32a Domenica Ordinaria, 11 novembre 2018
Viviamo per avere e apparire o per donarci, attraverso tutto quello che siamo e

Ciò che abbiamo ci fa capire e comprendere chi e perché siamo?
Apparire cristiani o essere incorporati con Cristo e agire come Cristo? Quando ci decidiamo a cominciare ad imparare e vivere la lezione della logica del donarsi tutto, testimoniata e vissuta delle due Vedove, che la Parola ci indica e propone come Modelli ed Esempi da imitare?
Questa Vedova, così povera, ha dato tutto quello che aveva per vivere! Questo insegna Gesù e lo propone ai Suoi discepoli!
Apparire e avere o essere e donarsi?
Donarsi ed essere o avere e dare per apparire? La logica del mondo è l’avere e l’apparire, quella del Vangelo è fidarsi di Dio, credere la Sua Parola e donare se stessi, insieme a quanto si è ricevuto (Vangelo e prima Lettura).
Modello e testimonianza vivente della logica del fidarsi di Dio e del donarsi completamente è Cristo Gesù, Sommo Sacerdote, il Quale, nella pienezza dei tempi, ha offerto e sacrificato se Stesso per annullare e togliere i nostri peccati e lavarli nel Suo sangue innocente (seconda Lettura). Chi possiede ed è ricco, ma non ama, è un povero ricco; il povero, che ama, è ricco, anche se povero di cose. Gesù, ‘seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete’ (v 41). Gesù siede da Maestro, osserva i gesti e scruta il cuore e giudica con sapienza!
‘Osservava’ (imperfetto): indica un’azione di prolungata attenzione sulla modalità e qualità dell’offerta. Osservare non è semplicemente guardare, è andare in fondo, scrutare il cuore e i pensieri, raggiungere le profondità dell’anima e illuminarla e riscaldarla e fecondarla di nuova vita!
L’obbedienza alla Parola di Dio, però, non è obbedienza passiva, ma deve essere coinvolgente e collaborativa, come ci insegna Gesù, nei modelli delle due Vedove e del profeta Elia (Vangelo e prima Lettura).
Oltre la generosità e la fiducia che accomunano le due Vedove (Prima Lettura e Vangelo), è importante saper cogliere il contrasto fra gli Scribi e il profeta Elia, che descrive due modi diversi di vivere il culto e la religione: quella del ‘prendere’ e del ‘servirsene’ e quella del ‘servire’ e del ‘donarsi’.
Il Profeta, uomo di Dio, sa obbedire la Parola seguendo la quale dona speranza e fiducia alla vedova sconsolata di Zarèpta liberandola dalla fame in tempo di carestia!
Quali sono, allora, in sintesi, gli Insegnamenti di Gesù, che ‘ci ha chiamati a Sé’, anche questa Domenica? Gli Scribi amano le lunghe e preziose vesti e le indossano per coprire la loro falsa e vuota religione, per nascondere la loro ipocrisia e occultare le loro ingiustizie verso i più deboli e gli indifesi, le Vedove che, per la Legge, dovevano difendere e proteggere!
Anche Noi, molte volte, cerchiamo di nascondere la verità a noi stessi, ma, non possiamo occultarla a Dio che scruta l’anima e conosce i cuori e le menti, i pensieri e sentimenti di ciascuno di noi! Infine, assaporare e gustare sempre la gioia vera e duratura del donarsi, anziché, inventarsene una fatua e inconsistente nel chiedere, ricevere e nel pretendere!
C'è più gioia
nel donare che nel ricevere
(At 20,35).
11 novembre 2018
68a GIORNATA del RINGRAZIAMENTO 2018
'Secondo
la propria specie: per la diversità, contro la
disuguaglianza'
‘Nel
contesto della globalizzazione commerciale la
varietà delle specie è stata pesantemente
ridotta con la coltivazione su grandi estensioni
di poche varietà colturali che meglio
soddisfacevano le esigenze di una produzione
alimentare industriale di massa; in particolare
nei cereali. Si è progressivamente cercato di
privatizzare la biodiversità agricola
tramandataci dalla tradizione contadina’.
(Messaggio della Commissione episcopale
per i
problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la
pace)
Ultimo aggiornamento 09/11/2018 - 16:36