3a Domenica di Pasqua, 15 aprile 2018
Nel Nome di Cristo Risorto saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati
Di questo
voi siete testimoni
La
Risurrezione del Signore Gesù Cristo, è un
Mistero più grande della nostra mente e molto
profondo per il nostro cuore! Per essere
conosciuto nella sua verità, creduto e
testimoniato nella sua pienezza, ‘Gesù in
persona stette in mezzo a loro’ dona la
Sua pace, e mostra i segni del Suo Corpo
glorioso e, progressivamente, si fa
riconoscere, confermandoli nella fede e
liberandoli da ogni dubbio, incertezze e
paure, formandoli e rafforzandoli,
gradualmente, nella conoscenza e comprensione
della Sua Persona. Poi, affida loro la
missione di testimoniare e annunciare il
Mistero di cui sono stati fatti partecipi e
di predicare, nel Suo nome, a tutti i popoli
della terra ‘la Conversione e il Perdono
dei peccati’.
‘Così sta scritto’
(Lc 24, 46a).
Solo attraverso la
Parola-Scritture possiamo riconoscere
e aderire alla Sua Persona, il Verbo eterno,
il Dabar creativo e il Logos
rivelativo, il Verbum crocifisso e
risorto per la nostra salvezza. Ogni giorno
della settimana, Gesù Risorto ‘in persona’
si è avvicinato a ciascuno di noi e ha
camminato con noi, anche se non ce ne siamo
accorti e non Lo abbiamo riconosciuto!
Nella Domenica, il Giorno della Sua
Risurrezione, apriamo il nostro cuore alla
Sua Parola, che lo fa ardere e lo
prepara a riconoscerLo nello spezzare
il pane e lo invita a far comunione con Lui
nell’accoglierLo, quale Agnello di Dio
immolato per togliere il peccato del mondo.
È
la Parola che, oggi, per mezzo
di Pietro, ci esorta e invita a lasciarci
ricreare dall’amore
misericordioso e fedele del Padre,
attraverso il Figlio amato e sacrificato in
remissione dei nostri peccati:
‘Convertitevi
e Cambiate vita, perché siano Cancellati i
vostri peccati’.
Lasciarsi, perciò,
svuotare il cuore da ogni senso di colpa
per essere trasformati in peccatori perdonati
e ricolmi di gioia riconoscente per essere
stati salvati, nel Suo Nome e per la Sua
Morte. Il percorso lento, faticoso e paziente
dei discepoli e degli altri, che erano con
loro, a credere che Gesù è risorto, ci fa
comprendere che credere è impossibile senza
la luce e l’amore della Sua Parola, che deve
essere ascoltata e testimoniata, creduta e
vissuta, per liberarci dai tanti dubbi e
turbamenti, paure e delusioni. Anche la
‘fatica’ e la pazienza dello stesso Risorto,
il Quale, più volte, è dovuto intervenire a
spalancare le porte chiuse dei Suoi, che
continuavano a restare sprangati nella casa,
perché avevano dimenticato ciò che Egli aveva
detto loro e non avevano conosciuto la
Scrittura, che Lo aveva preannunciato, ci
rivela che non basta incontrarLo, come i due
discepoli di Emmaus, ma bisogna riconoscerLo,
attraverso la Parola che fa ardere il cuore e
fa comprendere il ‘gesto rivelativo’ dello
spezzare il Pane che apre la loro mente
nel riconoscerLo e il loro cuore per
accoglierLo e annunziarLo.
L’Eucaristia
attualizza ‘la pedagogia’ del cammino
dei due discepoli di Emmaus: Gesù si fa
vicino a noi, ci invita alla
conversione, ci interroga, ci apre
alla conoscenza della sapienza
della Parola (Scrittura) ce ne fa
comprendere
il senso pieno e vero, facendoci ‘ardere’ dal
desiderio di riconoscerLo nel
gesto eterno e divino dello spezzare il pane,
e accoglierlo nel Suo Corpo donato e
sacrificato per noi, per assimilarci alla sua
Persona, fino a realizzare l’ardente sogno e
desiderio di Paolo: ‘Non sono più io che
vivo ! È Cristo che vive in me! Questa vita
nella carne, io la vivo nella fede del Figlio
di Dio, che mi ha amato e ha dato Se stesso
per me (Gal. 2,20).
Ultimo aggiornamento
13/04/2018 - 20:02