3a Domenica di Quaresima, 28.02.2016
SE NON VI CONVERTITE,
PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO.
Taglialo, dunque, perchè
deve sfruttare il terreno? Lasciano ancora quest'anno,
padrone!
Gesù, nella parte del paziente e fiducioso contadino, rivela
l’agire pietoso e misericordioso del Padre. Dio è amore e la
carità ci ricorda paolo carità è paziente, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto, tutto comprende e sempre
perdona (1 cor 13). Dio disegna una strada nel deserto e la
apre, anche, tra le acque, aprendoci orizzonti di pace e di
libertà, affrancandoci anche dai sensi di colpa. Il senso
del peccato è teologico, dialogico, liberante, sgorga
dall’amore, matura e apre alla conversione. Il senso di
colpa è psicologico, monologico (guarda sé stesso, avvitato
sull’io), frustrante, genera paura e fa disperare della
Misericordia.
L’ascolto genera conversione e liberazione.
Dunque, fa tutto Dio, la nostra salvezza è Sua opera
esclusiva, ma resta la nostra responsabilità davanti al Suo
dono infinito che esige, per realizzarsi, la risposta
personale e la nostra disponibilità incondizionata a
lasciarci salvare. Egli è paziente, ‘lento a l’ira e
grande nell’amore’, ridona sempre nuove possibilità,
confida in noi, ‘sperando’ che, prima o poi, ci decidiamo a
dire di sì al Suo amore da sempre e per sempre, alla Sua
Misericordia (Salmo e Vangelo). Egli è il
Liberatore e non lo sterminatore spietato o il giudice
tremendo! Egli ‘ha osservato la miseria del Suo popolo’,
ascolta il Suo grido, scende per liberarlo e riscattarlo
dalle sue ripetute infedeltà, e lo guida alla terra della
salvezza (prima Lettura). Il popolo, insieme ai
nostri padri, attraversarono il mare e bevvero la stessa
acqua spirituale, sgorgante dalla ‘roccia spirituale che
l’accompagnava, e quella roccia era Cristo’. Ma, non tutti
risposero a tanta misericordia, scegliendo di perire nel
deserto. Questo deve essere per noi, che ci crediamo
‘arrivati’, sicuri, perfetti, inattaccabili e insuperabili,
di grande ESEMPIO e serio AMMONIMENTO e avvertimento: ‘CHI
CREDE DI STARE IN PIEDI, GUARDI DI NON CADERE’ (seconda
Lettura). La Parola di Dio ci parla anche attraverso ciò
che accade e ci indica le cose da fare e la via da
percorrere per la giusta comprensione delle cause e il modo
come rimediare e correggere. Inoltre, Dio non si stanca mai
di aspettare ed attendere con pazienza e fiducia che anche
la nostra sterilità si trasformi in fecondità. Gli occhi
della fede ti spingono oltre lo sguardo mondano e carnale,
per farti aprire a nuovi orizzonti di fertilità creativa e
fruttuosa, nella pazienza del contadino e nel lievito della
speranza. Io sono la pianta di FICO infecondo e anche anche
chiamato ad agire come il solerte e misericordioso
VIGNAIOLO! A me, e a ciascuno di noi, la responsabilità di
lasciarci zappettare e concimare, annaffiare e potare, per
produrre, finalmente, frutti buoni che allietano il cuore
del mio PADRONE. E devo, infine, impegnarmi, a prendermi più
cura di me, avere più fiducia in me, con la certezza che, se
mi abbandonerò alle cure del paziente e competente
vignaiolo, quest’anno, vedrai, anch’io comincerò finalmente
a portare i frutti, da tanto desiderati dal mio PADRONE!
Infine, dobbiamo imparare ed educarci all’attesa, paziente e
fiducioso e a saperla viverle, prendendoci cura anche della
vigna intera a noi consegnata e affidata, cominciando
proprio dalla pianta più malandata e a rischio di seccare o
di essere tagliata o sradicata. Il dono della attesa
paziente e fiduciosa è grazia di dio e nostra grande
responsabilità. In tutto ci vuole pazienza e attesa
fiduciosa. Ogni cosa ha bisogno di tempo e di pazienza nella
semina della semente, nello suo germogliare e spuntare, nel
crescere, nel fiorire e nel portare i suoi frutti, come ogni
amore perché diventi amore.
Infine, ogni fico deve ‘sapere’
che il contadino, per quanto paziente, pronto ed abile a
zappargli attorno, a concimarlo per bene, ad innaffiarlo a
dovere ogni giorno, mai potrà sostituirsi al suo dolce e
delizioso frutto!
MISERICORDES SICUT PATER!
La Parola
di questa Domenica, ci invita a riscoprire e a vivere due
delle OPERE di Misericordia, quella corporale: ‘seppellire
i morti’ e l’altra spirituale, ‘sopportare
pazientemente le persone moleste’. Quanti corpi
uccisi e vittime di violenze e guerre, oggi, restano senza
umana e pietosa sepoltura! Quanta impazienza e nervosismo,
spirito di vendetta e incapacità di sopportazione nella
nostra società! Per un fico, ripetutamente sterile, si può
immaginare un briciolo di pazienza, mentre nulla riserviamo
a quelle persone che ci arrecano molestie, noie, fastidi e
disturbi! IN AETERNUM MISERICORDIA EIUS!
Ultimo aggiornamento:
25/02/2016 - 06:30