16a Domenica Ordinaria, 22 luglio 2018
Vide ed ebbe compassione di loro
‘perché erano
come pecore che non hanno pastore, e si mise
a insegnare loro molte cose’.
Poniamoci, anche Noi, con gratitudine e
desiderio vivo, in ascolto delle ‘molte
cose’
che
Gesù, Signore e Pastore, vuole insegnarci
in questa santa Domenica! Dio, Pastore
di Israele, radunerà il ‘resto delle Sue
pecore’, che erano state affidate a
pastori, che si sono dimostrati infedeli e
malvagi, perché, invece di prendersene cura,
le hanno scacciate, disperse e fatte perire.
Egli Stesso le cercherà nelle regioni dove le
hanno scacciate e ‘le farà tornare ai Suoi
pascoli’, le renderà feconde ed
esse si moltiplicheranno. Poi,
costituirà pastori secondo il Suo cuore,
i quali se ne prenderanno cura, le
raduneranno in modo che non ne manchi nemmeno
una, le condurranno ai Suoi pascoli, le
difenderanno dai predatori e dai ladri e
queste non dovranno temere più nulla.
L’assicurazione del Profeta, che parla
a nome e per conto del Signore,
non si ferma a questa promessa, ma varca i
nuovi orizzonti e preannuncia ‘un
Germoglio giusto’, che susciterà
attraverso la discendenza davidica: Gesù
Cristo, il buon Pastore e Guardiano
vigile, che radunerà tutte le pecore erranti
e le condurrà ai pascoli eterni. Egli
eserciterà il diritto e la
giustizia, regnerà da vero Re saggio e
giusto e, per questo, sarà chiamato: ‘Signore
nostra Giustizia’ (prima Lettura).
Gesù, Figlio di
Dio e Figlio dell’Uomo, è il
vero Pastore promesso e mandato dal Padre.
Egli, nel Vangelo di oggi, si rende subito
conto della stanchezza fisica e del
disorientamento spirituale dei Discepoli,
tornati dalla missione e li porta con Sé, in
disparte, ‘in un luogo deserto’ per dialogare
e confrontarsi con loro e per riordinare le
idee e riprendere energia e nuove forze, dopo
la prima missione compiuta, della quale, ora,
bisogna verificarne la validità con il
Maestro, per non restare sedotti da possibili
attribuzioni di orgogliosi successi personali
o anche per non cedere a scoraggiamenti e
delusioni per le difficoltà incontrate. Per
questo, Gesù non li manda da soli e non gli
dice andate, ma ‘venite in disparte, voi
soli’ e state, parlate e
confrontatevi con Me: verifichiamo
insieme i lati positivi della Missione, che
consolideremo e rafforzeremo, e gli
aspetti negativi, che correggeremo e
modificheremo. Salgono, con Gesù, sulla barca
e partono per raggiungere questo ‘luogo
deserto’, dove vengono, però, preceduti dalla
grande folla, che lì accorre a piedi! Gesù la
‘vide’ ed ‘ebbe compassione’ di tutti loro!
Egli è Pastore
sensibile e amorevole, che si
lascia muovere a compassione della grande
folla, perché Egli sa che questo è un grande
gregge, formato da pecore confuse,
disorientate e disperse, perché sono senza
pastore. Egli, Pastore misericordioso e
sensibile, le raccoglie attorno a Sé, insieme
con i Suoi discepoli, si prende cura del
gregge, ‘e si mise a insegnare loro molte
cose’ (Vangelo).
Nella seconda Lettura,
Paolo presenta
Cristo Gesù, il vero e unico buon
Pastore, che ha dato la Sua vita per le
pecore, e Lo celebra e Lo rivela come nostra
Pace e Riconciliatore che, ‘grazie
al Suo Sangue’ e ‘per mezzo della Sua
Carne’ ha fatto diventare ‘vicini’
coloro che erano ‘lontani’ e,
abbattuti i muri della inimicizia e di
separazione, ‘ha fatto di due una cosa
sola’ e ‘ha creato nella Sua Persona
dei due un solo uomo nuovo’,
riconciliandoli con Dio ‘in un solo corpo
per mezzo della croce’, per formare un
unico Popolo Santo: ‘la Sua Chiesa,
Suo Corpo, di cui Egli è il Capo, per mezzo
del Quale ‘possiamo presentarci, gli uni e
gli altri, al Padre in un solo Spirito’.
Gesù, che ‘vede’,
anche noi, disorientati e dispersi, stanchi
e, forse, anche delusi e sconfortati, oggi,
prova una compassione immensa per ciascuno di
noi e ci chiama a Sé e ci raccoglie intorno
alla Sua Mensa, per fare di noi, lontani
e divisi, una cosa sola con
Lui, il Suo gregge, si fa nostro Pastore ci
guida e protegge, ci riunisce in un solo
corpo e ricomincia ‘a insegnarci molte cose’.
I veri Discepoli,
dopo ogni invio eseguito
e missione compiuta, devono fare verifica con
Gesù, il Signore che li ha mandati ad
operare, per conto e in nome Suo. Sarà Egli a
dettare le modalità del confronto, a
correggere le nostre inadempienze, a colmare
i nostri vuoti, a ridonarci fiducia, a
ritemprare le nostre forze, e a prepararci
per il nuovo invio e a farci prendere
coscienza che Egli ci segue, ci guida e
compie per mezzo nostro, Egli stesso, la
missione: converte, unge gli ammalati, li
guarisce, li libera dagli spiriti impuri, li
risana e li salva. Noi, strumenti-sacramento
della Sua Grazia, che guarisce e salva,
occupiamoci più della qualità del
nostro servizio pastorale e non
preoccupiamoci della quantità
delle cose da fare!
Ultimo aggiornamento 20/07/2018 - 11:21