XX Domenica Ordinaria, 20 agosto 2017
La Salvezza viene da Dio ed è per tutti
Dio
non rinnega Se stesso e non viene mai meno al
Suo disegno di salvezza universale e, nella Sua
misericordia, riconcilia a Se la creazione, la
storia e le Sue creature, lavate, purificate e
redente dal Sangue del Figlio amato, versato e
sparso per noi. La Sua Salvezza è destinata ed
offerta a tutta l’Umanità.
Il Vangelo, come le altre Letture di oggi,
attraverso la ‘grande fede’, raggiunta da una
donna pagana e la vera preghiera di una madre
straniera, testimonia e dimostra come il Piano
della salvezza di Dio si estende a tutti, senza
revocare ‘la prima’ chiamata ad Israele e
abbraccia tutta l’umanità! Prima Lettura:
il Signore protegge e accoglie lo straniero che
aderisce a Lui e rimane nella Sua Alleanza,
osservando il diritto e la Sua giustizia, non
profanando il sabato. Questi sarà condotto dallo
stesso Signore sul Suo monte santo, sarà
ricolmato di gioia ‘nella Sua casa di preghiera
per tutti i popoli’ (vv 6-7). L’aprire il tempio
allo straniero, cioè, a tutti, superando
chiusure e atteggiamenti particolaristici di
Israele, manifesta la misericordia di Dio che si
riversa su tutta l’umanità: Dio gradisce,
infatti, gli olocausti e i sacrifici di tutti
coloro che Lo servono con una vita giusta e
docile. Con il Salmo invochiamo Dio
perché usi a noi misericordia, ci benedica e
faccia risplendere il Suo volto su noi, chiamati
a far conoscere, sino ai confini della terra,
che la Sua salvezza è per tutti i popoli che
Egli governa con giustizia e giudica con
rettitudine. Nella Seconda Lettura,
Paolo, ‘Apostolo delle genti’, testimonia
la certezza che la Salvezza di Dio è per tutti
e, perciò, anche per i suoi consanguinei
fratelli Ebrei che ancora non hanno aderito e
riconosciuto il Cristo, perché ‘i doni e la
chiamata di Dio sono irrevocabili’. Infine,
nel Vangelo, nella fede grande e nella preghiera
fiduciosa della donna pagana, madre cananea e
straniera, la salvezza universale, voluta dal
Padre, comincia ed è realizzata con amore e
fedeltà dal Figlio Suo, l’Amato.
Dall’uomo di
poca fede
(Domenica scorsa Mt 14, 31b) alla donna
di
grande fede
(15,28). Pietro, che è ‘vicino’ a Gesù, rischia
di annegare, perché manca di fede sufficiente in
Lui, una donna pagana e in terra straniera,
raggiunge una fede così grande da far guarire la
sua figliola. La fede è dono da cercare,
accogliere, custodire ed accrescere di giorno in
giorno. La fede compie la guarigione non
viceversa. La fede ‘grande’ e vera sboccia in
persone che mai avremmo pensato e dalle quali
mai ce lo saremmo aspettato! La fede, infatti, è
dono di Dio, non ha limiti né confini, né
preclusioni, non può essere monopolio di alcuno!
Gesù ci conduce nel nostro cammino di fede e la
fa crescere e maturare con la Sua Parola, con i
Suoi gesti, i Suoi sguardi, i Suoi silenzi, la
dolcezza e la ‘durezza’ esigente delle Sue
indispensabili condizioni. A noi resta il
compito di seguire fedelmente tutti i passaggi
necessari, calcando le Sue orme, una dopo
l’altra, senza saltarne alcuna, per passare da
una ‘poca fede’ e giungere ‘alla fede grande’,
capace di smuovere le montagne (Mt 17,20), di
far sradicare gelsi da ripiantarsi in mare (Lc
17,6) e realizzare e fare accadere ciò che è
accaduto a quella donna madre cananea. Questa
donna e madre, pagana e straniera, oltre ad
essere, per noi, modello di fede, ella ci
insegna, anche, la vera preghiera. La
madre grida la sua ‘grande fede’, ma non chiede
il miracolo e invoca solo la Sua misericordia: ‘Pietà
di me, Signore’ (v 22b), ‘Signore,
aiutami’ (v 25b). Prega, senza chiedere
niente e nulla pretendere, ma solo si affida e
si fida di Lui, esponendo solo la situazione
reale della figlia che ‘è tormenta da un
demonio’. È convinta che Egli sa cosa fare e
come agire. Si fida di Lui con fede grande e a
Lui si affida con fiducia incrollabile, sicura
che al resto penserà Lui. Anche da questo suo
pregare e suo credere, abbiamo tanto
da imparare! In questa splendida pagina
evangelica,
sono
descritti i tratti della fede esemplare che
diventa preghiera fiduciosa e, perciò,
perseverante, perché è certa che Egli ascolta il
suo grido di fiducia. Questa donna straniera e
madre fidente, ci insegna che la vera preghiera
è sapere aprire il cuore a Dio, con umiltà e
verità, sapere attendere con fiducia e
perseveranza, la bella qualità della vera
preghiera che ci fa confidare e credere nella
fedeltà dell’amore di Dio. Perseveranza e
fiducia nella preghiera sono misura e verifica
del nostro rapporto filiale e della nostra
comunione con Dio.
Ultimo aggiornamento: 19/08/2017 - 09:10