11a Domenica Ordinaria, 12.06.2016
Ama molto, perchè molto le
è stato perdonato.
Sul
volto di Gesù, il vero Volto di Dio! La Misericordia del
Padre in Lui si è fatta carne, bontà e perdono. Il Figlio
non solo L’annuncia, come hanno fatto i Profeti, ma La
compie e L’attualizza. La storia della donna peccatrice, che
si lascia perdonare ‘i molti peccati’ è la mia storia,
perché anch’io ‘ho molto peccato e continuo a peccare
molto’. Per la sua grande fede/fiducia, le sono stati
perdonati i suoi tanti peccati e, per questo,
lei ‘ha molto amato’.
Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché (hoti)
ha molto amato (v 47a)! Attenzione alla congiunzione
‘hoti’, perché, più che causale ha senso consecutivo!
Il ‘molto amore’ che la donna dimostra per Gesù è
‘consecutivo’ al ‘molto perdono’ che ha ricevuto per i molti
suoi peccati. Prima il perdono di Dio, poi, la nostra
risposta al Suo grande amore (perdono). La precisazione non
è solo grammaticale, ma teologica ed è fondata
sull’annuncio e cuore della parabola di Gesù:
l’amore è ‘conseguenza’ di
quanto ricevuto. Possiamo affermare la reciprocità
dell’amore e del perdono, semplificando così:
il perdono ricevuto
genera l’amore e l’amore custodisce ed esprime il perdono
accolto!
Nella prima Lettura, è la Parola del Signore
ad aprire la mente e il cuore di Davide, dischiudendolo al
pentimento e rendendolo disponibile e desideroso di
lasciarsi riaccogliere nella Misericordia del suo Signore.
L’ascolto sincero, che si fa obbedienza alla Parola (ob-audio),
apre il cuore alla speranza e lo dispone ad abbandonarsi,
con fiducia e gratitudine, all’amore misericordioso e
pietoso di Dio Padre che, in Gesù Cristo, Suo Figlio, lo
giustifica e lo salva (seconda Lettura).
La Parola di Dio, oggi,
lo fa capire, attraverso i gravi peccati del re Davide, che
ha violato e tradito, così, la sua vocazione e missione, e
attraverso la donna che ‘ha molto peccato’ e, poi, perdonata
per la fede in Gesù, ha, anche, ‘molto amato’. La Parola,
inoltre, vuole farci comprendere, finalmente, che ‘la
vita giusta’ non è semplicemente ‘non fare il male’, ma
è ‘qualcosa’ in più e di diverso. Davide, stufato della
moglie, si prende quella di Urìa; la seduce ed ha un figlio
da lei e, per risolvere ogni probabile problema, fa, anche,
uccidere il marito. Raggiunto dalla Parola di Dio, tramite
il profeta, egli prende consapevolezza e coscienza del
gravissimo peccato, non si giustifica e non cerca scuse, ma
grida il suo dolore, piange e implora sinceramente il
perdono dal Signore, confidando nella Sua immensa
Misericordia: ‘Ho peccato contro
il Signore’! Così la donna del Vangelo, che ha “molti
peccati” da farsi perdonare e, tutti, in città, l’additano e
la conoscono per quello che ha fatto, ma ha cercato e
incontrato Gesù, in Lui ha creduto, da Lui si è lasciata
perdonare e giustificare, manifestando e testimoniando tanto
amore e tanta gratitudine per averla liberata dal suo molto
peccare. Paolo, ci supplica di lasciarci riconciliare
con Cristo e lasciarci ‘rendere giusti’ dalla grazia di
Cristo, perché siamo tutti peccatori e nessuno di noi è
perfetto. Perciò, consapevoli di ciò e di essere bisognosi
di misericordia, lasciamoci liberare da questo pazzo nostro
orgoglio, perché nessuno è senza peccato, nessuno è
superiore e migliore degli altri e nessuno vale più degli
altri. Se ne prendiamo tutti coscienza, comprenderemo quello
che siamo realmente: peccatori bisognosi di Misericordia!
Altrimenti, anche noi, come Simone, pieno di se e di
orgoglio, ci sentiremo puri e immacolati, fino
a sentirci in diritto di giudicare e condannare la donna
perdonata
e di sospettare e giudicare addirittura Gesù! La
Giustificazione, secondo
Paolo, deve essere intesa come “Giusta
Relazione con Dio” e richiede, anzitutto, la Grazia
del Signore, il Quale prende sempre l’iniziativa di andare
incontro all’uomo, al quale è richiesta solo la sua risposta
di fede che lo dispone a lasciarsi ‘giustificare’.
Ultimo aggiornamento: 09/06/2016 - 20:46