Natale del Signore, 25.12.2016
Oggi, è nato per noi il Salvatore
Un Bambino è nato per noi e la Sua Luce splende per noi,
e ridona a tutti Vita e Pace!
Natale è Gesù Cristo,
il Verbo incarnato e morto per
noi. Vivere il Natale è accogliere, nella mangiatoia
del cuore, nella stalla che è la nostra
esistenza, il Bambino Gesù e darGli il permesso
di mettervi ordine, ristabilire l’immagine e la
somiglianza divina, lasciarLo vivere in noi, fino
all’esperienza mistica di Paolo che può esclamare con
meraviglia e stupore: ‘non sono io che vivo, ma è
Cristo che vive in me’ (Gal 2,20). In poche parole,
se nulla di nuovo succede, se nulla cambia, se
tutto resta come prima, se non mi converto ad un nuovo
stile di vita, conseguente e coerente al Mistero che
celebro, anche questo Natale sarà passato invano
e tristemente se ne sarà andato via. La
Celebrazione annuale del Natale, deve farci verificare
la verità e l’efficacia dell’Evento salvifico, fondante
la nostra fede e, insieme, deve farci uscire dalle
tenebre alla Luce, dal peccato alla
grazia, dalla morte alla vita, dall’indifferenza
all’attenzione per l’altro, dall’odio,
vendetta, rancore, ingiustizia, disperazione all’amore,
perdono, giustizia, speranza.
Natale! C’è tanto
bisogno di speranza, di tanta forza, luce e grazia, per
uscire dalla paura di tanto male, che
sembra volerci sommergere, liberarsi dalla frustrazione
che genera apatia, indifferenza, per passare dalla
delusione e dall’abbattimento, alla speranza fondata e
non solo intesa come vacuo ottimismo che induce a voler
dimenticare e sottovalutare i problemi reali che ci
affliggono: la crisi, il terrorismo, la violenza sulle
donne, sui bambini e, in genere, sui più poveri e
indifesi, sui profughi, sui migranti e immigrati, la
corruzione dilagante, l’ingiustizia, l’odio, la
vendetta, la disperazione e la morte. No! La
speranza cristiana è fondata sul
Verbo
Incarnato che è Vita, Luce, Gioia,
Grazia e Misericordia. Se l’accogliamo così, il
Natale non sarà sempre lo stesso, ma sempre
nuovo, perché la sua ricchezza non si esaurisce mai,
ci raggiunge il cuore, ci rialza, ci risana, ci riscatta
e ci rilancia in un nuovo futuro, fecondo di Pace vera e
di Luce piena. Tutta la
gioia che annunciamo, perché ci è stata
rivelata, la comunica questo ‘Bambino che è nato per Noi’ (Is 9,1-6).
In questo Figlio, si manifesta la
Gloria di Dio che
dona la Sua misericordia, offrendo Se stesso per
riscattarci da tutte le nostre iniquità (Tt 2,11-14).
È la nostra Speranza,
Vita
e Pace, Gesù, quel Bambino in fasce e
deposto in una mangiatoia, ‘perché non c’era posto
per loro nell’alloggio’, e ci rivela quanto
Dio ci ama (Lc 2,1-14).
Cosa o
Chi abbiamo
atteso in quest’Avvento? Chi o cosa cerchiamo in questa Notte, all’Aurora e
nel pieno Giorno di Natale? Certamente, tra
pensieri e ricordi nostalgici, mente in confusione e
cuore agitato e turbato dagli ultimissimi avvenimenti di
terrore, di strage e di morte, abbiamo bisogno di
ritrovare, prima di tutto, la speranza e la fiducia.
Anche il nostro Avvento è stato animato da questo
bisogno ardente di riaccendere la speranza, per uscire
dalle tenebre che, ogni giorno di più, ci avvolgono e ci
soffocano. La speranza di volerci e saperci liberare
dall’idolatria del denaro, dall’avidità e cupidigia,
cause di tutti i mali che ci stanno uccidendo nella
sistematica corruzione e ingiustizia, nel terrorismo
dilagante e inarrestabile, nell’apatia, incapacità e
indisponibilità a lasciarsi visitare e
convertire, e a lasciarsi guidare e prendere per
mano dalla Parola Incarnata e ricreatrice, per
lasciarsi, finalmente, abbracciare, nella propria
miseria, dalla Misericordia del Padre, riflessa nel
Figlio, Portatore di Verità, di Grazia e di Salvezza.
Riconosciamo e
individuiamo le tante
tenebre che ci avvolgono e ci spengono dentro,
allora, e apriamoci alla Luce vera della
Speranza che Dio Padre offre nel Verbo Incarnato,
Figlio Suo Amato, nostra Vita e nostra Pace. Accogliamo
la gioia annunciata dagli Angeli ai Pastori e, come
loro, lasciamoci liberare dalle paure e dalle
incertezze! Muoviamoci,
dunque, senza più rimandare, e andiamo a contemplare il
Mistero che Dio ci dona e conserviamo nel cuore ciò che
vediamo e
sentiamo dire di quel Bimbo in fasce e che giace
nella mangiatoia, ‘perché non ha trovato posto
nell’alloggio’!
AccogliamoLo nel nostro cuore, che è senza luce e
senza speranza, per ritornare, poi, alla fatica del
vivere quotidiano, pieni di gioia e pace che nascono
dalla certezza fondata che Dio ci ama, nel ‘segno’
di quel Bimbo, Suo Figlio amato, per Noi nato e
a Noi donato. Anche oggi,
come allora, Gesù,
non trova posto tra noi, perché relegato nei ripostigli delle
nostre esistenze guazzabuglio, come attrezzo o
strumento, che lo si va a prendere quando ce ne è
bisogno e, solo, quando ci serve?
Ultimo aggiornamento: 22/12/2016 -
19:10