Giovedì Santo e Venerdì Santo, 29-302 Marzo 2018
Anche voi fate come Io ho fatto a voi!
Tre
giorni (Triduo), una Festa unica
da celebrare: il Mistero Pasquale. Il
Triduo inizia con la Cena del Signore e
si compie la Domenica di Pasqua. In effetti,
sono quattro i giorni santi! Il
Triduo non è da riferirsi, perciò, tanto
al numero dei giorni, quanto alle tre fasi
del Mistero Pasquale: Cena, la
Passione-Morte Sepoltura e la
Risurrezione! La Chiesa delle origini
non si preoccupava di celebrare e
commemorare le fasi del Mistero Pasquale
una per volta e in diversi
momenti e giorni, mirava soltanto ad indicare
il nesso tra la Morte e la
Risurrezione di Cristo: dalla morte
sgorga la Vita.
I Tre
Giorni, Triduo, se pur
distinti, pertanto, costituiscono
un’indissolubile unità e non possono essere
separati: il Venerdì è vuoto, cieco e senza
senso, infatti, senza il dono di Sé che Gesù
fa nella Cena del Giovedì e senza l’alba
della Sua Risurrezione. Anche il Giovedì
santo, la Cena del servizio e del dono di Sè,
svanisce nel puro sentimentalismo e nella
vuota teatralità, se non si realizza nel
servizio e nell’offerta reale del Corpo di
Cristo sulla Croce nel Venerdì. E il Giovedì
e il Venerdì svaniscono e non hanno senso
compiuto, senza la Domenica della Passione
del Signore e della Sua Risurrezione.
Giovedì Santo
è prologo al Triduo vero e
proprio: ‘Il Signore Gesù, nella notte in
cui veniva tradito, amando sino alla fine i
Suoi che erano nel mondo, offrì a Dio Padre
il Suo Corpo e Sangue sotto le specie del
Pane e del Vino e li diede agli Apostoli in
nutrimento e comandò loro e ai loro
successori nel sacerdozio di farne offerta’
(Paschalis Sollemnitatis, 46-47). Gesù
istituisce e ci consegna, in dono e
responsabilità, l’Eucaristia insieme al Suo
testamento della carità che si attualizza nel
servizio vicendevole, fondato e retto sul Suo
esempio e come Egli ha fatto e ‘ha
servito’ noi.
La Chiesa, comunità di fratelli, se vuole
essere la ‘Sua’, deve farsi ed essere serva
come Lui e deve donarsi quanto Lui. In questa
Cena Santa, non siamo chiamati a ‘mimare’, a
rappresentare qualcosa del passato, ma ad
attualizzare e accogliere il dono che Gesù, ‘nella
notte in cui fu tradito’, ci consegna e
ci affida: il Sacramento della Sua presenza ‘per
sempre’ nel pane, Suo Corpo
spezzato e nel vino, Suo Sangue
versato.
Come Dio ‘è passato’ in Egitto per ‘servire’
il Suo popolo, liberandolo dalla schiavitù e
rendendolo un Popolo libero, così, Gesù,
questa sera, ‘passa’ in mezzo alla Sua
comunità, per restare sempre con noi, ci lava
i piedi per rimetterci in cammino dietro di
Lui, ci nutre e c’invia nel mondo dei
fratelli a lavare e lenire le loro piaghe e
per servire nell’amore, come Lui ha fatto con
noi! ‘Questa è la Pasqua del Signore!’
Venerdì Santo
Seguiamo, passo passo e con
tanto amore, le orme di Gesù nella Sua
Passione fin sul Calvario, dove, innalzato
sulla Croce, lo riconosciamo ‘Figlio di
Dio’ per cantarLo, al mattino di Pasqua,
Risorto e vittorioso sul peccato e sulla
morte. Seguiamo le sue orme, che non sono da
confondere con le tante folkloristiche
rappresentazioni che continuiamo
e ci ‘ostiniamo’ a difendere come tradizioni
ed espressioni della ‘pietà popolare’.
Seguire Gesù nella Sua Passione, infatti, è
servire e vivere il Suo Mistero e non usarlo
a nostro compiacimento e utilizzo.
Adoriamo
la Tua Croce, Signore,
Lodiamo e
Glorifichiamo
la Tua Risurrezione.
Dal legno della
Croce è venuta la salvezza in tutto il mondo.
Ultimo aggiornamento
28/03/2018 - 09:56