XXV Domenica Ordinaria, 24 settembre 2017
Gli ultimi secondo moi, saranno i primi secondo Dio
La
generosità gratuita e incondizionata, vince ogni
invidia e sovverte ogni calcolo retributivo e
meritocratico. Così, i rigidi paradigmi della
retribuzione, legittimi e indispensabili per la
giustizia umana, sono rovesciati e capovolti
dalla grande generosità e misericordia di Dio
che sconvolge tutte le nostre geometrie
prestabilite:
gli ultimi
secondo
noi,
sono
i
primi
secondo
Dio!
In realtà, non è Dio, che è misericordioso e
generoso con tutti, a declassare i primi
in ultimi, ma questi che, chiudendosi
alla logica della generosità e misericordia del
padrone della vigna e lasciandosi dominare
dall’invidia e gelosia per gli ultimi, i quali
hanno ricevuto la loro stessa paga, si
autoescludono dalla gioia della festa, non
riconoscendo gli altri delle ultime ore,
come loro simili, verso i quali avrebbero dovuto
avere sentimenti di fratellanza e avrebbero
dovuto godere e gioire per la misericordia, a
loro riservata dal padrone. Stessa cosa è
accaduta nel cuore del figlio maggiore che non
volle entrare alla festa del fratello ‘perso e
ritrovato, morto e tornato in vita’ (Lc 15,
11,32). Giudica il fratello immeritevole di
essere stato riaccolto in casa dal padre, che
egli ha servito ‘da tanti anni’, e accusa questi
di essere ingiusto e ingrato con lui. Egli,
avvitato sui meriti acquisiti, ha indurito e
serrato il cuore, fino ad autoescludersi
dalla gioia di partecipare alla festa della
grazia della misericordia del Padre per
entrambi. Così, i lavoratori della prima ora,
non sanno gioire del trattamento generoso
riservato anche a quelli della ultima ora e,
come protesta, mormorano e contestano la
generosità e magnanimità del Signore e padrone
della vigna. Così si auto-declassano ad
ultimi, corrosi dall’invidia e accecati proprio
dalla logica del merito e della giustizia
distributiva che è senza anima, perché senza
amore e senza misericordia che, invece, hanno
saputo e voluto accogliere ‘gli ultimi’ che,
ora, sono stati costituiti dal padrone ‘i
primi’!
Forte e stridente, poi, è il contrasto tra il padrone giusto e generoso
che, ancora una volta, sottolinea che la
giustizia di Dio è misericordia, e ‘gli
operai della prima ora’ che, pur essendo
pagati con quanto pattuito, reagiscono da
presuntuosi meritocratici, invidiosi calcolatori
e irati contestatori della bontà e magnanimità
del padrone, con tanta gelosia nei confronti
degli operai dell’ultima ora! Anche noi, che ci
consideriamo ‘operai della prima ora’, e,
sicuri e convinti, per questo, di avere
accumulato e acquisito grandi meriti, quante
volte abbiamo mormorato e protestato contro Dio,
contestando il Suo agire misericordioso nei
confronti di quanti, noi abbiamo emarginato agli
ultimi posti nel nostro cuore e nella nostra
società, guidati solo dalla fredda e impietosa
giustizia retributiva e meritocratica, giustizia
senz’anima, perché senza misericordia! Anche noi
cristiani, abbiamo dimenticato che questa Parola
di Gesù è per noi, perché dobbiamo acquisire la
logica dell’insondabile mistero dell’amore di
Dio che non misura, non calcola, non fa bilanci
e non è sottoposto alla logica del mercato e del
maggior guadagno e non mira a ricavare quanto
più è possibile! La logica di Dio è la gratuità
e la gioia della condivisione dei Suoi doni.
Questo
Egli vuole soprattutto da noi cristiani. L’unico
Suo ‘interesse’, infatti, è quello di riportarci
tutti a lavorare nella Sua vigna a servizio del
Suo Regno e di ricompensarci con il Suo amore e
la Sua misericordia. Non ci deve essere
conflitto, né gelosia, né pretese di superiorità
tra i gruppi dei lavoratori, chiamati nelle
diverse ore della giornata! Tutti devono
sentirsi gratificati e onorati solo per essere
stati cercati, trovati e liberati dall’ozio,
‘padre dei vizi’ e mandati a lavorare nel Suo
Regno. Soprattutto ‘quelli della prima ora’
devono sentirsi onorati, più degli altri, perché
l’essere stati chiamati a far parte del Regno è
la vera e impagabile ricompensa!
Ultimo aggiornamento: 22/09/2017 - 08:42