Festa di tutti i fedeli tornati al Padre e, ora, viventi presso di Lui nella Gloria,
2 Novembre 2017
Per me vivere è
Cristo e morire un guadagno
(Fil 1,21)
Ai
tuoi fedeli, o Signore, la vita non tolta ma
trasformata; e mentre si distrugge la dimora di
questo esilio terreno, viene preparata
un’abitazione eterna nel cielo (Prefazio proprio
1)
Tutti in Cristo saremo risuscitati da morte e riavremo la vita. La speranza e la fede della Risurrezione si fonda sulla volontà di Dio: il Figlio mandato a noi non deve perdere nulla di quanto il Padre gli ha affidato. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a Me; colui che viene a Me, non lo respingerò. Siamo riconciliati con Dio per mezzo del Figlio morto per noi e il Suo amore è stato riversato nei nostri cuori dal Suo Spirito.
Sia che viviamo, sia che moriamo siamo del Signore
Dio è dei vivi non dei morti, perché ci dona
la vita oltre la morte che rimane, però, per
noi, un grande mistero che continua ad
interpellarci sul senso pieno ed ultimo della
nostra vita.
Mistero profondo, la morte,
ma illuminato dalla risurrezione di Cristo che
non resta imprigionato nella Sua morte ma la
supera e la sconfigge per noi. Anche la nostra
risurrezione è dono: è Dio, il Dio dei viventi e
non dei morti, a risuscitarci in Cristo Gesù che
è morto per noi ed è stato risuscitato dai morti
dal Padre Suo e Padre nostro per noi.
La
Celebrazione, ci pone in comunione
con tutti coloro che ci hanno preceduto
nel segno della fede, dormono il sonno
della pace e sono già viventi presso il
Padre e ci attendono nel Suo Regno di luce e
di vita eterna: questo è il contenuto
e la finalità pasquale della celebrazione
di oggi. La celebrazione di Cristo Risorto,
Vincitore sul peccato e sulla morte,
deve illuminare tutta la nostra esistenza,
dal suo inizio al suo naturale
compimento, colmandola, ‘già’ da ora, di
amore, di fede e di speranza nel Dio dei
vivi e non dei morti. La nostra Celebrazione,
oggi come ieri, deve essere festosa
attualizzazione della nostra fede, della nostra
speranza nella Sua risurrezione e contemplazione
radiosa della vita senza fine donata dal Padre
in Cristo Gesù, nostro Redentore e Salvatore, a
tutti coloro che abbiamo amato e amiamo più di
prima verso i quali ora camminiamo certi che
sono viventi e beati per sempre presso il
Signore.
Come e
perché farsi
amica la ‘Sorella’ Morte e prendere
confidenza con lei! Restare aperti alla
morte per non perdere mai di vista la
nostra caducità e fragilità
(mortale) e, nello stesso tempo (ed è la cosa
fondamentale di questa perenne e quotidiana
‘memoria’ della morte), ‘pensare’ un po’ di più
alla vita eterna, la nostra eternità.
Se siamo, veramente, uomini veri e
credenti praticanti, se vogliamo essere
più seri e più veri, più giusti,
meno ipocriti e meno mascherati d’onnipotenza,
dobbiamo guardare più spesso in faccia la
morte! Per un’esistenza più intensa, più
fruttuosa, meno banale, più impegnata e più
feconda, ogni giorno, dobbiamo guardare
in faccia la morte e riconoscerne il
legame strutturale con la stessa vita. Il
Crocifisso Risorto rende possibile questo
percorso verso la morte come
compimento di una storia presente intrisa di
temporalità e come l’inizio
della vita eterna che noi, speranzosi
pellegrini, cantiamo già, ora, nella
fede, nell’amore, come ‘l’essere
(restare) presso (con) il Signore’!
Vogliamo, allora, ‘far memoria’ della
loro morte, per ‘ricordare’ la loro vita, e per
ricercarne la Parola del Signore, la risposta
piena ed autentica alle inquietanti domande di
sempre: perché vivere? Perché soffrire?
Perché amare? Perché morire?
Perché la morte? Sarà il Cristo Risorto che
ci darà la risposta. Ci ricorderà che la
morte, ultimo nemico, viene vinta non con
il pensiero, non con la dialettica, non con
la lotta di classe, non con lo
spadroneggiamento del più forte, ma da
quella sofferenza totalizzante di Cristo
che è croce e risurrezione e vita
eterna. La vittoria sulla morte,
allora, non è una teoria o un’ipotesi
della ragione, ma l’evento definitivo
della salvezza apportata da Cristo.
Ultimo aggiornamento:
02/11/2017 - 07:35