4a Domeniva di Avvento, 18.12.2016

Così fu generato Gesù Cristo
L’attesa della promessa dell’Emmanuele, Dio con e per noi, segno della presenza del Signore, che si prende cura della casa di Davide, minacciata nel suo re, che rischia di essere deposto, e nel popolo che corre il pericolo di essere distrutto ed esiliato (prima Lettura), nel Vangelo, con la fattiva e libera collaborazione di Maria e di Giuseppe, diviene ‘sacramento (segno) dell’incontro di Dio con l’uomo’. Maria, prima, e, oggi, ‘il giusto’ Giuseppe, si propongono come esempi da seguire e modelli da imitare per una nostra, sempre più attiva e coerente, partecipazione e collaborazione alla realizzazione della salvezza personale ed universale. Dio ha mantenuto la Sua promessa dell’Emmanuele, ora, tocca a noi, guidati da Maria e Giuseppe, permetterGli di compiere in tutti noi la Sua salvezza. La nostra risposta all’invito di Dio a collaborare al Suo Piano di salvezza deve essere pronta e generosa, fiduciosa e costante, come Maria e Giuseppe, che hanno accolto il Suo mistero, l’Emmanuele, per divenirne, come loro, servitori fedeli e gioiosi annunciatori di Cristo Gesù e del Suo Vangelo (seconda Lettura). Responsabili e riconoscenti per questo Incontro salvifico, che non può realizzarsi senza la nostra collaborazione e il nostro libero consenso, ora e sempre, vogliamo cantare, unanimi e concordi, a Dio, la nostra gratitudine e disponibilità nel celebrare l’ingresso dell’Emmanuele nel mondo, con più giubilo ed esultanza del popolo che, nell’A.T., ha cantato la gloria del Signore per il primo ingresso in Gerusalemme dell’Arca dell’Alleanza (Salmo).
È commovente e consolante lasciarsi convincere dalla Parola e dall’Agire di Dio, che né l’incredulità e né l’ipocrisia di Acaz possono ‘stancare’ e bloccare i Suoi progetti di amore salvifico (prima Lettura) per tutti i popoli, chiamati a lasciarsi amare, santificare e ad accogliere la Sua grazia e vivere nella Sua pace (seconda Lettura), lasciandosi sorprendere sempre più dai Suoi ‘sogni’ e progetti, più grandi e più meravigliosi dei nostri sogni e dei nostri progetti (Vangelo). Per tutto questo, cantiamo lode a Dio che ci sorprende e meraviglia sempre di più, per e nella Sua misericordia, che ci dona e rivela nel Volto del Figlio Suo Gesù Cristo che Maria e Giuseppe hanno accolto per noi ed a noi vogliono ridonare in questo Natale che deve riconvertirci al Suo amore nell’amore concreto ed esistenziale degli uni per gli altri. ‘Bentornato Natale!
Ma, per noi cristiani, Natale - come Pasqua - non è tutti giorni? Perché bentornato Gesù? Dove se ne era andato? È inutile non cambiamo mai! La storia, il tempo, i giorni e la stessa grazia ci scivolano addosso, senza scuoterci e senza lasciare traccia. Ci siamo abituati a ripetere sempre ciò che, in realtà, ci viene dato per stupirci e sorprenderci sempre di più, e rinnovarci, liberandoci dall’immobilismo cronologico, che ci fa tornare e restare sempre allo stesso punto di partenza! Non dobbiamo abituarci al Natale! Ci deve sorprendere e interrogare come Giuseppe e Maria, Isaia e il Battista. Rimettiamo il Bambino al centro del Natale, insieme a Maria, Giuseppe, i pastori. Liberiamo il Natale da ciò che non è e non fa natale in noi, ma è assurda ripetizione ossessiva delle stesse e medesime schiavitù di sempre, senza cominciare a voler migliorare e cambiare almeno un po’! Anche, ora, dobbiamo con coraggio chiederci: che resterà di questo altro Natale? Altre luminarie, ancora tanti regali, magari riciclati, altri auguri, abbracci, strette di mani sempre le stesse, sorrisi inventati di volti intristiti, senza che nulla cambi e niente si rinnovi. Se è così, è impossibile incontrare e accogliere Gesù. Se non abbandoniamo le nostre strade sbagliate, se non cominciamo a liberarci dalle abitudini viziose, per cominciare ad aprirci a nuovi orizzonti di pace e di amore, anche questo Natale sarà ripetuto, vano e vuoto, se manca Gesù, nostra unica Luce, Gioia, Salvezza e Pace.
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Ultimo aggiornamento: 15/12/2016 - 21:55