13a Domenica Ordinaria, 02 luglio 2017
Chi accoglie voi accoglie me e colui che mi ha mandato
Accoglienza reciproca, Sequela
fedele, Croce e Dono di sé. L’accoglienza è
disponibilità ad ospitare e a lasciarsi
ospitare. L’accoglienza, il dialogo, il rispetto
e il dono di sé, si compiono solo quando si
realizzano nella vitale e feconda reciprocità.
Accogliere l’altro è un valore che obbliga, ma
non può essere imposto. L’accoglienza premurosa,
nella prima Lettura, si manifesta come
ospitalità che, a sua volta, diviene fonte di
benedizione. Nel Vangelo l’accoglienza è dire si
a Gesù, lasciarsi accogliere da Lui, prendere la
croce e seguirLo fedelmente da dietro.
Nella seconda Lettura, l’accoglienza si
realizza nella nuova identità che riceviamo in
dono nel Battesimo, e si traduce nella scelta
della via della metanoia del nostro
vivere, del nostro modo di pensare e di agire,
nella necessità, cioè, di morire al peccato e
vivere per Dio, in Cristo Gesù.
Nella
prima Lettura, l’ospitalità sincera e
premurosa della donna facoltosa, che, a sua
volta, coinvolge il marito nell’accoglienza
sollecita di uno straniero, è dono di
misericordia che genera misericordia verso
quella donna ricca, ma infelice, perchè
considerata ‘maledetta’ in quanto sterile! ‘Tu
stringerai un figlio fra le tue braccia’ (v
16b).
Misericordia genera misericordia!
L’accoglienza pronta, generosa e disinteressata
di questa donna verso uno straniero, fa nascere
e provoca altra misericordia. Il vero dono,
accolto come tangibile segno della misericordia
di Dio, genera, sempre e ancora, misericordia,
che si espande e raggiunge, come gioia e
benedizione, chi l’accoglie con gratitudine e la
ridona con amore.
Seconda Lettura ci dichiara chi eravamao
e chi siamo diventati in Cristo, che ci ha
liberati dal peccato, perché viviamo per Dio,
uniti a Lui. ‘L’essere
stati battezzati in Cristo’ (v 3) vuol
affermare che siamo
stati incorporati a Lui, quali membra
vive nel Suo Corpo, al quale, ora, apparteniamo
e nel quale
siamo e per
il quale viviamo. Non apparteniamo più né a noi
stessi, né al mondo, né alla carne, nè al
peccato! La nostra è una vera e propria nuova
identità, il nuovo status di figli
nel Figlio
Suo. Con-sepolti
con Lui per con-risorgere
per Lui a
nuova identità esistenziale: la vita in Cristo
Gesù che ci fa vivere per Dio.
Nel Vangelo, non sono parole dure quelle
che Gesù ci rivolge, oggi! Sono istruzioni
necessarie sulle condizioni indispensabili e
primarie per la reale e vitale
relazione con
la Sua persona, per poter compiere la missione
affidataci. Le condizioni per la sequela sono
chiare ed esigenti: la Sua persona e il Suo
Vangelo
devono essere posti sempre al
primo posto
nella nostra vita: nulla e nessuno prima
dell’amore del Signore (v 37)! Prendere, ogni
giorno, la croce, inseparabile compagna, nella
fedele e perseverante sequela dietro di Lui (v
38). Perdere, cioè, spendere la propria vita per
Gesù e il Suo Vangelo, per realizzarla
pienamente (‘ritrovarla’), perché chi la vive
per sè, l’ha già perduta e fallita (v 39).
Infine, nei vv 40-42, che concludono le serie di
‘istruzioni’ sulle condizioni necessarie per
poterLo seguire e con Lui relazionarci ed essere
uniti a Lui, il Maestro Gesù ci vuol far capire
che per
accogliere e
seguire Lui, bisogna anche sapere e voler
accogliere, insieme al Suo dono, anche gli
stessi Profeti che Egli manda. Altro
segno dell’accoglienza
di Gesù, attraverso il semplice, ma eloquente
gesto di ‘dare un
solo bicchiere d’acqua’ ai Suoi piccoli e
bisognosi, perché Suoi discepoli! Nulla e
nessuno, neanche i vincoli sacri, come le
relazioni che devono intercorrere tra padre e
figli, tra fratelli e sorelle, possono essere
messi prima
dell’amore per Dio. L’amore
prioritario e
radicale,
richiesto per poter seguire Gesù, si esprime,
dunque, nel donare se stessi, nel portare la
croce dietro di Lui e nell’accogliere e
prendersi cura dei fratelli più piccoli e
bisognosi! La ragione e il fondamento della
priorità dell’amore di Dio è ontologica, oltre
che teologica: Dio è amore e fonte dell’amore
delle Sue creature, le quali senza il Creatore
svaniscono (Gs 36). Senza Dio Amore al primo
posto, tutto è disordine e vacuità! Con Dio al
primo posto, tutto riprende ordine nella giusta
e vitale gerarchia dei valori
Ultimo aggiornamento: 29/06/2017 - 19:19