14a Domenica Ordinaria, 09 luglio 2017
Venite a Me e imparate da Me
Gesù
benedice il Padre perché, ha voluto, ‘nella Sua
benevolenza’, rivelare e partecipare il Suo
mistero di salvezza ai ‘piccoli’, che l’hanno
accolto nel Figlio, con gioia e umiltà, mentre i
dotti, accecati dalla sapienza carnale e
induriti dalla loro superbia e autosufficienza,
si sono chiusi e hanno rifiutato la salvezza,
rigettando il Salvatore umile e il Redentore
mite. Prega Gesù il Padre e Lo ringrazia per il
Suo progetto di salvezza a Lui affidato e che
Egli accoglie senza riserve e condizioni: ‘Sì,
Padre’!
Il Suo ‘Si’ totale realizza e compie la promessa
di Zaccaria che invita Sion e Gerusalemme ad
esultare grandemente per la venuta del
Salvatore, Re ‘mite e umile’, pacifico e giusto,
che farà gioire della Sua salvezza tutte le
nazioni della terra, donando pace e distruggendo
le armi di sterminio e di morte (prima
Lettura).
Venite a Me, ed Io vi darò
ristoro, imparate da Me la mitezza e l’umiltà
del cuore; prendete con fiducia il Mio
giogo, che io renderò dolce e leggero con la
Mia grazia e la Mia presenza. Come imparare
l’arte della mitezza e dell’umiltà?
S. Paolo ci risponde, nella seconda Lettura:
Se ci lasciamo abitare dallo Spirito Santo, su
noi effuso nel Battesimo, che ci ha incorporati
a Cristo, saremo liberati dal domino del
peccato, che conduce alla morte e non vivremo
più secondo la carne ma secondo lo Spirito di
Dio, che abita in noi e conduce alla vita nuova
e piena.
Coloro che suppongono di essere superiori
e più sapienti degli altri, disprezzano gli
ultimi, umiliano i miti e opprimono i poveri.
Per questo, la scelta di Dio, in Gesù, umile e
mite, sono ‘i più piccoli’ e gli umili, che
abbassano i superbi e confondono i
sapienti, perchè sono disponibili ad
accogliere il Suo amore misericordioso e sempre
più desiderosi di lasciarsi rivelare il Suo
Regno, per esservi introdotti a farne parte,
mentre i sapienti, gli arroganti e i prepotenti,
si ergono a dei e impediscono di fatto al
Signore Dio di far loro conoscere il Suo Regno.
Non è Dio ad impedirglielo, perciò, ma è la loro
superbia e infondata supponenza, la loro
autosufficenza vana e pretestuosa ad impedire a
Dio di rivelarglielo e di poterli introdurli a
farne parte.
Venite a Me voi stanchi e
oppressi: Io vi darò ristoro! Beati noi,
se ci lasciamo raggiungere da questi tre
imperativi misericordiosi di Gesù, (Venite,
Prendete e Imparate), in tanti
nostri momenti pesanti e quasi
insopportabili della vita, oppressa da tanta
miseria e depressa e sfiduciata da tanto male
che ci accerchia, ci abbandoniamo a Lui e
riusciamo a trovare rifugio e ristoro nel Suo
cuore amabilissimo, mite ed umile!
‘Venite a Me,
Prendete il
Mio giogo, Imparate
da Me’: tre verbi in modo imperativo
che Gesù continua a rivolgere a tutti, anche a
quanti ancora continuano a persistere nella loro
superbia e nel loro rifiuto di incontrarLo,
ascoltarLo, conoscerLo
e seguirLo, per conoscere il Padre, la Sua
volontà e il Suo Regno. Sono tre verbi
sui quali dobbiamo seriamente riflettere e con i
quali dobbiamo sinceramente confrontarci, perché
sono la testimonianza e la verifica della nostra
reale risposta agli imperativi dell’amore
e del nostro essere cristiani.
Ultimo aggiornamento: 07/07/2017 - 11:33