3a Domenica di Avvento, 17 Dicembre 2017
Il Signore è vicino.
Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: Rallegratevi! (Fil 4,4.5)
Rallegratevi
dice grande e perenne gioia, non sensazione di
piacere passeggero che lascia sempre l’amaro in
bocca e cocente delusione nel cuore. Quella del
Vangelo è gioia vera e permanente perché la
fonte e il culmine è il Signore che è vicino,
presente e operante.
Noi stiamo, davvero, attendendo il Signore?
Abbiamo cominciato a raddrizzare i nostri
sentieri per prepararGli la via e aprirGli la
porta del cuore, con gioia e amore? Gli stiamo
andando incontro, convertendo il nostro cuore al
Suo Vangelo nella carità? Cominciamo a far
combaciare la nostra condotta di vita con le
esigenze di coerenza con quanto crediamo e
preghiamo?
L’attesa
del Redentore, che è quotidiana ed eterna
Presenza in noi, genera in noi ‘grande gioia’?
Celebriamo la
Domenica della gioia: Chi o cosa ne è la
fonte? Quale gioia nel nostro cuore e quale luce
di speranza nella nostra mente? La Domenica
delle eterne domande: Tu, chi sei
davvero? Chi cerchi realmente? Dove stai andando
veramente? Ma sapremo mai e avremo il coraggio
di rispondere come Isaia, l’unto di Dio, Paolo,
Apostolo di Cristo, Giovanni, precursore e
testimone della Luce?
La Domenica del
testimone della Luce, della voce
di uno che grida: preparate la via del Signore.
Le nostre ‘vie’, però, sono e restano tutte veri
‘labirinti’! Paolo, invita con fiducia i
cristiani ad esprimere con la vita quella gioia
che deve caratterizzarli, attraverso
l’astensione da ogni male. Il Battista, è solo
un uomo mandato ad essere testimone e dare
testimonianza alla luce vera che le tenebre
rifiutano e ostacolano. Il colore rosaceo e il
calore della gioia sgorgano dalla consapevolezza
che Colui che aspettiamo è già presente in mezzo
a noi! È gioia santa, la nostra, è dono della
sua gioia che si comunica con gli occhi più che
con il baccano, con il sorriso più che con la
risata, con la serietà e sobrietà, con la
testimonianza interiore intessuta di fede e di
speranza che nulla ha a che fare con l’atmosfera
festaiola, consumistica ed edonistica. La gioia
generata dal Vangelo è letizia spirituale,
esultanza nell’anima, e soprattutto è segno
della presenza di Gesù, Cristo, Figlio di Dio in
mezzo a noi!
Il Vangelo
stesso è ‘Buon Annuncio’, notizia lieta e
gioiosa! La gioia cristiana è dono e non è
nostro merito, non è assenza di prove,
sofferenze, persecuzioni, tribolazioni, ma è
intima consapevolezza di essere amati, stimati,
custoditi e sostenuti da Dio!
Se la gioia cala
di tono e d’intensità, è allarme
rosso che indica che i nostri progetti non sono
quelli di Dio, o addirittura, contro! Infatti,
nel Magnificat, Maria testimonia che la Sua
gioia scaturisce nel Suo cuore e sulle Sue
labbra dalla consapevolezza di sapersi amata,
scelta e chiamata alla missione voluta da Dio,
consegnandosi al Suo progetto e non per aver
ottenuto una posizione di privilegio, di potere,
di notorietà, di grandezza e di onore.
Attenzione! La
gioia del Vangelo, non è un sentimento
privato ma è tale se è di tutti! L’imperativo
‘rallegratevi’ è, infatti, al plurale: occorre
gioire tutti insieme! La vera gioia è al
‘plurale’; è saper gioire per la ‘gioia donata’
e per la gioia di tutti! Non esiste la gioia
singola o privata: se non è di tutti è solo
triste egoismo e vuoto egocentrismo.
La via della vera
gioia piena, perché è offerta a
tutti ed è dono per tutti, Paolo l’ha descritta
e tracciata su basi pratiche e comportamenti
efficienti: preghiera incessante
e perseverante, cioè, comunione e
dialogo permanente con il Signore,
riconoscere che tutto è dono e, perciò, rendere
grazie sempre (fare
della nostra vita perenne Eucaristia),
non spegnere lo Spirito Santo, discernere tra il
bene e il male e perseguire il primo e astenersi
da quest’ultimo, compiere la volontà di Dio è
gioia perfetta e pienamente appagante.
Ultimo aggiornamento: 14/12/2017 - 15:56