5a Domenica Ordinaria, 04 Febbraio 2018

Gli portavano tutti i malati e Gesù li guariva
Tutti ti cercano! Andiamocene altrove, perchè predichi anche là!"
Dio, nel Suo amore di Padre, si accosta alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisce alla Pasqua del Suo Figlio, rendendoci ‘puri e forti’ nelle prove perché sull’esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva’ (Colletta Alternativa).
Anche noi siamo chiamati a condividere il mistero del dolore umano ed esistenziale sull’esempio di Gesù che ci assicura che, per mezzo Suo, il Padre fascia le nostre ferite, rialza in piedi, ci risana e ci dona nuova vita e una nuova missione: quella del servire, come Lui che è venuto ‘per servire’ e non ‘per essere servito’.
L’esperienza di Giobbe
(prima Lettura) deve farci confrontare con la nostra caducità, precarietà, instabilità, provvisorietà, incertezza e insicurezza e deve convertirci, finalmente, a non pensare Dio attraverso logiche mondane, ma ascoltando la Sua Parola e seguendo la luce e la verità della Rivelazione. E la vicenda esistenziale di Giobbe ce lo ricorda: seguendo, infatti, i criteri e le logiche del mondo, l’uomo, proprio a causa della sua condizione limitata e precaria, può arrivare a considerare Dio come suo avversario spietato e, quindi, non solo assente e indifferente, ma addirittura responsabile della sofferenza persecutoria contro l’uomo. In realtà, se seguiamo con attenzione le diverse fasi e ci immedesimiamo nei passaggi della amara e dolorosa esperienza di Giobbe, anche noi possiamo giungere alla sua liberante e confortante conclusione: ‘Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere’ (Gb 42,5-6).
Così, Giona invita tutti ‘i veri credenti’ a non voler vedere e comprendere Dio secondo la logica umana e mondana, ma a fidarsi della Sua volontà salvifica e della Sua fedeltà, rivelata e attualizzata dalla Sua Parola Vivente, il Figlio Suo, Gesù Cristo che si avvicina a ciascuno di noi, ci tocca, ci rialza, ci libera dal male, ci guarisce e ci risana! Con le Sue mani ci solleva dalla nostra fragilità e ci prende ‘per mano’, liberandoci dal male che ci opprime e ci fa stare a letto (Vangelo)! Coloro che ne fanno esperienza si trasformano in testimoni e servitori del Suo Vangelo da vivere nella coerenza e da annunciare nella fedeltà, come ci esorta e ci indica Paolo che ha ricevuto il mandato apostolico-pastorale di annunciare il Vangelo a tutti e gratuitamente (seconda Lettura).
Nessuna arroganza
, nessuna ricompensa, nessun vanto, nessun privilegio ma, solo consapevolezza dell’urgenza di portare Lieto Annunzio e farsi tutto a tutti, fino a farsi debole con i deboli, pur di ‘guadagnare ad ogni costo qualcuno’ a Cristo! Nel Salmo, la preghiera-supplica dona e comunica fiducia e certezza che il Signore, Dio della vita, vuole risanare i nostri cuori affranti, fasciare le nostre ferite, guarirci dalle nostre piaghe, risanarci e liberarci da ogni male.
Gesù, instancabile e premuroso
, prosegue la Sua missione, appena iniziata con il Suo insegnamento autorevole e con potenza della Sua Parola che libera e guarisce colui che era posseduto dallo spirito impuro, che è ammutolito e scacciato. Oggi, rivela e manifesta il volto del Padre misericordioso e compassionevole nella guarigione della suocera e di tanti altri malati, che gli portano e libera molti che sono indemoniati. La sfera della Sua azione si espande anche ‘altrove’, nei ‘villaggi vicini’ e ‘per tutta la Galilea’, dove, i fatti e i segni rivelano, più delle parole, qual è la missione da compiere a Lui affidata dal Padre, che Lo manda ed Egli viene, a dare la Sua vita per la redenzione e la salvezza di tutti.
Gesù si avvicina
a tutti e viene accanto alle nostre persone malate, tocca e carezza con mano il nostro corpo ferito e sofferente, ci prende per mano, come una madre che si prende cura di suo figlio e come un padre che ci rialza e ci rimette in cammino, ci guarisce senza umiliarci, ci risolleva e ci comunica la grazia e ci immette nel dono del servizio.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 02/02/2018 - 17:09