19a Domenica Ordinaria, 12 agosto 2018
Camminate nella carità, nel modo in cui Cristo ci ha amato
Il Pane di vita, che dona vita nuova e
piena, ci fa partecipare, già sin d’ora, alla
Vita eterna nell’andare, credere
e mangiare il Pane vivo disceso dal
cielo e a noi donato dal Padre, per farci
partecipi alla Sua stessa vita, incorporati
al Figlio, che ha donato la Sua carne per
la vita del mondo (Vangelo).
Il
Viatico, Pane del viaggio da
mangiare, dona e comunica forza necessaria ed
energie nuove, per farci camminare e giungere
al Monte santo di Dio. Sempre, il Signore, si
prende cura dell’uomo, nella sua
vulnerabilità e fragilità: lo
nutre, lo rialza, lo rimette in cammino e lo
accompagna fino al Suo Monte santo (prima
Lettura).
Imitare Dio Carità
(Agape) è ‘camminare nella carità, nel
modo in cui Cristo ci ha amato e dato Se
stesso per noi’. Farsi imitatori
di Dio, dunque, è impegnarsi a vivere
nella carità, ’nel modo’ di Cristo!
Cristo Gesù è il Pane vivo disceso
dal cielo perché chi crede in Lui e mangia la
Sua carne, donata per la vita del mondo,
vivrà in eterno! Andare da Gesù,
credere in Lui per gustare e
vedere (Salmo) quant’è buono
questo Pane che discende dal cielo!
Quella stessa folla, saziata
prodigiosamente ed in abbondanza,
cerca Gesù, solo, perché vuole (o vorrebbe),
ancora, di ‘quel’ pane. Egli ci spiega
il senso del segno nel Pane che dà
vita vera ed eterna: dobbiamo andare
da Lui, dobbiamo ascoltare e
obbedire ciò che ci comanda per il nostro
bene, eseguirlo con fiducia e credere
che Egli è il Figlio inviato dal Padre
e che, solo attraverso Lui, che è ‘una
cosa unica’ con il Padre, possiamo
conoscere e lasciarci ‘attirare’ dal Suo
amore misericordioso e fedele per sempre (Vangelo).
Elia, sconfortato e votato alla
morte sotto quella ginestra in pieno deserto,
è ‘toccato’ e invitato ad alzarsi e a
mangiare quella ‘focaccia, cotta su pietre
roventi’, perché senza la sua forza
non avrebbe potuto percorrere il lungo
cammino che gli stava davanti (prima
Lettura). Penserà il Signore a provvedere
e fare gustare ai Suoi poveri e
agli umili il Suo pane, per sostenerli
nel loro cammino e liberarli da ogni paura e
angoscia (Salmo 33). Solo il Pane che
viene dal cielo, Cristo Gesù, donato a
noi dal Padre, che il Figlio ci ha rivelato,
offrendosi a noi sulla croce ‘in sacrificio
di soave odore’, può farci ‘camminare
nella carità, nel modo in cui Cristo ci ha
amato’ (seconda Lettura).
Fatevi
imitatori di Dio, ‘espellendo’
e facendo ‘scomparire’ dalla nostra
vita ciò che apparteneva all’uomo vecchio
(asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza e
ogni sorte di malignità), e accrescete
consolidate, invece, quei comportamenti che
appartengono all’uomo nuovo in Cristo:
benevolenza, misericordia, perdono reciproco.
Così, non ‘rattristeremo’ lo Spirito di Dio,
con il quale siamo stati resi figli nel
Figlio Suo.
Paolo, con il
suo ardito linguaggio, ci esorta, ad
essere imitatori di Dio, Amore e
Misericordia, e a camminare nella Carità (Agàpe),
nel modo in cui anche Cristo ci ha amato, in
modo da evitare allo Spirito di Dio
tali ‘sofferenze’ e ‘tristezze’ e far
diventare la vita cristiana sacramento e
manifestazione dell’amore trinitario
salvifico di Dio, il Quale ci ha creati e
redenti per farci ‘camminare nella
carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha
amato e ha dato Se stesso per noi offrendosi
a Dio in sacrificio di soave amore’ (Ef
5,2).
Ultimo aggiornamento 09/08/2018 - 10:30