarle, con le Sue mani, nella mano del Padre, che vuole che ‘tutti gli uomini siano salvi e che nessuno vada perduto’ (Gv 6,39).
A guidarci nella nostra missione è il Pastore, che ha dato la vita per noi. A ciascuno di noi è richiesto solo di ascoltarLo e seguirLo e riconoscerci Suo popolo e gregge che Egli ama, guida e conduce ai pascoli eterni (Salmo 99).
56a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: ‘Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio’
Pregare per le Vocazioni non è osare chiedere a Dio di riempire i nostri seminari, conventi, ordini religiosi, ma è permettere allo Spirito di farci riscoprire che ogni vocazione sgorga ed è radicata nel Battesimo, che ci ha resi figli di Dio chiamati a vivere da figli. È Dio che chiama e manda, perciò, la vocazione nasce ed è frutto della personale relazione con Dio. Pregare, dunque, è cercare la comunione con Dio, per ascoltare e conoscere cosa Dio ha scelto per ciascuno di noi e convincersi che il Padre sceglie sempre cose grandi per i figli.
La Preghiera ‘per le Vocazioni’, dunque, deve convincerci che Dio ha già chiamato ciascuno di noi al Suo Progetto di Santità Universale, attraverso vocazioni personali e particolari. La meta, dunque, è unica: la Santità; le vie da percorrere da ciascuno di noi per raggiungerla, sono tracciate da Dio, Santo e Misericordioso. La Preghiera, che ristabilisce la comunione con il Padre nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo, deve farci individuare, dunque, qual è la strada da seguire e farci aprire alla Sua grazia per sapere e poter pronunciare il nostro piccolo ‘Sì’, come Maria, nello stesso suo stupore e sua meraviglia che ha pervaso il suo cuore e nella fedeltà assoluta da lei testimoniata, fin sotto la croce.
Allora, pregare per le Vocazioni, non è voler suggerire a Dio quello che deve fare, ma è voler capire quello che Dio vuole che io faccia e cosa ha progettato di fare di me, sempre se glieLo permetto e Gli do il mio consenso. Pregare è volerci disporre ad accogliere il Suo amore ed eseguire ciò che Dio vuole da noi, per il nostro bene, affinché possiamo realizzare e raggiungere, con la Sua grazia, il fine per cui siamo stati creati: la comunione con Dio e tra di noi. E questo fine lo possiamo raggiungere, vivendo ciò che preghiamo, seguendo Gesù, il Figlio che ci insegna a pregare e ci consegna la vera Preghiera, ricapitolata in queste Sue parole: ‘Non la Mia, Padre, ma la Tua volontà sia fatta’!
Preghiera è conoscere e fare la Sua volontà e non tentare e pretendere di piegarLo al nostro capriccioso ed egoistico volere! Pregare, infine, vuol dire dare buon esempio, coerenza, fedeltà e perseveranza, perché è la testimonianza luminosa e gioiosa, personale e comunitaria, a suscitare vocazioni! Non ci sono vocazioni perché non ci sono Testimoni credibili, Modelli attraenti da seguire né Valori da perseguire! È vero, infine, che Gesù ci chiede di pregare Dio, Padrone della messe, perché mandi operai alla Sua messe (Lc 10,2), ma Noi siamo pronti ad andarci? Noi preghiamo, e perché Dio non manda gli operai? Perché la nostra preghiera si riduce a delegare ad altri la missione

Non è Dio, allora, a non voler mandare operai alla Sua messe, ma è perché non ne trova alcuno, secondo il Suo cuore e conforme al Suo disegno! E quelli che dicono sì, mirano ad impossessarsi della messe e non a raccoglierla, nella fedeltà del servizio, per il Padrone, che li ha mandati!
Ultimo aggiornamento
10/05/2019 - 08:23
indirizzo email parrocchiale
posta@parrocchiadelrosariofuscaldo.it