2a Domenica Ordinaria, 17.01.2016
Non hanno vino
Maria,
Madre premurosa e Donna fiduciosa e fedele,
è insieme con Gesù, il
Figlio, quando da inizio ai ‘SEGNI’ che riveleranno
progressivamente la Sua missione, il Suo amore obbediente e
la misericordia del Padre per tutti noi, nella Sua
azione trasformante dell’acqua,
delle abluzioni esteriori, in
vino della gioia sponsale
e salvifica. Dalla fede
in Gesù nasce la Nuova Comunità,
formata da discepoli, non più spettatori, ma coinvolti nella
Sua sequela, spinti dalla fede della Madre a fidarsi di Lui
e a compiere ‘tutto quello che
Egli vi dirà’ (Vangelo). Questa nuova Comunità cresce
e si edifica nella Sua missione attraverso la vocazione di
ciascun membro vivo del
‘Corpo di Cristo’, chiamato ad accogliere e a mettere a
servizio del bene dell’unico Corpo, i diversi carismi, doni
ricevuti dall’unico Spirito nei diversi ministeri, che ci
vengono dall’unico Signore, e nelle ‘diverse
attività’, partecipate a noi dall’unico Dio che ‘opera
tutto in tutti’ (seconda Lettura). A questa nuova
vita sponsale ci incoraggia la certezza dell’amore di Dio
per noi, che è descritto, nella prima Lettura, nell’immagine
della relazione-rapporto
tra gli sposi-coniugi: all’amore di Dio, che si compiace per
la Sua amata Comunità, corrisponde la gioiosa
risposta-scelta della sposa, nell’impegno della reciproca
fedeltà di due libertà. Noi, Suo Corpo, Sua Comunità, siamo
chiamati ad accogliere i doni
nuziali della Parola e dello Spirito, per metterli a pieno
servizio della crescita, della maturazione e del
consolidamento del bene e della
comunione tra tutti i membri inseriti nel corpo. Nel
Vangelo, ‘il
SEGNO di Cana’, è
preludio al Banchetto di Nozze in cui Gesù
dispensa i beni di Dio
all’Umanità, che è invitata
ad accoglierli e ad esercitarli per il bene di tutti. La
prima Lettura prepara e
ci introduce alla comprensione del
segno di Cana e si
completa nella
riflessione sulla varietà
e complementarietà dei
doni di Dio, nella seconda
Lettura. Gesù inizia la vita pubblica con uno
sposalizio, festa di nozze: in
Lui, Dio, sposa tutta
l’Umanità nell’Alleanza Nuova ed Eterna. ‘Non
hanno vino!’ Che vuol
dire: Non hanno più gioia, perché non hanno più amore
e, perciò, non hanno più voglia di far festa! Chi può
ridonare il vino ‘sponsale’, fonte e segno dell’amore e che
genera amore e si celebra nella vera festa?
Ha ragione, Tua madre, Gesù, Tu solo puoi fare
qualcosa! Non chiede nulla Maria, sa
solo di provare una totale fiducia in Lui! Non pretende
nulla dal Figlio, il Quale chiarisce, con molta
determinazione, che tra il Padre e Lui nessuno può
intromettersi, neanche la madre! ‘Donna
che vuoi da Me? Non è ancora giunta la Mia ora’ (v
4). Questo, però, non è rivolto a Maria, ma a tutti noi,
presuntuosi fino al punto da arrogarci il diritto di imporre
a Dio che faccia come noi
stabiliamo, decidiamo, vogliamo e desideriamo! Si rivolge a
Maria per dirLo a noi e chiede a Maria di farcelo capire
bene! Maria, nella mente, non sa cosa farà il Figlio, è
certa, però, nel suo cuore materno, che qualcosa Egli farà e
che provvederà, sicuramente, a non far mancare il
nuovo vino, che sarà più
buono e migliore, perché la festa nuziale possa
ricominciare! Ella ne è sicurissima, perciò, si rivolge ai
servitori, sollecitandoli alla fiducia totale: mi raccomando
‘qualsiasi
cosa vi dica, fatela’
(v 5), scrupolosamente! Non chiede nulla Maria, neanche
intercede, non intende affrettare la Sua ‘ora’, che non è
assolutamente ‘ancora giunta’,
perché non è questa la Sua ‘ora’. La Madre non propone al
Figlio una sua soluzione, non vuole intralciare il Suo
cammino, non vuole mettersi prima del Padre Suo. Ella, la
madre, la donna, intende solo testimoniare e professare
fiducia piena in Lui. Quel Figlio, certamente, troverà il
modo per liberare dal tremendo imbarazzo e incubo quegli
sposi e i loro familiari! Questa
fiducia collaborativa, Maria, attraverso le sue
parole dette a Gesù e, poi, ai servitori, vuole
inculcare
a quanti sono presenti e vicini a Gesù, i Suoi discepoli,
invitati insieme con Lui alla festa nuziale. Anche Maria,
Sua madre, però, dovrà faticare ancora molto per comprendere
compiutamente quell’Ora suprema, nella quale il Figlio dona
Se stesso per noi e rivela definitivamente il vero
Volto di Dio che è
Amore e
Misericordia ed eleggerà Lei, chiamandola, ancora una
volta, ‘Donna’ ad essere
Madre di Misericordia e
di Consolazione per noi, tutti peccatori, sempre
bisognosi di misericordia e consolazione.
Ultimo aggiornamento: 14/01/2016 - 18:25