3a Domenica di Quaresima, 19.03.2017
Se tu conoscessi il dono di Dio e Chi è colui che ti dice:
Dammi da bere!
Nelle prime due Domeniche di Quaresima, la
Parola, il vero cibo che non perisce e
sazia ogni fame, ci ha insegnato a
vincere ogni ‘tentazione’ e superare ogni
‘prova’ della vita, ci ha fatto contemplare la
luce eterna che brilla sul volto di Gesù,
incamminato verso la croce, e ci ha fatto udire
la Voce da ascoltare sempre e da seguire. Oggi,
fa sgorgare dalla roccia dell’Oreb, acqua
abbondante per colmare la sete di un popolo
diffidente, mormorante, che arriva a mettere
alla prova il suo Signore, perché riprenda e
continui il cammino intrapreso verso la
Terra della libertà (prima Lettura). Acqua
viva, che zampilla per la vita eterna, per
tutti coloro che si lasciano svuotare il cuore
da cose che lo deturpano, per poter essere
trasformato da Gesù, Messia e Salvatore, in ‘sorgente
d’acqua viva che zampilla per la vita eterna’
(Vangelo), sgorgante dal dono che Dio, in Lui ci
fa, riversando il Suo amore misericordioso nei
nostri cuori, per mezzo del Suo Santo Spirito
che ci è stato donato (seconda Lettura).
‘Il Cammino della Quaresima verso la
Pasqua eterna, è iniziato con la ‘fame’, da
stimolare e far crescere per il cibo che
non perisce, perché ‘non di solo pane vivrà
l’uomo’ (prima Domenica); è guidato,
illuminato dalla luce della Trasfigurazione e
sostenuto dall’eterno e quotidiano imperativo
salvifico ‘Ascoltatelo’ della Voce
del Padre (seconda Domenica). Oggi, tutti siamo
invitati a sentire più sete, tanta
sete dell’Acqua viva, Gesù, ‘Il Salvatore del
mondo’, la Fonte inesauribile, che fa
diventare ‘sorgente di acqua viva che
zampilla per la vita eterna’ chi si relaziona,
si inserisce e si abbevera alla Sua Persona e si
lascia assimilare dalla Sua Parola. Dalla
sete del corpo, dunque, a quella
dell’anima, dall’acqua da pozzo a
quella che zampilla per l’eternità, dal
bisogno fisiologico alla sete di ‘spirito
e verità’, dal pozzo e dall’anfora,
dalla brocca e dal secchio,
alla Fonte e Sorgente che zampilla di vita
eterna. Dall’incontro al dialogo,
dall’ascolto della Parola alla
conversione del cuore, dal
disordine-peccato alla grazia, dalle
relazioni disordinate e svuotanti alla
vera relazione e comunione con Colui che mi ha
cercato, atteso ai margini dei miei pozzi
screpolati, mi ha chiesto da bere per donarmi Se
stesso, mi ha detto tutto di me fino a
presentarsi e rivelarsi Profeta,
Messia, Signore e Salvatore del
mondo. Un incontro voluto e un dialogo difficile
ma sincero e leale, Gesù sposo che cerca
di recuperare la Sua sposa, adultera, e
non sempre assetata del vero amore e della vera
libertà! L’incontro cercato e il dialogo
incalzante, realizzano, insieme, la
rivelazione di Gesù, Signore, Profeta
Messia e ‘Salvatore del mondo’, e la
conversione di una donna, che ogni
giorno doveva recarsi, con la sua anfora da
riempire, attraverso il secchio legato alla
lunga corda, da far scendere e far risalire con
fatica dal pozzo profondo e che, ora, che ha
incontrato la Fonte di acqua viva, si lascia
trasformare in ‘sorgente di acqua che
zampilla per l’eternità’ per i suoi
compaesani, che invita ad uscire dalla
città per andare a vedere ed ascoltare
quel Messia, che tutto sapeva e conosceva di
lei! Gesù, Maestro, questa volta, assiso sulla
cattedra del pozzo nella terra di
Giacobbe, si rivela progressivamente e
gradualmente, Quale Egli è: da un semplice e
odiato ‘giudeo’, al titolo di Signore, al
compito di Profeta, al Messia
promesso, fino ad essere confessato, professato
e annunciato ‘il Salvatore del mondo’, da
parte dei Samaritani, che Lo hanno invitato a
restare con loro e Lo hanno ascoltato ‘per
due giorni’. Questa piena e definitiva
rivelazione della Sua identità può
compiersi, in ciascuno di noi, solo se,
sull’esempio di questa samaritana, prima,
e dei suoi compaesani, poi, ci disponiamo
all’ascolto, rimanendo con Lui e
lasc
iandoci coinvolgere, rispondendo, con umiltà
e sincerità, al Suo dialogo, fino a stabilire la
giusta relazione con Chi conosce tutto di noi e
si rivela e propone come La Fonte che,
solo, può colmare la nostra sete di amore vero e
di autentica libertà.
Nella 3a
Domenica di Quaresima, la Solennità di
S. Giuseppe nulla toglie, ma aggiunge
altra serenità e gioia fondata, nella figura di
un Papà meraviglioso di Gesù e
Nonno adorabile di tutti noi.
Ultimo aggiornamento: 17/03/2017 - 09:12