Domenica delle Palme e della Passione del Signore, 25 Marzo 2018
Osanna! Osanna! Crucifige! Crucifige!
L’inizio della Settimana Santa segna il
culmine della Quaresima e ci prepara ad
entrare e ci introduce nel Mistero Pasquale
della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù
Cristo, il Figlio di Dio (Mc 1,1), nostro
Redentore e Salvatore. Per celebrare la Sua
vittoria sul peccato e sulla morte, anche noi
dobbiamo entrare a far parte e vivere, come
il Figlio, la notte della Sua passione e il
mistero della Sua morte e morte di croce.
Come Gesù si è rivelato Figlio di Dio proprio
nell’umiliazione ed esaltazione in croce,
così si tasta e si prova la vera identità del
Suo vero discepolo: senza croce nessuno può
dirsi ed essere cristiano. Se si vuole essere
di Cristo, bisogna esserlo a modo Suo
e non secondo i nostri criteri e i nostri
schemi!
Al centro e al
cuore di
questa nuova Settimana Santa, come lo
è stato per tutto il cammino della Quaresima,
dunque, deve esserci sempre la Croce gloriosa
di Cristo. La Croce, per Matteo
è il mistero nel quale, solo alla luce della
Parola (le Scritture) e con la Fede,
vi si può entrare per esserne fatti partecipi
(Mt 27,31-43); per Luca, è
Pedagogia fondamentale per educare e
formare veri Suoi discepoli, che alla scuola
del Crocifisso sono resi capaci e pronti a
saper perdonare anche i nemici, i persecutori
e crocifissori, dando la propria vita a
servizio degli altri (Lc 23, 26-49);
Giovanni vi legge l’Ora e vi
indica il luogo dell’Innalzamento e
della Glorificazione del Figlio di Dio e
Figlio dell’Uomo (12, 23-33; 19,28-30); per
Marco è la Rivelazione definitiva di
quell’Uomo Gesù che, visto morire ‘in quel
modo’ da un pagano, da questi viene
proclamato quale Egli è: ‘davvero
quest’uomo era Figlio di Dio!’ (15,39).
Marco, inoltre, addita la Croce e ci
invita a levare lo sguardo su di Essa,
fissarLa con desiderio ed ascoltare le Sue
Parole: la Croce parla,
infatti, di scelte chiare e di rinunce
inequivocabili, che sono le conseguenze della
scelta prioritaria del donarsi senza
condizioni e limiti, dello svuotarsi di sé,
del mettere la propria vita a servizio degli
altri, del compiere la Volontà di Dio Padre,
nella fedeltà di ogni giorno, nel prendere e
portare la propria croce, come il Figlio
amato, a Lui obbediente fino alla morte e
alla morte di croce. Marco, nel suo
‘raccontare’, la Passione, la Crocifissione e
la Morte di Gesù, attraverso il suo realismo,
mira a convincere tutti i cristiani credenti
che senza la Croce, non ci può essere sequela
nè discepolo vero! È la Croce, infatti, che
rivela al Centurione la vera Identità di Gesù
Cristo: ‘davvero quest’Uomo era Figlio di
Dio’ (v 39c), che risulta essere la
stessa Identità, professata da Marco nel suo
Prologo: ‘Inizio del Vangelo di Gesù,
Cristo, Figlio di Dio’ (1,1) e che,
proprio nell’ora della Sua morte, è
riconosciuta ed è proclamata da un pagano!
La Croce, dunque, è luogo
della Rivelazione del vero Volto di Dio sul
Volto del Figlio crocifisso, che rivela,
anche, il volto del vero discepolo che
se vuole essere tale deve scegliere la croce,
deve abbracciarla, ogni giorno, ponendosi
alla Sua sequela e donando la Sua vita al
servizio del Vangelo, che vuol dire mettersi
al servizio dei fratelli. Croce da
guardare, allora, da fissare con
amore, da contemplare con
riconoscenza, da abbracciare con
fiducia e da portare, ogni giorno,
insieme con Lui e dietro di Lui, nella totale
dedizione e obbedienza al Padre, come il
Figlio ha fatto, certi che Egli è con noi e
ci innalzerà e glorificherà insieme con il
Figlio ‘innalzato’ e ‘glorificato’. La Sua
Croce è da ascoltare, perché, nella
sua suprema Parola, rivela tutto l’amore
infinito di Dio per tutte le Sue creature,
fino a sacrificare il Figlio Suo ‘per noi’.
La Sua Croce,
perciò, deve educarci e
farci maturare come veri Suoi discepoli che
si lasciano riplasmare dalla Sua sapienza,
illuminare e guidare dalla Sua luce e
attrarre dal Suo amore misericordioso e ricco
di tenerezza.
É la
Pasqua del Signore!
Cristo Nostra Pasqua, è stato immolato:
Celebriamo, dunque, la Festa con purezza e
verità
Il Triduo della
Passione e della Risurrezione del
Signore risplende al vertice dell’Anno
Liturgico, poiché l’opera della Redenzione
umana e della perfetta Glorificazione di Dio
è stata compiuta da Cristo specialmente per
mezzo del Mistero
Pasquale, col quale, morendo, ha
distrutto la nostra morte e, risorgendo, ci
ha ridonato la vita. La preminenza di cui
gode la Domenica nella settimana, la gode la
Pasqua nell’Anno Liturgico.
Il Triduo Pasquale
ha inizio dalla Messa in
Coena Domini,
ha il suo fulcro nella
Veglia Pasquale,
e termina con i Vespri della
Domenica di
Risurrezione. (Norme Generali
per l’Ordinamento dell’Anno Liturgico e del
Calendario, nn 18-19).
Ultimo aggiornamento 23/03/2018 - 13:50