6a Domenica di Pasqua, 6 maggio 2018
Amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi
Io vi ho scelto e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga
Il Vangelo presenta tutta l’Opera della
Salvezza come relazione-comunione
d’amore
che
dal Padre, per mezzo del Figlio, si estende
ai Suoi discepoli, che Egli ha scelto e
formati per andare e portare frutti di amore
scambievole e vicendevole.
La prima Lettura racconta ‘la
Pentecoste dei Pagani’: lo Spirito Santo
‘discende’ anche su Cornelio e su
tutti quelli che ascoltavano il Discorso
di Pietro, il quale, finalmente, comincia a
‘comprendere’, e a far comprendere, che Dio
guarda il cuore, non fa preferenze di
persone, ma offre la Sua salvezza a quanti
vivono nel Suo timore e praticano la
giustizia, a qualunque popolo appartengano.
Il Salmo 97 celebra la manifestazione
della maestà e della potenza di Dio, che
offre a tutti la Sua salvezza e tutti i
popoli cantano ed esultano per la Sua
vittoria sulle potenze del male. La
seconda Lettura ci ri-conduce alla
sorgente e al fine della Carità:
l’amore è da Dio, che ci ha amato per primo!
Dio, è Amore, ci ha amato per primo donandoci
il Figlio, perché anche noi, in Lui e per
Lui, fossimo generati a figli e ‘avessimo
la vita per Lui’. Tutti noi, preceduti
dal Suo amore, dunque, siamo chiamati ad
amare nei fatti e come fedeli
discepoli del Figlio Suo, che ha donato la
Sua vita per noi.
Questo vi comando:
che vi amiate gli uni gli altri!
Dobbiamo amare! In che cosa consiste
questo amore? Nell’ambiguità più
sconvolgente del concetto di amore che domina
oggi, la Parola (tutte le Letture, compreso
il Salmo) ci rivela la qualità del
vero amore e ci spinge a verificare il nostro
concetto di amore e la qualità del nostro
amore.
Noi (io) ci amiamo come Gesù ci ha
amato (15, 12.17), comandandoci di
rimanere nel Suo amore, osservando
i Suoi comandamenti, come Egli ha osservato i
comandi del Padre Suo (15,10)? In cosa
consiste il mio amore? Amo come
Egli ha amato? Amo solo gli amici e quanti
contraccambiano? Il mio amore si estende a
tutti, anche ai nemici come ha fatto e
come ci comanda Gesù: ‘Amate i
vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori’ (Mt 5,44), ‘Amate i
vostri nemici, fate del bene a coloro che vi
odiano, benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi maltrattano (Lc
6,27-38)?
Utopia o rivoluzione dell’amore? Se ce lo
chiede Gesù è rivoluzione possibile ed
è da realizzare, perché Egli nulla ci ha
chiesto d’impossibile e nulla è impossibile,
se rimaniamo uniti a Lui che ha amato
e perdonato i Suoi carnefici (Lc 23,34).
Il vero Amore, Agàpe, infatti, non ha limiti
né costruisce barriere, né alza recinti, né
stabilisce confini, non divide, non esclude
alcuno, ma raggiunge e include tutti
(prima Lettura). È l’amore oblativo
e inclusivo, incondizionato e
aperto a tutti, dono di Dio che
spinge tutti noi a rispondervi nell’amarci
gli uni gli altri ‘perché l’amore è da Dio
Amore’ (seconda Lettura).
Il Salmo ci prepara all’ascolto della
seconda Lettura, incentrata sulla
rivelazione di Dio-Amore.
Da precisare, anche, che l’amore di
Gesù è oblativo, è
agàpe
(sostantivo del verbo agapào),
amore gratuito, disinteressato,
incondizionato e senza misura, libero e
liberante. Non è ‘eros’ (possesso,
attrazione) né ‘philìa’
(amicizia, fondata sul mutuo interesse
e comune possibile vantaggio).
L’agape, carità, è caratterizzata dalla
sua totale e incondizionata gratuità: la
descrive molto bene Paolo in 1 Cor 13,
4-8.13b. Il vero Amore (Agàpe),
dunque, non è avere, non è chiedere,
non è pretendere e possedere,
non è, neanche, donare, ma donarsi
tutto e senza condizioni né misure,
come
si è donato Gesù.
Ultimo aggiornamento
04/05/2018 - 09:37