33a Domenica Ordinaria, 18 novembre 2018

Il Cristo è vicino, è alle porte!
Imparate dalla pianta del fico! Quando i suoi rami si fanno teneri e cominciano a spuntare le foglie, sapete che l’estate è vicina!
Gesù, nella Domenica, che, insieme alla Solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo, conclude l’Anno Liturgico, vuole farci riflettere sulle ‘realtà ultime’ del compimento della Storia, da attendere nella vigilanza perseverante, con fede operosa e speranza fondata, senza lasciarci prendere dal panico infondato e senza farci affogare nell’angoscia e disperazione.
Infatti, il Vangelo non parla di ‘una fine’, ma descrive gli ‘ultimi tempi’ che aprono al nuovo inizio, preannunciato dai primi germogli di una pianta di fico, che annunciano una primavera ricca di boccioli che promettono l’estate vicina e piena di frutti abbondanti. Questo promette Gesù, che vuole, anche, assicurarci che i cieli e la terra passeranno, ma le Sue Parole sono sempre efficaci e tutte le Sue promesse, perciò, saranno mantenute fedelmente e saranno realizzate pienamente.
Anche la prima Lettura ci annuncia e promette che quelli che, ora ‘dormono’ si risveglieranno: gli iniqui e i malvagi, ‘per la vergogna e l’infamia eterna’, mentre i saggi e i giusti, per la vita eterna, e ‘risplenderanno come le stelle nel firmamento per sempre’.
Infine, la seconda Lettura, contempla Cristo ‘assiso per sempre alla destra del Padre, dopo essersi offerto in unica oblazione, per cancellare e togliere i nostri peccati, ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati e con il Suo sacrificio ha reso definitiva la redenzione, liberando il mondo dal peccato, dall’angoscia e dalla paura.
La Venuta del Signore
è dono di speranza e annuncio di salvezza. Non è evento catastrofico, distruttivo e punitivo, ma è l’incontro con il Risorto, perciò, deve generare speranza e non paura, certezza di vita eterna e non angoscia. L’ultimo giorno non è, infatti, il giorno della fine, ma è il giorno della Venuta di Cristo Risorto Glorioso, sempre presente e vicino a ciascuno di noi. È il Giorno in cui il male, il disordine, il peccato e la morte stessa saranno distrutti e tolti per sempre!
È il Giorno del Signore
, nel quale tutti gli eletti saranno riuniti ‘presso’ Dio, per una comunione piena e definitiva, dal Risorto che li rende, in forza dello Spirito di vita, partecipi della incorruttibilità eterna (Vangelo, prima Lettura e Salmo). Non paura, dunque, né angoscia per ‘gli ultimi giorni’, solo vigilante e gioiosa attesa, nella speranza fondata, perché garantita dall’Evento della Risurrezione di Gesù Cristo, ora, assiso, glorioso Signore, per sempre alla destra del Padre (seconda Lettura).
Il cielo e la terra passeranno, ma le Sue Parole non passeranno mai!
La Parabola del fico che, dopo la necessaria potatura in autunno e la paziente attesa del freddo e gelido inverno, comincia a intenerirsi nei rami secchi, trasformandoli in gemme di linfa vitale, segna il passaggio dall’inverno, che attraverso la primavera, introduce a vivere l’estate del raccolto dei frutti abbondanti e gustosi.
La Parola, oggi, offre a tutti gli uomini
, e a noi, i Cristiani, la grazia rimanere sempre vigili e essere operosi nell’attesa, profeti di speranza, ovunque, senza seminare terrore e angoscia, ma solo fiducia e gioia di salvezza eterna!

Oggi, si celebra, oggi, la seconda GIORNATA MONDIALE DEI POVERI, che Papa Francesco ha istituito al termine del Giubileo della Misericordia (2016): “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” (Sal 34,7). La Giornata Mondiale dei Poveri intende essere una piccola risposta che dalla Chiesa intera, sparsa per tutto il mondo, si rivolge ai poveri di ogni tipo e di ogni terra perché non pensino che il loro grido sia caduto nel vuoto.
Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella.
Il povero della Bibbia
vive con la certezza che Dio interviene a suo favore per restituirgli dignità. La povertà non è cercata, ma creata dall’egoismo, dalla superbia, dall’avidità e dall’ingiustizia.
In questa Giornata Mondiale
siamo invitati a dare concretezza alle parole del Salmo: «I poveri mangeranno e saranno saziati» (Sal 22,27).
Sentiamoci tutti, in questo giorno, debitori nei loro confronti, perché tendendo reciprocamente le mani l’uno verso l’altro, si realizzi l’incontro salvifico che sostiene la fede, rende fattiva la carità e abilita la speranza a proseguire sicura nel cammino verso il Signore che viene!
(Messaggio di Papa Francesco per la 2a Giornata Mondiale dei Poveri)

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Ultimo aggiornamento 16/11/2018 - 10:11