26a Domenica Ordinaria, 25.09.2016
Dio difende i poveri e rende giustizia agli oppressi
Ma
‘guai a voi’,
spensierati,
indifferenti e
gaudenti che calpestate e opprimete i poveri, gli
umili, i deboli e li scartate. La miseria
dei molti e la ricchezza
dei pochissimi non può ritenersi frutto di un cieco
destino, né tanto meno è giustificabile, attribuendo
la colpa all’inettitudine dei molti poveri e
all’intelligenza intraprendente dei pochissimi ricchi. È
frutto di principi e strutture non fondate sulla
giustizia sociale e distributiva, ma sul denaro,
idolo assoluto, che rende più ricchi i
pochissimi potenti e rende sempre più povera e indifesa
una moltitudine di persone, costretta a vivere ai
margini della propria dignità, fino ad essere
letteralmente eliminata, attraverso la fame,
l’ingiustizia e la guerra. Il giudizio profetico di Amos
e la severa condanna di Gesù, non vertono intorno ai
beni e alle ricchezze in sé, ma all’uso egoistico,
idolatrico, disonesto e corrotto che gli uomini ne
fanno. Un ricco gaudente, immerso nel suo lusso e
affogato nei piaceri, come fa a non accorgersi dei vari
‘Lazzaro’, giacenti alla sua porta, ‘ricoperti’ solo di
piaghe sanguinanti, inasprite dai cani randagi, affamati
e in cerca di qualcosa da mangiare? È ‘l’orgia dei
dissoluti’ che sarà ribaltata, come la sorte inumana
inflitta a questi oppressi, che hanno e avranno, però,
sempre dalla loro parte il Signore, che renderà loro
giustizia. Non tanto la ricchezza, ma il lusso
ostentato, risulta essere la più grande offesa e il più
grande oltraggio agli impoveriti e agli indigenti
oppressi. Di fronte all’ingiustizia sociale e
sperequazione dei beni della terra, sempre più in mano
di alcuni potenti a danno della moltitudine degli
impoveriti, che posso
fare io? O più, pericolosamente:
a me che mi importa
che milioni di bambini muoiono di fame, che quasi tutto
il mondo è in guerra e che il creato è inquinato e non
rispettato? Che mi importa che muoiano in mare ogni
giorno tanti bambini e tante persone?
Basta che sto bene io,
che mi importa degli altri! Finirà anche per te,
che ragioni così, la tua orgia, figlio mio! Ci
sarà anche per te il ribaltone: tu gemerai nell’abisso
degli inferi, mentre chi a te non è mai interessato
e del quale mai ti sei preoccupato, sarà accanto ad
Abramo! Pensaci e riflettici! Dio ti dona ancora tempo
per convertire il tuo modo di pensare carnale e
di agire mondano. Puoi ancora ribaltare la
tua sorte finale e cambiare il pronostico del tuo futuro
eterno. Come? Ce
lo ha detto Gesù:
non continuare ad ignorare il povero e il bisognoso che
sta alla tua porta; non fingere di non accorgerti che
egli è tutto pieno di piaghe; non lasciare il compito
‘pietoso’ di disinfettare e ‘lenire’ le sofferenze delle
sue piaghe ai cani rabbiosi e affamati. Non negargli il
diritto di entrare, di accomodarsi alla tua
tavola e di mangiare con te il pane che gli hai rubato!
Come fai a mangiare, tanto e spesso, cibi prelibati e
gustosi, senza impietosirti di quanti non possono
avere neanche quelle briciole che cadono dalla tua
mensa? Come hai fatto ad abituarti e assuefarti
tranquillamente all’immorale spreco, senza
sentirti almeno in colpa, pensando che milioni di
persone, compresi i bambini, sono denutriti e muoiono
per fame? Come, ancora, continui a riempire gli
armadi di vesti nuovi e alla moda, senza avere il
coraggio di guardare chi è nudo di tutto ed è coperto
solo di piaghe corporali e spirituali! Aspetti,
che i cani vadano ad infierire e far sanguinare, sempre
di più, quelle ferite aperte?
È l’indifferenza
verso i poveri e gli oppressi la strada che
conduce agli abissi della rovina eterna. La
nostra logica carnale e mondana sarà
ribaltata dal Giudizio misericordioso e giusto di
Dio. Il Creatore, nei beni, da essere destinati a tutti,
ha posto il segno della Sua benedizione e noi ne
abbiamo fatto la fonte delle nostre maledizioni
contro i fratelli, che abbiamo derubato, defraudato,
indebolito e spogliato, di dignità e del loro futuro. La
ricchezza, affidata a tutti noi, quale segno e
occasione di fratellanza e di giustizia sociale e,
quindi, di amore universale, noi l’abbiamo trasformata
in causa di divisioni sempre più accentuate, di odio, di
ingiustizie ed oppressioni. L’indifferenza, che è
disinteresse cinico di fronte ai voleri e disegni
di Dio, provoca torpore morale, trasforma i beni,
destinati a tutti, in proprietà privata ed egoista che,
nel lusso sfrenato, provoca insensibilità e noncuranza
di fronte ai ‘bisogni’ vitali dei poveri, e rende
‘ottusi’ e ‘chiusi’, accentuando lo squilibrio sociale,
sempre più disumano e ingiusto, lontano e contrario al
Progetto divino.
Lasciamoci, perciò, interpellare dalla Parola di Dio,
per lasciarci convertire e cambiare mentalità per fare
scelte di vita sempre nella prospettiva del Regno
di Dio, a favore dei Poveri e in difesa degli oppressi.
L’orgia degli spensierati rivela ed esprime
noncuranza nei confronti di Dio e indifferenza
in quella dei fratelli. Questo comportamento peccaminoso
contro i disegni di uguaglianza e di giustizia di Dio,
provoca, necessariamente, un severo giudizio di condanna
e la giusta sanzione (prima Lettura). ‘L’uomo
di Dio’, invece, è chiamato a tendere alla
giustizia, pietà, pazienza e mitezza ed è
costantemente impegnato a perseverare nel ‘buon
combattimento’ della fede e della carità,
‘fino alla manifestazione del Signore nostro, Gesù
Cristo’ (seconda Lettura). Il ricco
epulone rimane così avvitato al
suo egoismo e concentrato nel suo smodato
godimento, da indurire il cuore e chiudere la mente a
tal punto da essere accecato e non accorgersi
nemmeno di Lazzaro, il povero affamato e pieno di
piaghe, che giaceva alla sua porta invocando pietà (Vangelo).
Ultimo aggiornamento: 22/09/2016 - 14:44