Veglia Pasquale, 26.03.2016

Notte di Luce, questa notte, in mezzo alle nostre oscurità! La Luce, che Dio fa brillare per noi, è Gesù, il Signore Crocifisso, Morto e Sepolto, che è Risorto! Notte di Vita e Risurrezione. I SIMBOLI della Liturgia di questa Notte, per vegliare e cantare la Risurrezione di Gesù: la LUCE, la PAROLA, l’ACQUA e il PANE. La Veglia Pasquale vuole farci incontrare proprio Lui: Gesù Luce, Acqua, Parola e Pane che riempie di gioia la vita degli uomini. Il Messale Romano così ci presenta la VEGLIA PASQUALE: per antichissima tradizione questa è la “Notte di Veglia in onore del Signore” (Es 12,42). I fedeli, portando in mano, secondo l’ammonizione del Vangelo (Lc 12,35 ss), la lampada accesa, assomigliano a coloro che attendono il Signore al Suo ritorno, in modo che, quando Egli verrà, li trovi ancora vigilanti e li faccia sedere alla Sua mensa.

Domenica di Pasqua, 27.03.2016

Non cercate tra i morti il vivente!
Gesù, il crocifisso, è risorto, come aveva detto loro. Alleluia
RISORTI CON CRISTO aspiriamo e cerchiamo le cose di lassù. Alziamo in alto lo sguardo! ‘Fissiamoci’ sulle cose di lassù’ e liberiamoci dalla schiavitù delle cose di quaggiù. Queste passano, in un baleno! Quelle restano, in eterno! Dalla Pasqua scaturisce per tutti e per ciascuno la grazia di ‘rinascere a vita nuova’ attraverso una nostra libera e consapevole adesione e coinvolgimento. Siamo stati fatti nascere senza il nostro consenso, non possiamo rinascere a vita nuova senza una nostra cosciente decisione e assenso! Se risorti, dunque, dobbiamo abbandonare il pensare alle cose che passano, quelle di quaggiù, per cercare e guardare le cose di lassù, dove è il Risorto, Cristo Gesù (seconda Lettura): chiunque crede in Lui, infatti, e invoca il Suo nome riceve il perdono-remissione dei peccati e la salvezza (prima Lettura). Oggi, come Maria di Magdala, la Chiesa deve voler correre verso il sepolcro, ma deve volerne e saperne uscire e correre via ad annunciare e testimoniare che, solo, comprendendo e credendo le Scritture possiamo ‘vedere e credere che Egli doveva risuscitare dai morti’. Celebriamo, dunque, la Festa di Cristo Risorto e di noi tutti con-Risorti, non più con lievito vecchio, né con lievito di malizia e perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità (1 Cor 5, 8).

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Ultimo aggiornamento: 26/03/2016 - 12:57