24a Domenica ordinaria, 16 settembre 2018

Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi
Di fronte a questo invito-rivelazione di Gesù, Io penso secondo Dio o agisco secondo gli uomini? Chi è veramente Gesù Cristo per me? Quale è la mia relazione con Lui e il mio rapporto con la Sua croce?
La Parola Vivente
continua a interrogarci e a interpellarci: ‘Ecco il Signore è con me, mi rende giustizia e mi assiste: chi oserà venire a contesa con me, chi mi accuserà e chi mi dichiarerà colpevole?’ (prima Lettura) ‘A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere?’ A che serve dire a uno che ha fame e a uno che è senza vestito: vai in pace, riscaldati e saziati, senza dare ne cibo né vestito? ‘Quella fede può forse salvarlo?’ (seconda Lettura).
Infine, è Gesù, il Maestro, a farci domande, alle quali dobbiamo rispondere prima personalmente e, poi, come Assemblea Liturgica celebrante: Chi dice la gente che Io sia? Ma voi, chi dite che Io sia? (Vangelo).
Fede
e opere non sono da contrapporsi né si tratta di chiedersi e discutere se è più importante la fede delle opere, la carità della preghiera, l’azione della contemplazione! Discussioni inutili e contrapposizioni, usate, spesso, come alibi, per non scegliere e non doversi impegnare in alcuna delle due verità. Non è contrapposizione ma affermazione che non si può dare l’una senza l’altra e tra loro ci deve essere la ‘continuità’ nel logico sviluppo per il loro pieno compimento, come quella che esiste in natura tra il fiore e il frutto: il fiore sboccia per donare vita al frutto e il frutto non c’è se non sboccia il fiore!
La fede
, insiste Giacomo, non si esaurisce nella conoscenza o nel credere una verità in astratto, senza alcuno collegamento, coinvolgimento e radicamento nella realtà concreta della storia. Finiremmo di fare della fede una qualsiasi ideologia astratta ed inefficace. La fede, senza le opere, è come chi ascolta la Parola e non la mette in pratica. È solo ascoltatore e non esecutore della Parola, che manifesta e realizza la sua intrinseca efficacia e fecondità, solo quando si traduce in opere di giustizia, verità e carità. Come gli alberi, dai loro frutti si riconoscono (Mt 7,15-20), così, solo le opere, frutti di bontà, di testimonianza, di amore e carità, manifestano e dimostrano la vera ed autentica fede.
Il rapporto tra Fede e le opere
, viene testimoniato e fondato dal Vangelo: la fede e la sequela di Gesù si attualizzano, infatti, nella concretezza delle opere che sono i frutti del rinunciare a se stesso, del prendere la propria croce, del seguire, fedelmente e da dietro, Gesù, del donare (perdere) la propria vita per gli altri, e, così, guadagnarla!
È Gesù che salva
, non le opere della Legge’, afferma Paolo, e Giacomo completa: le opere di bene sono il frutto della Fede, in particolar modo, l’amore del prossimo, la speranza, la preghiera, il perdono, il dono della vita (perderla, cioè, spenderla per gli altri).
Gesù, prima di salire a Gerusalemme, per dare compimento alla Sua missione, ‘per la strada’, interrogandoli, vuole educare e formare i Suoi discepoli, i quali non hanno, ancora, compreso appieno la Sua persona e missione: è facile dire ‘Tu sei il Messia, il Cristo’ e, poi, ribellarsi e rifiutare di andare con Lui sulla strada stretta del rinnegamento di se stessi e prendere la propria croce e spendere la vita per gli altri nel dono di se!
Gesù, così, detta le Sue condizioni
necessarie e indispensabili per stare con Lui, per seguirLo e rimanere con Lui! Pietro e i suoi compagni di sequela, infatti, necessitano di un ulteriore e faticoso tratto di cammino, insieme con Lui, per maturare una fede autentica, completa e piena (cioè, come Dio la pretende e non come noi ce la disegniamo sul modello, ormai consolidato, del ‘fai da te’): dovranno ‘arrivare’ fin sotto quella croce, sulla quale è appeso il Maestro, il Messia, il Figlio dell’Uomo, il Servo sofferente e obbediente, per completare la loro fede e, sull’esempio del pagano Centurione, segno e annuncio di una Nuova Umanità redenta, con lui professare che quell’Uomo crocifisso è ‘veramente il Figlio di Dio’.
Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia

Ultimo aggiornamento 14/09/2018 - 19:
05