23a Domenica ordinaria, 9 settembre 2018
Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!
I gesti
concreti che, nel Vangelo, Gesù compie verso
il sordomuto, che a Lui è stato
portato
e che da Lui viene guarito, cioè, liberato
dal male, che gli impediva di sentire-udire,
parlare e comunicare, segnano il pieno
compimento delle Promesse antiche, che la
prima Lettura ci annuncia:
Dio viene a
salvarci, per mezzo del Figlio, che
apre gli occhi ai ciechi e le orecchie ai
sordi e scioglie la lingua ai muti, che
grideranno di gioia, e fa saltellare lo zoppo
come un cervo libero e felice! Al Vangelo,
che realizza, in Gesù, le promesse della
prima Lettura, fa eco la seconda che ci
esorta, anzi,
comanda a non fare preferenze di
persone e ad eliminare, dal cammino della
nostra fede, ogni favoritismo personale e ci
chiede di riflettere sulle scelte di Dio e di
seguirle, attraverso l’interrogativo
retorico, che esige la nostra personale
risposta, che deve tradursi, subito, in
stabile stile di vita: ‘Dio non ha forse
scelto i poveri che sono ricchi di fede ed
eredi del Regno? Voi invece avete disprezzato
il povero!’(Gc2,5-6a).
Agli Esuli,
deportati in Babilonia,
sconfortati e depressi, perché senza Patria e
senza Tempio, il Profeta annuncia la totale
liberazione da parte del loro Dio (prima
Lettura). Giacomo, uomo pratico e
concreto, presenta l’insegnamento di Gesù,
che comanda ai Suoi di non creare
disuguaglianze e favoritismi personali, che
sono sempre ingiusti e inconciliabili con la
vocazione ad essere Suoi discepoli e seguaci
(v 1), illustrando il comando ed
esemplificandolo per una più facile e
immediata comprensione (vv 2-3) e conclude il
brano con una chiara applicazione: ‘Dio
sceglie i poveri, che sono ricchi nella fede’
(vv 4-5). La sua affermazione è chiarissima
ed è fondata teologicamente: i favoritismi
personali a vantaggio di alcuni (e quindi, di
conseguenza diretta ad esclusione di altri!)
si oppongono al volere di Dio e alla fede nel
Signore Gesù Cristo, unico Signore della
gloria (v 1)! Dio, infatti, non fa preferenza
alcuna e non si presta a nessun favoritismo
(At 10,34), soprattutto, nel giudicare (Rm
2,11; Ef 2,9). Dunque, nessun cristiano può
agire diversamente o, addirittura, contro
l’agire e il volere di Dio, rivelatoci in
Cristo Gesù, Signore della Gloria!
Gesù fa udire i sordi e parlare i muti: ci
abilita, con la Sua grazia quotidiana, a
sentire e a parlare, a relazionarci e a
comunicare con Lui e con tutti i fratelli
(Vangelo). I rischi reali che possiamo
correre, come singoli e come comunità, sono
quelli molto seri di vanificare e sciupare la
Sua Parola e di diventare sordi e muti di
fronte alla Sua ricca quotidianità e bellezza
ricreante e rinnovante!
Effatà!
Apriti, dunque, all’ascolto
e all’amore misericordioso, che Dio vuole
donarti! Apriti alla comunione con Lui e con
i tuoi fratelli! Fatti aprire cuore e mente e
riprenditi in mano la vita e vivila e
‘spendila’ al modo di Gesù, donandoti a
tutti, senza riserve e preferenze, senza
favoritismi personali e non agire
ipocritamente e solo per trarne vantaggi
personali. Nessuna preferenza, dunque, e
nessun favoritismo personale, può esistere
nel nostro essere e agire da
cristiani. L’unica ‘preferenza’ permessa, è
quella a favore dei poveri, esclusi,
respinti, umiliati e disprezzati a lungo: ma
in questo caso, non è preferenza, ma è amore
dovuto e, insieme, doverosa riparazione e
richiesta di perdono!
Ora, poniamoci
almeno alcune domande, che non
dobbiamo e non possiamo eludere né sfuggire,
per poter avviare la nostra conversione,
urgente e necessaria: siamo imparziali
nell’agire e nel giudicare? Siamo ancora,
oggi, nel nostro agire, oltre, che nelle
nostre ‘riunioni-assemblee’, schiavi di
favoritismi personali e, perciò,
scandalosamente contro il Vangelo che è e
rimane in difesa dei poveri e
dell’uguaglianza?
Nelle nostre ‘Riunioni’,
Celebrazioni dei Sacramenti e, soprattutto,
nella Celebrazione del Sommo Mistero e Dono
dell’Eucaristia, accogliamo il povero con la
stessa cura del ricco? Che posto hanno i
poveri, gli ammalati, gli stranieri, gli
esclusi nella nostra Pastorale?
Verifichiamoci e lasciamoci setacciare
dalla Parola che, oggi, tuona imperiosa e
senza se e senza ma! Noi i sordomuti del
duemila, lasciamoci ‘prendere’ e portare da
Gesù ‘in disparte’, ‘lontano’ dalla folla
anonima e solo curiosa, dove, spesso ci
rifugiamo per non dover decidere da che parte
stare. Lasciamoci
‘prendere’ da Lui, accogliamo i Suoi
‘gesti umani
e fisici’, crediamo che è la Sua persona a
guarirci e lasciamoci aprire orecchi e cuore
e la lingua si scioglierà a cantare la Sua
gloria e a comunicare con i fratelli amore
reciproco e vicendevole perdono. Lasciarci
aprire, infine, alla vera fede, è sempre una
scelta e decisione personale che non si può
delegare ad altri.
Ultimo aggiornamento
07/09/2018 - 15:45